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22 Settembre 2024 - 18:13
Nel centro di Torino è stata inaugurata la passeggiata Marco Pannella, un viale situato lungo corso Siccardi, proprio nel punto dove, negli anni '70 e '80, si trovava la storica sede del Partito Radicale. Lunga 232 metri, questa passeggiata collega piazza Arbarello e via Cernaia. Durante la cerimonia, alla presenza delle autorità, è stata svelata una targa in memoria del leader radicale e nonviolento, Marco Pannella, scomparso nel 2016.
La presidente del consiglio comunale di Torino, Maria Grazia Grippo, ha sottolineato l'importanza simbolica della decisione: "È il frutto di un percorso che ha portato il consiglio comunale a una decisione unanime per ricordare una figura come quella di Marco Pannella, che ha legato molto della sua carriera a Torino, dai processi a fianco degli obiettori di coscienza fino ai dibattimenti sulle Brigate Rosse. Questo omaggio non vuole essere solo un ricordo, ma uno spunto per delineare delle rotte future, soprattutto in quei luoghi dove le decisioni diventano leggi dello Stato".
Al taglio del nastro erano presenti il presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio, la vicesindaca di Torino, Michela Favaro, il fondatore del Gruppo Abele e di Libera, don Luigi Ciotti, e il direttore de La Stampa, Andrea Malaguti. Tra il pubblico, non è passata inosservata la presenza dell'attrice Luciana Littizzetto.
Alberto Cirio ha ricordato con affetto il profondo spirito europeista di Pannella: "Mi ha sempre colpito il suo europeismo. Lui chiamava l’Europa la ‘patria Europa’ e aveva una visione ispirata agli ideali di Voltaire". Cirio ha poi espresso un rammarico: "Forse il presidente Napolitano avrebbe potuto nominarlo senatore a vita. Pannella lo meritava, ma non era il tipo da chiedere tali riconoscimenti. Non era nel suo stile".
Anche la vicesindaca Michela Favaro ha voluto sottolineare l’importanza delle lotte portate avanti da Pannella, in particolare quelle a favore dei diritti dei detenuti: "Dobbiamo ringraziare lui se l'Italia ha fatto passi avanti nel riconoscimento dei diritti, specialmente per coloro che non avevano voce".
L'intervento di don Luigi Ciotti ha messo in luce un altro aspetto del carattere del leader radicale: "Spesso veniva etichettato come anticlericale, ma Marco Pannella era molto più di questo. Era un uomo di grande intelligenza e passione civile, capace di dialogare con tutti coloro che condividevano i suoi ideali. Si immedesimava nei sofferenti e trasformava il suo stesso corpo in un campo di battaglia, come durante i suoi lunghi digiuni, per restituire dignità a chi ne era stato privato".
Don Ciotti ha poi concluso con una riflessione sull'eredità politica e morale lasciata da Pannella: "Pannella denunciava le condizioni insostenibili nelle carceri e richiamava lo Stato al rispetto della Costituzione. Oggi abbiamo il dovere di continuare quella battaglia. Figure come la sua, animate da una sincera passione civile, sono sempre più rare".
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Marco Pannella è stato una delle figure più controverse e influenti della politica italiana del secondo Novecento. Nato a Teramo nel 1930, fu un leader politico instancabile, capace di portare avanti battaglie epocali con un approccio unico basato sulla nonviolenza e il rispetto assoluto dei diritti civili. Fondatore e guida storica del Partito Radicale, Pannella dedicò la sua vita alla lotta per la libertà, la giustizia e l’uguaglianza, sempre controcorrente rispetto al sistema politico dominante. Il suo nome è associato a grandi conquiste civili, come l’introduzione del divorzio e della legge sull’aborto in Italia, battaglie che negli anni '70 scossero il Paese e segnarono una svolta epocale.
Pannella è stato un maestro nel coniugare politica e disobbedienza civile, portando avanti la sua visione di un mondo più giusto attraverso metodi non convenzionali. Le sue campagne si sono spesso svolte attraverso azioni clamorose, come i celebri scioperi della fame e della sete, uno strumento che utilizzava per far emergere problematiche ignorate dalla politica tradizionale e sensibilizzare l’opinione pubblica su questioni di cruciale importanza.
Uno dei temi che più lo appassionava era la condizione dei detenuti nelle carceri italiane. Pannella considerava il sistema penitenziario una delle piaghe più profonde della democrazia italiana e non ha mai smesso di denunciare le condizioni disumane e degradanti in cui versavano i detenuti. "La tortura nelle carceri esiste", diceva senza mezzi termini. La sua battaglia per l’amnistia, la giustizia e la libertà per i detenuti non ha avuto soste, e fu uno dei pochi a portare sotto i riflettori il tema della giustizia ingiusta e della lentezza dei processi, che lui vedeva come una violazione sistematica dei diritti umani. La sua visione della giustizia non era legata solo a una riforma del sistema penale, ma a una più ampia riflessione sui diritti e la dignità delle persone, indipendentemente dalla loro condizione sociale o dal reato commesso.
L'altro grande fronte su cui Pannella si è battuto è stato quello dei diritti civili, che per lui rappresentavano la base su cui doveva poggiare una società autenticamente democratica. Il suo impegno per il divorzio e l’aborto non era solo una sfida al potere ecclesiastico, ma anche una battaglia per l’emancipazione delle donne e per la libertà di scelta individuale. Quando nel 1974 il referendum sul divorzio venne confermato dalla maggioranza degli italiani, Pannella poté affermare di aver scosso le fondamenta stesse della politica e della società italiana. La sua capacità di condurre campagne elettorali dirompenti, come quella per la legge sull’aborto nel 1978, dimostrava la sua abilità strategica nel mobilitare consensi anche su temi altamente divisivi.
Non meno importante fu la sua lotta per i diritti delle minoranze. Marco Pannella fu tra i primi in Italia a battersi per i diritti della comunità LGBTQ+, in un’epoca in cui il tema era ancora tabù nel dibattito pubblico. Inoltre, le sue battaglie per la legalizzazione delle droghe leggere e la liberalizzazione del mercato della prostituzione lo portarono a scontrarsi duramente con tutti gli schieramenti politici, da destra a sinistra, che spesso lo consideravano un provocatore o un visionario. Invece, per Pannella, queste erano battaglie di civiltà: "Il diritto all'autodeterminazione è sacro", diceva, difendendo sempre l'idea che ciascuno dovesse avere la libertà di decidere della propria vita.
Un altro aspetto fondamentale del pensiero di Pannella era il suo europeismo. Convinto che l’Europa dovesse rappresentare il futuro del continente, Pannella spingeva per un’Unione Europea forte e federale, capace di andare oltre le divisioni nazionali e di costruire una patria comune, ispirata agli ideali di democrazia e diritti umani. Nei suoi discorsi, spesso si rifaceva ai grandi filosofi illuministi come Voltaire, da cui traeva ispirazione per la sua visione di un’Europa come "patria dei diritti". La sua idea di Europa andava ben oltre i confini economici e politici, immaginandola come un baluardo di pace e civiltà in un mondo sempre più frammentato e violento.
Negli anni '90, Pannella si dedicò con particolare intensità anche alla battaglia per la moratoria internazionale contro la pena di morte. Con il suo Partito Radicale, riuscì a portare il tema al centro del dibattito globale, sostenendo che l’abolizione della pena di morte fosse uno dei pilastri fondamentali per la costruzione di una società più giusta e umana.
Nonostante le sue battaglie spesso controcorrente, Pannella è sempre rimasto una figura scomoda per il sistema politico italiano. Non si è mai adattato alle logiche di potere tradizionali e ha sempre mantenuto una posizione autonoma rispetto ai partiti, rifiutando le convenzioni e sfidando apertamente i poteri forti. In questo senso, Pannella rappresenta una delle poche figure della politica italiana a mantenere una coerenza ideologica e una fedeltà ai propri principi fino alla fine.
La sua vita fu una continua lotta per la nonviolenza, ispirata alle figure di Mahatma Gandhi e Martin Luther King, e il suo messaggio ha attraversato generazioni, lasciando un'impronta indelebile nella politica italiana. La scelta di dedicare una passeggiata a Torino in suo onore, non è solo un riconoscimento locale, ma una testimonianza dell’importanza del suo impegno civile e politico per l’Italia e per l’Europa.
Marco Pannella ha lasciato una lezione fondamentale: il cambiamento è possibile solo se si lotta con determinazione, anche quando sembra che nessuno ti ascolti. E oggi, il ricordo di Pannella è un monito per tutti coloro che credono nella giustizia, nella libertà e nella dignità dell’uomo.
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