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Crescentino

L'imbarazzante commemorazione in vita di Marinella Venegoni

Una serata per festeggiare il 50° anniversario di assunzione a La Stampa. Ma non la organizza La Stampa: è un talk show in piazza condotto da lei con il patrocinio del Comune

L'imbarazzante commemorazione in vita di Marinella Venegoni

Marinella Venegoni

CRESCENTINO. Speravamo, dopo tanti anni, di non doverci più occupare di Marinella Venegoni, ma purtroppo ci tocca. Eh sì: perché stasera, 5 settembre, in piazza Caretto a Crescentino organizza una festa - un talk show, nientemeno, intitolato "Questa di Marinella è la storia vera" - per celebrare i cinquant'anni da quando è stata assunta a La Stampa.
Ora: gli anniversari lavorativi ognuno li festeggia come vuole: con i colleghi, con i parenti, con gli amici; a casa, sul posto di lavoro, in trattoria o dove gli garba: ma non coinvolge il Comune. Invece madame lo festeggia su un palco davanti al municipio, in un evento organizzato “con il patrocinio della Città di Crescentino” (anche se all'albo pretorio non risulta alcuna delibera di patrocinio: la pubblicheranno a posteriori?), e se piove il Comune le mette a disposizione il Teatro “Angelini”.
Dice: «sì, ma è stata anche sindaca, per due volte». Certo: ma - essendo stata eletta la prima volta nel 1995 e la seconda nel 2009 - quest'anno non ricorre alcun anniversario della sua sindacatura, l'evento celebra il cinquantennio a La Stampa: che è un'azienda privata, che con il Comune non c'entra nulla. Perché la festa non gliela organizza La Stampa? Probabilmente perché dentro La Stampa di questo cinquantenario non frega niente a nessuno. Venegoni ha comunque chiamato in redazione: organizzo 'sta serata, me lo mettete un articolo? E quelli: vabbé, ma non c'è nessuno che lo scrive, scrivitelo tu. E così ha dovuto scriverselo lei. Per restare in ambito musicale: se la canta e se la suona.
E siccome la festa se la organizza lei, ha chiamato - come se fosse a casa sua, ma su un palco comunale - i suoi amici, e proietterà alcuni spezzoni video in cui è protagonista: un po' come quando dopo pranzo tuo cognato vuol farti vedere assolutamente il suo imperdibile filmino delle vacanze, e tu abbozzi e fai finta di guardarlo mentre ti appisoli sul divano.

L'evento sarebbe comunque interessante se Venegoni spiegasse le circostanze che cinquant'anni fa l'hanno portata ad essere assunta a La Stampa; noi che conosciamo parecchi suoi coetanei sia a Crescentino che nel quotidiano torinese un po' di cose sul punto le sappiamo, e non riguardano né la competenza musicale né le capacità scrittorie della festeggiata: ma siccome è una signora, e noi siamo gentiluomini, glissons.
Quanto a competenza musicale, comunque, altrettanto interessante e gustosa sarebbe nella lieta occasione la lettura pubblica delle “pagelle” che madame, ogni anno per decenni dal Festival di Sanremo, impancandosi a professoressa elargiva sul giornale ai cantanti in gara: spesso esaltando gente che ha ballato (ehm, cantato) una sola estate per poi sparire inghiottita dalla mancanza di talento, e stroncando quelli che poi hanno avuto fulgide carriere e hanno riempito teatri e stadi. Una che ne capisce, insomma.
E siccome l'evento è organizzato proprio per parlare di cinquant'anni di professione, dal punto di vista deontologico sarebbe vieppiù interessante che Venegoni raccontasse quante volte ha scritto di nuovi dischi dopo essere andata alle presentazioni ospitata (o con nota spese a carico di) cantanti o case discografiche: un po' come quei compilatori di guide gastronomiche che recensiscono con tante stelle e commenti entusiasti i ristoranti in cui li hanno fatti mangiare gratis.
Guest star della serata (se viene, eh: non è ancora sicura) è tal Gemma Galgani di “Uomini e donne”, e già questo dà la cifra dell'evento: una passa la vita a seguire - spesata dal giornale - i concerti di Madonna, Bruce Springsteen e Bono degli U2 e poi, quando organizza la festa per i cinquant'anni di critica musicale, l'unica che viene (forse) è una dama di “Uomini e donne”. Non un Guccini o un De Gregori, non si può pretendere, ma nemmeno una Laura Pausini o una Emma Marrone. Per dire il livello della serata (e della festeggiata).

Nell'autopresentazione dell'evento, però, Venegoni - che, come suo solito, da sempre confonde i momenti privati e lavorativi con quelli pubblici e istituzionali - dice anche che «finiremo per parlare di Comune e di giunte, dei quali ho ricordi particolarmente frizzanti». E ne parla con chi? Con l'attuale sindaco Ferrero (di cui è grande elettrice) e con l'attuale assessore alla cultura Dassano: che però non stavano né in Consiglio né in Giunta quando lei era sindaca. Se davvero vuol condividere coram populo ricordi e aneddoti di quei gloriosi momenti, perché - analogamente alla parte musicale della serata - non chiama quelli che allora erano in Comune insieme a lei? Magari, visto che è comunque la sua festa, non gli oppositori - anche se crediamo che Fabrizio Greppi e Gian Maria Mosca da raccontare ne avrebbero - ma potrebbe invitare coloro che erano in maggioranza con lei, tipo Franco Allegranza e Salvatore Sellaro, che - per dirla andreottianamente - l'hanno “vista da vicino” nel suo operato di sindaca e hanno potuto apprezzare le sue doti di leadership e di lealtà. Oppure avrebbe potuto chiamare anche solo qualche giornalista non leccapiedi, rara avis, che con i dati elettorali alla mano avrebbe dimostrato che negli ultimi cinquant'anni Venegoni è stata la sindaca meno votata di Crescentino, che ha vinto per due volte le elezioni comunali solo perché lo schieramento opposto era spaccato e diviso in più liste, e che di suo non ha mai preso nemmeno un voto, ma è assurta a quello scranno soltanto grazie ai consensi raccolti dai “portatori d'acqua” della sua lista, poi accantonati quando non le servivano più. Questa sarebbe “di Marinella la storia vera”, ma temiamo che stasera su quel palco non emergerà: continuerà a raccontarla, e a raccontarsi, come piace a lei.

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Commenti all'articolo

  • Uliveto

    06 Settembre 2024 - 18:35

    Spero che la Sig.ra Venegoni chieda un lauto risarcimento all’autore di questo “scritto” diffamatorio, opera di un “giornalista” che non sarà mai candidato al Pulitzer. Astioso, maligno, invidioso, meschino ? O tutti questi bei pregi messi insieme ? Una portinaia non sarebbe stata in grado di fare meglio. VERGOGNA !!!

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