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Il grido di un commerciante: “Sosteniamo i negozi di quartiere, non Amazon”

Si parla tanto di sostenere le realtà locali e di andare a comprare nei negozi di paese e di quartiere per far restare vive le nostre città... E poi? E poi, nella realtà, capita tutt'altro. Sentite questa storia...

Gassino Torinese

Riccardo Piedi, il titolare della cartoleria “Idea Più” di via Vittorio Veneto 22/A a Gassino Torinese

Si parla tanto di sostenere le realtà locali e di andare a comprare nei negozi di paese e di quartiere per far restare vive le nostre città... E poi? E poi, nella realtà, capita tutt'altro.

Ad esempio, è decisamente "imbarazzante" imbattersi, com'è successo ad alcuni nella collina torinese, in una lista dei materiali scolastici da acquistare, inoltrata da una scuola materna del circondario, accompagnata dall’invito a comprare a Ikea o su Amazon.

“Un po’ come se ad una richiesta di consiglio sulle scuole locali invitassi le persone a mandare i figli in un collegio in Svizzera” dichiara in un post Facebook Riccardo Piedi, il titolare della cartoleria “Idea Più” di via Vittorio Veneto 22/A a Gassino Torinese.

Il commerciante gassinese, nei giorni scorsi, ha postato il pensiero di molti. Senz'altro di tutti quelli che, come lui, portano avanti l'attività ogni giorno pur tra mille difficoltà.

La cartoleria di Riccardo Piedi  a Gassino Torinese

Di questo passo, a forza di acquisti online e dello stare attaccati a un cellulare o a un computer, ci ritroveremo con tutte le serrande dei negozi chiuse e una passeggiata a guardare le vetrine diventerà utopia. Le città saranno solo dei dormitori, lasciate in balia della delinquenza e del degrado. Per non parlare poi delle nostre sinapsi assopite, che ci permetteranno di essere in grado di interfacciarci solo più con uno schermo anziché con il genere umano.

“E’ piuttosto fastidioso per una piccola realtà locale, sempre disponibile nei confronti delle scuole della zona, oltre che delle famiglie e degli studenti, vedere che si consigli di acquistare online o nella grande distribuzione - ci spiega -. Evidentemente non si è compreso il ‘valore sociale’ importante dei negozi e non si è capito che ‘noi siamo il posto in cui viviamo’ ed è nostro dovere, ed interesse, far sì che sia florido. Alla lunga ci andremo a perdere tutti: pensiamo banalmente al valore degli immobili… in un paese senza esercizi commerciali, senza fermate del pullman e simili si svalutano. Ci ritroveremo a dover finire di pagare il mutuo di casa per una costruzione che non ha neanche più quel valore di mercato. Alla lunga non ci saranno abbastanza soldi risparmiati acquistando online che ci ripagheranno di quelli che perderemo. Purtroppo si tende solo a pensare al qui e ora e non a farlo ad ampio spettro, con un occhio al futuro”.

Quella di Riccardo è un’attività a conduzione famigliare, che gestisce con la moglie Cristina da 7 anni.

Giorno dopo giorno hanno cercato di ampliare la loro clientela, puntando alla qualità, con un’ampia scelta di prodotti... Ma non solo, hanno sempre cercato in ogni modo di andare incontro alle famiglie, agli studenti, alle attività scolastiche e alle loro esigenze, ad esempio aprendo anche il lunedì e facendolo ogni giorno dalle 7.30 del mattino.

Hanno collaborato con le realtà locali per aiutare nella raccolta fondi per gli istituti scolastici, hanno organizzato laboratori per bambini e ragazzi, hanno cercato di “esserci” per la loro comunità.

Bambini sorridenti al primo giorno di scuola

Ci tenevamo a costruire una certa credibilità sul territorio e ad offrire un certo tipo di servizio - racconta Riccardo -. Nel periodo del Covid abbiamo effettuato a titolo gratuito le consegne a domicilio per supportare le famiglie, oggi cerchiamo di renderci utili ampliando l’orario di apertura se un cliente non riesce ad arrivare per tempo, oppure gli portiamo a casa ciò che gli serve se è impossibilitato a venire in negozio. Il nostro non vuole essere un mero rapporto commerciante - cliente e un mero servizio di vendita e devo dire che da molti tutti questo è apprezzato, fa davvero la differenza. Cerchiamo di essere dei professionisti e ciò significa andare incontro alle persone ed aiutarle a trovare il prodotto più adeguato alle loro esigenze”.

Riccardo ci spiega anche come nell’ultimo anno e mezzo siano arrivate le difficoltà più grosse, infatti se da una parte, post lockdown, c’è stata una voglia “popolare” di sostenere le attività del territorio, dall’altra in molti si sono abituati a comprare online. Se aggiungiamo a questo la continua apertura di centri commerciali e che molti paesini diventano sempre più dei “dormitori” o posti in cui ci si sta solo nel fine settimana, quando non si lavora, è facile comprendere quanto sia dura per una piccola realtà commerciale sopravvivere.

“Oggi la vendita al dettaglio è un po’ considerata l’ultima spiaggia, se una cosa non serve nell’immediato si tende a comprare online e a non andare nei negozi. Ma nonostante ciò noi commercianti dobbiamo avere sempre il magazzino ben fornito per far trovare ai clienti tutto ciò che gli serve in quel preciso momento. Grosso vantaggio dei colossi del web è poi che loro non sono sottoposti alla nostra tassazione e al dover pagare affitto e bollette del negozio fisico, quindi si possono permettere prezzi più bassi. E’ decisamente una concorrenza sleale - afferma Riccardo -. Ovviamente capisco le difficoltà che può incontrare una famiglia e che si cerchi di andare al risparmio un po’ ovunque, ma resto convinto che un prodotto di qualità, che dura nel tempo, sia l’unico vero risparmio”.

Nonostante tutto Riccardo resta fiducioso e ci spiega che in lui continua ad ardere il sacro fuoco dell’amore per il suo lavoro, e verso il rapporto diretto e di fiducia con i clienti piccoli e grandi, che conosce tutti per nome.

Non vedo l’ora che arrivi il lunedì per tirare su la serranda della cartoleria. Noi esistiamo perché c’è chi ha ancora la voglia e il bisogno di sentire l’odore della carta, di provare le penne prima di acquistarle, di voler essere consigliato nell’acquisto più adatto. Aspiro al ritorno, più ampio possibile, alla considerazione di fatto che lo shopping ha una componente emozionale importante e che non ci sono eguali a farlo toccando con mano ciò che si compra”.

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