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03 Settembre 2024 - 17:26
Il nuovo pontile realizzato in sponda sinistra del Po
A Chivasso non c’è il mare ma da qualche giorno a questa parte c’è un porto che verrà inaugurato domenica 8 settembre.
Sì, avete capito bene: un piccolo attracco sul fiume Po realizzato sulla sponda sinistra, nella recuperata area del Sabiunè, nei pressi del ponte che porta a Castagneto.
Un porto che in realtà è un imbarcadero ma la cui funzione ci spinge a fare un tuffo nel passato, quando sul Grande Fiume che attraversava la Padana non c’erano ponti ma “pontili” qua e là.
Procediamo con ordine…
Nel marzo 2022, tra il Comune di Chivasso e le Associazioni Amici del Po Chivasso e CAl Sezione di Chivasso, è stato sottoscritto il Patto di collaborazione denominato "Facciamo crescere il grande parco fluviale lungo il Po".
Gli obiettivi erano molteplici: far avvicinare la cittadinanza ad una zona naturale, recuperando il tradizionale rapporto di familiarità e confidenza con il Grande Fiume e il rispetto dei suoi ritmi vitali, favorendo la conoscenza delle specie viventi che abitano quest'area spondale e tutelando quelle autoctone. Aumentare l'attrattività dell'area, curando i sentieri che permettono di attraversare in modo più consapevole le diverse zone e incoraggiando un turismo “lento" a basso impatto ambientale.
Infine mantenere il decoro e la pulizia dell'area, condividendo la responsabilità civica della cura del territorio.ù
Lavori in corso degli Amici del Po
Tra le diverse iniziative il Comune di Chivasso e Amici del Po Chivasso hanno quindi concordato il ripristino e la messa a disposizione di un pontile galleggiante, con gli Amici del Po che già disponevano di un pontile modello “Easy” 6,20 x 2,20 metri che hanno restaurato per l’occasione.
Inoltre, hanno provveduto in economia a tutte le riparazioni della struttura in ferro zincato, al rifacimento delle parti metalliche non sostituibili ed alla realizzazione della pavimentazione con materiali
Il Comune di Chivasso, dal canto suo, ha provveduto all'acquisto del ricambi originali dei moduli galleggianti presso il produttore, in quanto uniche parti non riparabili o sostituibili con materiali di recupero.
Al completamento dei lavori di riparazione e ripristino l'Associazione Amici del Po ha infine provveduto alla "messa in acqua" del pontile galleggiante e ne garantirà la fruizione agli utilizzatori di imbarcazioni che ne avessero necessità, nel pieno rispetto delle prescrizioni di AlPo.
Il trasporto del pontile
Domenica 8 settembre alle ore 11 presso il nuovo imbarcadero del parco Sabiunè ci sarà l'inaugurazione dell'area appena ultimata sull'area fluviale del Po Chivassese.
L’evento ha l’obiettivo di portare a conoscenza della cittadinanza i nuovi servizi che questo luogo mette a disposizione di tutti.
"La scogliera in pietra realizzata nell'ambito del "Bando Biodiversità" funge da valido e robusto attracco - si legge in una nota stampa diffusa da Palazzo Santa Chiara -. A questo manufatto si collega la piattaforma galleggiante con una nuova passerella pedonale che in sicurezza permette alle persone di accedere allo specchio d'acqua. Da questo manufatto potranno partire e attraccare piccoli natanti, gommoni, canoe, kaiak.
Lavori in corso per il pontile
Alle spalle della scogliera si potranno apprezzare il ripristino di questo angolo, con le piantumazioni avvenute l'anno scorso (in particolare con esemplari di olmo cigliato, pioppo bianco, salice) e la realizzazione del sentiero a servizio della scogliera e quello di collegamento al parco Bricel".
"L'impegno economico per queste opere avvalora lo sforzo che l'Amministrazione sta perseguendo per rendere sempre la città sempre più a misura di uomo e ambiente - conclude la nota -. Questa realizzazione in particolare è stata possibile grazie al patto di collaborazione tra il Comune e l'associazione Amici del Po di Chivasso. Questo patto di cittadinanza attiva ha permesso di ottimizzare al meglio le idee, le opere, i manufatti e infine la gestione. Questa operazione esprime al meglio le potenzialità che si possono sviluppare quando i cittadini si organizzano dal basso e propongono all'Amministrazione una collaborazione propositiva e virtuosa".
Il pontile galleggiante finito
Da tempi antichissimi, il Po ha svolto un ruolo centrale nell’attrarre la presenza umana nella valle che il fiume stesso ha modellato con i suoi depositi alluvionali. Esiste, dunque, un legame profondo tra il fiume, il territorio circostante e i suoi abitanti.
I porti fluviali di un tempo, naturalmente, erano molto diversi da quelli odierni. Come punti di approdo, erano spesso costituiti dai coni di deiezione formati alla confluenza dei piccoli corsi d'acqua con il Po. Le imbarcazioni attraccavano arenandosi, e un portello ribaltabile a prua facilitava lo scarico delle merci. Le strutture portuali erano estremamente semplici, simili a quelle raffigurate in molte vedute di città italiane e straniere tra il XV e il XVII secolo. Questi porti fluviali, quando non erano semplici rive naturali, disponevano di rudimentali pontili in legno, con banchine sorrette da palizzate e tavoloni. Basti pensare che fino al XV secolo, anche parti del porto di Genova erano ancora in legno. Gli storici, pertanto, ritengono che nel Medioevo, e anche prima, le strutture fossero altrettanto modeste, il che spiegherebbe la mancanza di tracce archeologiche oggi.
Probabilmente, il fatto che la Pianura Padana, specialmente nella sua parte centro-orientale dove il Po è più navigabile, sia oggi una delle aree più sviluppate economicamente in Europa, è dovuto proprio alla fiorente "economia fluviale" sviluppatasi lungo il fiume. Anche in Piemonte, la storia ci parla della presenza di numerosi porti lungo il Po.
Praticamente ogni cittadina affacciata sul grande fiume aveva il suo porto, a partire da Torino. Le comunità lungo le sponde erano spesso in conflitto tra loro, sia per il possesso delle fertili terre alluvionali, create dai frequenti cambiamenti di corso del fiume, sia per il controllo dei porti, che divenivano importanti centri di traffici e commerci. Questi porti, talvolta, cambiavano sponda proprio a causa delle mutazioni del corso del fiume.
I porti erano molto diffusi anche perché, oltre a servire come attracco per le imbarcazioni che trasportavano merci e persone lungo il Po, erano spesso utilizzati per i traghetti che collegavano le due sponde del fiume, dato che i ponti erano opere costose e rare a quei tempi.
Esaminando il tratto di fiume che va da Crescentino fino alla confluenza con lo Scrivia in Lombardia, si possono individuare numerosi porti, traghetti e attraversamenti. Quasi ogni paese ne aveva uno.
A Verrua Savoia, ad esempio, ce n’erano addirittura due: uno vicino al centro abitato di Crescentino, di fronte alla fortezza di Verrua, chiamato "porto di Crescentino", e un secondo, aggiunto all'inizio dell'Ottocento, denominato "porto delle Ghiacciaie".
A Fontanetto Po, esistevano storicamente due attraversamenti fluviali, chiamati "porto di Gabiano" e "porto di Moncestino", che collegavano ai centri abitati omonimi. Vicino a Palazzolo, ai piedi della collina e di fronte alla frazione di Rocca delle Donne (nel comune di Camino), si trovava un altro attraversamento fluviale, noto come "porto di Rocca delle Donne".
Anche vicino a Pontestura c'era un attraversamento fluviale, mentre a Trino Vercellese, ai piedi della collina e in corrispondenza del comune di Camino, c'era il "porto di Brusaschetto", altra frazione di Camino.
All'inizio dell'Ottocento, venne aggiunto un secondo porto, il "porto di Camino", situato presso la Grangia di Pobietto e collegato ai centri abitati circostanti.
A Morano Po, ai piedi della collina e di fronte al centro abitato di Coniolo, c'era un attraversamento fluviale noto come "porto di Coniolo".
Casale Monferrato è stata per secoli un punto strategico per il controllo dei trasporti tra il Monferrato, Milano, Genova e Torino, e ospitava un importante porto, spesso in competizione con quello di Valenza.
Anche nei pressi di Frassineto Po e Valmacca, vicino alla fortificazione chiamata Torre d'Isola, c'erano attraversamenti fluviali e porti, con collegamenti verso il centro abitato di Breme.
Si ricordano inoltre attraversamenti vicino a Bozzole e Bassignana, quest'ultimo collegato a Suardi.
A poca distanza da Bassignana, presso la frazione di Mugarone, esisteva un secondo attraversamento fluviale. Nelle vicinanze di Alluvioni Cambiò e Isola Sant'Antonio, sorgevano altri attraversamenti che collegavano rispettivamente Cambiò e Mezzana Bigli.
Oggi, tutte queste strutture sono scomparse, sostituite in parte dai ponti.
Anche volendo, nella maggior parte dei casi, non sarebbe più possibile ricostruirle, poiché i prelievi idrici riducono lunghi tratti del Po a semplici torrenti, inadatti alla navigazione.
A Chivasso, ad esempio, il canale Cavour può prelevare fino a 110 mc/s, a cui si aggiungono i prelievi del Canale Lanza a Casale.
Di conseguenza, la navigazione a monte di Casale è oggi possibile solo con imbarcazioni leggere, come kayak, canoe o gommoni da rafting.
Alcuni comuni, in collaborazione con l'ente parco del Po alessandrino e dell'Orba, hanno introdotto un servizio, attualmente saltuario, di Soft Rafting, che permette di navigare da Verrua Savoia a Coniolo lungo oltre 20 km di fiume.
Andrea Fluttero, a sinistra, presidente degli Amici del Po
È previsto anche il ripristino di alcuni degli antichi attracchi, permettendo di godere di panorami tra i più belli e incontaminati dell'intero percorso del Po, che in questo tratto è difficilmente accessibile da terra. Lungo queste sponde, si possono osservare numerose specie di fauna, tra cui aironi, falchi di palude, albanelle, cormorani, fischioni, marzaiole, corrieri, sterne e martin pescatori, che spesso nidificano in aree protette dall'inaccessibilità terrestre lungo la sponda collinare.
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