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Prima i voti, poi i pannoloni. Anziani nella "m", letteralmente

In piena campagna elettorale, l'assistenza ai più fragili è passata in secondo piano, e le spese le pagano le famiglie

Prima i voti, poi i pannoloni. Anziani nella "m", letteralmente

Pannoloni sospesi durante la campagna elettorale? La domanda provocatoria che molti si stanno ponendo riguarda l'interruzione delle forniture di ausili per l’incontinenza destinati alle persone non autosufficienti, una delle fasce più fragili della popolazione piemontese. Monica Canalis, consigliera regionale del Partito Democratico, ha recentemente sollevato una polemica sull’argomento, denunciando una situazione che ha colpito duramente sia le famiglie che le RSA. “Quasi come se anche la ditta delle consegne si fosse presa una pausa per la campagna elettorale,” ha ironizzato la consigliera, mettendo in luce una sospensione inspiegabile durata ben tre mesi.

La questione è delicata e va ben oltre la semplice fornitura di pannoloni.

Questi ausili, distribuiti dalle ASL, sono fondamentali per garantire dignità e benessere agli anziani e a coloro che necessitano di un’assistenza continua a domicilio. Non solo riducono il carico economico sulle famiglie, ma sono cruciali per prevenire complicazioni come le piaghe da decubito e le infezioni. In breve, un pilastro del sistema sanitario che permette di migliorare la qualità della vita dei pazienti non autosufficienti.

I problemi hanno avuto origine con l’entrata in vigore della DGR n. 12-7878 nel dicembre 2023, una delibera che ha notevolmente ridotto le quantità di pannoloni forniti gratuitamente dalle ASL. Il motivo ufficiale dietro questa riduzione? L’introduzione di nuovi pannoloni notturni con una presunta "maggiore assorbenza". Ma, come spesso accade, la teoria non ha trovato riscontro nella realtà. Molte famiglie e RSA hanno denunciato un aumento delle difficoltà: i nuovi presidi non sono sufficienti, e il rischio di piaghe è cresciuto, mettendo a dura prova la gestione quotidiana dell’assistenza.

La situazione si è aggravata ulteriormente nella primavera del 2024, quando alcune ASL hanno interrotto del tutto la fornitura dei pannoloni per i pazienti domiciliari. Una sospensione di ben tre mesi che ha costretto le famiglie a sobbarcarsi spese non indifferenti, con costi che hanno superato i 100 euro al mese.

Un costo aggiuntivo per nuclei già gravati dalle difficoltà legate all’assistenza quotidiana. La domanda sorge spontanea: perché questo blocco proprio durante il periodo elettorale?

Non è solo un problema di forniture, ma anche di comunicazione. Né le famiglie né le strutture residenziali sono state adeguatamente informate del cambiamento nelle prestazioni.

Il risultato? Disorientamento e un aggravarsi delle difficoltà gestionali.

E quando Monica Canalis ha cercato chiarimenti, l’assessore Riboldi ha risposto che la delibera recepisce nuovi criteri nazionali, introducendo pannoloni notturni che, grazie a una "maggiore assorbenza", dovrebbero ridurre il numero di cambi necessari. Peccato che le testimonianze raccolte dalle famiglie e dalle RSA dimostrino il contrario.

Le famiglie e le RSA non sono state adeguatamente informate del cambio di prestazione, e i mesi di mancata fornitura non sono stati risarciti alle famiglie,” ha sottolineato la Canalis, evidenziando una mancanza di trasparenza da parte del sistema sanitario. L’aspetto più inquietante è proprio l’assenza di qualsiasi forma di compensazione economica per i mesi di mancata fornitura. Famiglie già provate dalla pandemia e dall’onerosità delle cure si sono ritrovate ad affrontare ulteriori difficoltà senza alcun supporto.

In una regione che si vanta di offrire uno dei migliori sistemi sanitari d’Italia, è inaccettabile che chi ha più bisogno venga lasciato solo. Mentre l’assessore Riboldi ha promesso la sostituzione della ditta incaricata delle consegne e un recupero dei ritardi, i problemi restano.

I primi vagiti della nuova Giunta ci fanno preoccupare, per lo meno in materia di non autosufficienza,” ha dichiarato la Canalis, lanciando un monito su come la gestione politica stia rischiando di compromettere ulteriormente l’assistenza ai più deboli.

pannolini

In tutto questo, si evince un quadro preoccupante. Tra nuovi appalti, criteri nazionali che sembrano lontani dalla realtà e risposte tardive, a farne le spese sono ancora una volta le famiglie e le RSA. E così, mentre la burocrazia gioca le sue partite, chi ha più bisogno di assistenza si ritrova senza risposte, senza aiuto e, soprattutto, senza pannoloni.

Un altro esempio di come, anche nei settori più delicati e cruciali, la politica e la burocrazia possano trasformare una questione fondamentale di assistenza in un problema che mette a dura prova chi già vive situazioni di grande difficoltà.

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