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Borgofranco

Causa Zilli: incubo senza fine, in trenta rischiano l'accusa di danno erariale per i 780mila euro pagati dal Comune

A poterne rispondere sono tutti gli amministratori dal 1975 e tutti i funzionari dal 1992. La minoranza ha chiesto un consiglio comunale straordinario, ma la maggioranza non si è presentata

Fausto Francisca

Fausto Francisca e di sfondo, la casa di Silvia Zilli travolta durante l'alluvione del 1994

Ci sarebbero almeno trenta persone coinvolte, tra amministratori pubblici e funzionari, in quello che potrebbe profilarsi come danno erariale per il Comune.

Parliamo della causa Zilli, quella battaglia legale intrapresa dalla proprietaria di una delle case di Borgata Paratore, spianate con le ruspe. Un'azione legale che si è chiusa con una cocente sconfitta del Comune di Borgofranco, condannato a pagare 780mila euro.

Ed ora, proprio quel maxi risarcimento pende come una spada di Damocle su tutti gli amministratori pubblici borgofranchesi. Sindaci, assessori, consiglieri comunali dal 1975 ad oggi, compresi gli attuali, e funzionari dal 1992 potrebbero essere chiamati a rispondere della gravissima accusa di "danno erariale". Gravissima sopratutto per le tasche degli eventuali malcapitati.

Tutto nasce nelle pieghe della sentenza che condanna il Comune di Borgofranco a risarcire Silvia Zilli, suo marito Marco Bonardo e i loro figli.

La frana travolse la casa e tutta la borgata arrivando fino in paese

La Cassazione parla chiaro: "Il Comune di Borgofranco d’Ivrea fin dal 1975 era consapevole dello stato di dissesto idrogeologico della frazione Paratore ove era situato l’immobile di proprietà della sig.ra Zilli; ciononostante, l’ente comunale, non era intervenuto per sanare la situazione, mancando di adempiere a precisi compiti istituzionali in materia di tutela del territorio e di salvaguardia della pubblica incolumità, fra i quali la programmazione territoriale e la tutela delle zone a rischio , la vigilanza in materia edilizia, le competenze in materia di calamità naturali e di tutela della pubblica incolumità; sussisteva “la responsabilità colposa omissiva del Comune per la mancata adozione dei provvedimenti di competenza per la tutela del territorio comunale, il risanamento del dissesto idrogeologico e la prevenzione di fattori di rischio per la pubblica incolumità” e la “colpevole inerzia nell’affrontare tempestivamente i conosciuti problemi di dissesto idrogeologico e il rilascio incondizionato e senza alcuna cautela della concessione edilizia".

Un passaggio che dice molto circa le responsabilità e che non è sfuggito ad un'amministratore di lungo corso come Fausto Francisca che il 23 luglio scorso, al termine del consiglio comunale durante il quale è stato deliberato il pagamento di quei 780mila euro con il voto favorevole di tutti, ha distribuito un foglio che ha gettato il panico tra i banchi dell'opposizione.

"Danno Erariale - si legge nell'intestazione - Ipotesi di chi potrebbe essere responsabile del danno".

In questo scritto informale, Francisca formula la sua idea sulle eventuali responsabilità e fa nomi e cognomi. Un elenco dettagliato che coinvolge dal 1975 al 1992 solo sindaci, assessori e consiglieri comunali, dal 1992 - per effetto della Legge Bersani - anche i funzionari.

Una trentina di persone tra cui spiccano i nomi anche degli attuali consiglieri, minoranza compresa, che pur non avendo avuto nulla a che vedere con la vicenda Zilli, hanno approvato la delibera con cui il Comune si impegna a pagare il risarcimento.

"Lo hanno approvato senza battere ciglio - dichiara cinico Francisca - se ci saranno delle responsabilità, ricadranno anche su di loro".

Marco Origlia, Liliana Blasutta, Federico Fiorina ed Elisa Negri, vedendo quel foglio ancora un po' svengono.

"Ci siamo subito domandati di cosa si trattasse - spiega il capogruppo di opposizione Origlia -. Quel foglio c'è stato dato senza alcuna spiegazione. Contiene nomi e cognomi di persone anche in pensione da anni. E poi non conteneva alcuna ufficialità. Non una firma, non un numero di protocollo. Nulla. Un sasso lanciato nello stagno".

Marco Origlia e Liliana Blasutta

Senza pensarci due volte il gruppo di minoranza si riunisce per decidere il da farsi.

L'azione che appare più corretta è quella di presentare immediatamente una richiesta straordinaria di consiglio comunale. Lo fanno il 29 luglio. Il 13 agosto, però, il sindaco risponde negativamente.

"Ha ritenuto non necessaria e "pressoché impossibile" la convocazione di un Consiglio d'urgenza" spiega l'opposizione.

Francisca si dice, però "a disposizione per un incontro con chi lo desiderasse per approfondire quell'ipotesi formulata".

L'opposizione batte i pugni e fa valere il Regolamento comunale che autorizza la convocazione di un consiglio straordinario quando richiesto da almeno un quinto dei consiglieri in carica. I numeri ci sono. Francisca ha tempo 20 giorni per indire il consiglio richiesto.

Giovedì 5 l'atteso consiglio è stato indetto, con un amarissimo risultato per i richiedenti.

"La maggioranza non si è presentata - spiega la consigliera Blasutta -. C'erano solo Francisca, la segretaria comunale, il presidente del consiglio, l'assessore esterno e noi della minoranza, in tre perché Origlia aveva un impedimento di lavoro".

E tutti gli altri consiglieri?

"Tutti assenti giustificati. Un vero colpo basso per noi. Volevamo solo delle spiegazioni". L'adunanza è saltata per assenza di numero legale e secondo quanto sostiene 

Ecco nel dettagli cosa chiedeva il gruppo di Origlia: 

  • A quale titolo è stato consegnato questo documento non firmato e se deve essere considerato un documento ufficiale.
  • Cosa si intende comunicare con questo documento in cui si parla di danno erariale e delle persone che potrebbero essere responsabili.
  • Se il Presidente del Consiglio comunale, il Segretario comunale, il Vice Sindaco, gli Assessori e i Consiglieri di maggioranza sono a conoscenza del contenuto del documento e se lo avallano.
  • Se le persone menzionate nel documento sono a conoscenza di essere indicate come possibili responsabili di danno erariale e, in particolare, se i dipendenti comunali siano consapevoli di essere indicati come responsabili dal 1992.
  • Perché, nonostante la richiesta formale di convocazione del Consiglio straordinario, depositata e protocollata il 29 luglio 2024, il Sindaco non ha ancora proceduto con la convocazione, come previsto dal Regolamento del Consiglio comunale.

Stringata la dichiarazione di Francisa, subito dopo il Consiglio: "Il Consiglio Comunale Straordinario di ieri giovedì non si è potuto svolgere per assenze (tutte giustificate) di alcuni consiglieri. Nello svolgimento procedurale del Consiglio i Consiglieri di minoranza hanno richiesto la seduta del Consiglio in "seconda convocazione" ignorando quanto riportato dagli articoli del Regolamento Comunale. L'intera seduta si è svolta nel rispetto dell'applicazione di Legge dello stesso".

La casa di Borgata Paratore ristrutturata da Silvia Zilli e suo marito Flavip Bonardo

Francisca, che quando vennero abbattute quelle case era sindaco, si dice da sempre con la coscienza apposto: "La messa in sicurezza di Paratore sarebbe costata oltre 50milardi di lire. Una cifra folle. La decisione di abbattere le case e di ricollocarle la presi dopo essermi confrontato con il prefetto per la ricostruzione, Gallitto e con il capo della Protezione Civile. Diversamente non avrei potuto fare".

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