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Settimo Torinese
24 Settembre 2024 - 17:00
Elena Piastra e l'ospedale
"La garanzia occupazionale non significa automaticamente garanzia della dignità e del ruolo dei lavoratori." È con questa dichiarazione che Daniele Valle, Vicepresidente della Commissione Sanità del Consiglio regionale, ha puntato oggi il dito contro la situazione precaria che pesa sull’Ospedale di Settimo Torinese gestito da Saapa Spa.
E non si parla solo di un problema di risorse umane: qui si gioca la partita della dignità stessa di chi ogni giorno manda avanti la macchina sanitaria in condizioni che sembrano fare acqua da tutte le parti.
Valle non ha usato mezzi termini nel suo intervento, interrogando l’Assessore regionale alla sanità Federico Riboldi per chiedere conto delle misure che intende adottare per garantire la piena occupazione del personale dell’Ospedale.
Questo presidio, ormai simbolo di lungaggini e incertezze, si porta dietro un passato ingombrante di promesse mai mantenute, rimpalli di responsabilità e, soprattutto, una crescente preoccupazione tra chi ci lavora. E, come sappiamo, l'ansia è una brutta compagna di viaggio, soprattutto quando in gioco ci sono il pane quotidiano e la dignità.
"Attualmente", ha dichiarato Valle, "risulta in attesa di aggiudicazione la procedura di gara per l’affidamento dei servizi socio-sanitari e correlati, con proposta di aggiudicazione al Gruppo San Michele Srl, che ha presentato un ribasso di gara molto importante".
Ora, quando sentiamo parlare di "ribasso di gara", c’è sempre da storcere il naso: dietro ogni ribasso si nascondono tagli, sacrifici e, spesso, una qualità del servizio che va a farsi benedire.
E chi ne paga il prezzo? Ovviamente, i lavoratori.
Quelli in prima linea, quelli che ogni giorno si confrontano con turni massacranti, pochi mezzi e, adesso, anche con l'incubo di un futuro sempre più incerto.
La risposta dell’assessore, letta in aula dal collega Vignale, non ha certo fugato i dubbi. Certo, è previsto che il vincitore della gara applichi il contratto collettivo nazionale e garantisca le stesse tutele economiche e normative anche per chi opera in subappalto. Ma, come sempre, il diavolo si nasconde nei dettagli: "ferma restando la necessaria armonizzazione con la propria organizzazione e le esigenze tecnico-organizzative".
E qui, la parola "armonizzazione" fa venire i brividi: in altre parole, il personale dovrà adattarsi alle esigenze del nuovo gestore, con buona pace della stabilità lavorativa e della serenità che ogni lavoratore dovrebbe avere.
"Se da un lato la risposta può rassicurare," ha continuato Valle, "dall’altro apre nuove preoccupazioni" – e come dargli torto?
La realtà è che la garanzia di avere un posto di lavoro non significa affatto avere dignità sul lavoro.
Dignità: una parola che dovrebbe essere al centro di ogni discorso, ma che troppo spesso viene lasciata ai margini. Il problema non è solo "lavorare" ma come si lavora, in che condizioni e con quale riconoscimento.
E se le risposte restano vaghe e i lavoratori devono fare i conti con continui cambiamenti organizzativi, il rischio è che l’ospedale di Settimo diventi un esempio di come non si deve gestire la sanità pubblica.
Valle ha concluso con una promessa: "Continueremo a monitorare la situazione da vicino, a tutela delle lavoratrici e dei lavoratori del presidio, che difficilmente potrebbero sopportare un ulteriore inasprimento delle condizioni di lavoro".
Un impegno lodevole, ma non possiamo fare a meno di chiederci quanto durerà questo "monitoraggio" e quanto tempo ci vorrà prima che le parole si traducano in fatti concreti.
Perché, alla fine dei conti, i lavoratori non chiedono altro che il minimo indispensabile: rispetto, condizioni dignitose e, sì, anche una sicurezza che vada oltre la semplice promessa di "occupazione".
Ma forse è proprio qui che sta il problema: sembra che in questo Paese la dignità sia un lusso che pochi possono permettersi.
Infine consentiteci ancora una divagazione sulla sindaca di Settimo Torinese già posizioatasi sulla rampa di lancio per future candidature in Regione o in Parlamento (se la vedrà lei). Per tutta la campagna elettorale ha sottolineato il suo gran lavoro intorno all'ospedale (e non si riferiva al taglio dell'erba).
Dal giorno dopo la vittoria praticamente non ne ha mai più parlato in tutt'altre faccende affaccendata, con l'Associazione Ali (di cui ora è vicepresidente), con l'Anci e con il Pd.
Di recente è addirittura diventato virale un post su Facebook che la ritrae con il matterello in mano a far "piadine romagnole"... Noi alziamo le mani. Saprà lei qual'è il suo elettorato e quali messaggi far passare...
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