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Ciriè

L'inferno intorno al binario 3 della stazione

Cittadini esasperati non sanno più a che santo rivolgersi...

L'inferno intorno al binario 3 della stazione

A Ciriè, sembra che si sia deciso di perseguitare alcuni cittadini, residenti intorno alla stazione, rendendo loro la vita un inferno. Ce lo racconta Maria Chiara, cittadina esasperata, che da vent’anni vive nella tranquilla villetta di famiglia con i genitori ultraottantenni. Tutto tranquillo, fino a quando Trenitalia è subentrata a Gtt nella gestione della linea ferroviaria, trasformando la quiete domestica in un calvario permanente fatto di vibrazioni, rumori e treni che sfilano come in una passerella sotto le finestre di casa.

Il problema è semplice, ma Trenitalia lo sta rendendo più complicato di una partita a scacchi: ci sono tre binari.

Il primo, il più vicino al marciapiede, comodo per i passeggeri con valigie, zaini, borse della spesa e magari anche il cane al guinzaglio, non viene più usato.

Binario 3

Forse perché troppo pratico?

"Del secondo, il binario centrale - ci dice Maria Chiara - ci si ricorda della sua esistenza ogni tanto, ma solo per qualche trenino occasionale. E poi c'è il terzo, il protagonista indiscusso. Posizionato proprio accanto alle case, è diventato il binario preferito del nuovo gestore...".

E così, Maria Chiara e i suoi genitori si ritrovano con un treno parcheggiato sotto la finestra, giorno dopo giorno, come un vicino di casa molesto che non vuole sloggiare.

Il peggio, però, non è solo il rumore o il treno che fa da sipario alla vista dalla finestra.

No, il meglio arriva con le vibrazioni continue, che scuotono le fondamenta delle case come se fosse un terremoto in miniatura. I poveri genitori di Maria Chiara non riescono più nemmeno ad affacciarsi senza temere di trovarsi faccia a faccia con una locomotiva, mentre il riposo è ormai un lontano ricordo.

Eppure, la soluzione è lì, a portata di mano: basterebbe usare il primo binario, quello comodo e non minaccioso, ma evidentemente c'è qualche regola segreta che lo vieta.

Ma non è tutto: c'è anche il capitolo "verde pubblico".

Ma quale verde, direte voi?

Qui parliamo di una vera e propria giungla degna del miglior documentario su National Geographic. Il taglio dell’erba è un lontano ricordo, forse un mito, e la stazione è ormai sommersa da piante che crescono libere e selvagge.

Certo, chi non apprezzerebbe un po' di natura incontaminata in una stazione ferroviaria?

Maria Chiara ha segnalato la situazione più volte, parlando di rischi per la sicurezza e la salute.

Vibrazioni che minacciano le case e una qualità della vita che rasenta il ridicolo. Trenitalia, finora, ha preferito ignorare il tutto, forse troppo occupata a perfezionare la sua strategia per il terzo binario. 

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