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Gli si guasta l'auto, non ha i soldi per comprarne una e il paese gliela regala: che storia in Canavese!

E’ una favola bella da raccontare perché parla di amicizia, di sensibilità, di generosità ma non solo

Frassinetto

Aurora Palù con Romano Perono Biacchiardo

Non capita tutti i giorni che chi si ritrova all’improvviso senz’auto se ne veda regalare una. E nemmeno che a fare questo genere di regalo sia un gruppo di compaesani.

E’ successo due mesi fa a Frassinetto ma la notizia è balzata soltanto ora agli onori della cronaca.

I protagonisti sono da un lato un signore di 71 anni che abita in una frazione fuori mano; dall’altro i giovani del paese, che si ritrovano nell’Osteria  “La Masca” e che insieme al gestore Ugo Palù ed a sua figlia Aurora hanno avuto l’idea.

Al contrario di quanto si potrebbe pensare, Romano Perono Biacchiardo non è un individuo che vive ai margini della società ma semplicemente una persona con difficoltà economiche.

In passato ha lavorato come chef di sala nei migliori ristoranti italiani ed esteri (basti citare l’Hotel Hilton di Londra o il Gran Hotel Billia di Saint-Vincent) e conosce bene diverse lingue ma tutto questo non è servito a garantirgli una buona pensione.

Aveva ottenuto il Reddito di Cittadinanza ma lo ha perso in seguito alle restrizioni introdotte lo scorso anno.

Abita in Frazione Balma ed è ben inserito nella comunità locale, dove si rende utile con una forma di volontariato non ufficializzata ma preziosa: quando un compaesano deve recarsi per la spesa nell’unico negozio di Frassinetto oppure scendere a Cuorgnè per una visita medica o una pratica burocratica, è sempre pronto a fargli da autista.

Chi vive nei grandi centri o anche nelle cittadine di fondovalle non sempre capisce l’importanza dell’automobile ma nei paesini montani rappresenta uno strumento insostituibile: senza macchina non si può fare nulla.  

Ecco perché, quando quella di Perono Biacchiardo si è guastata, il paese si è mobilitato. Riparare il veicolo non avrebbe avuto senso perché troppo malandato e comprarne uno nuovo non gli era possibile: ci sarebbe stata una Panda che faceva al caso suo ma, per quanto costasse solo 500 euro, erano troppi.

Il meccanico (uno dei giovani di cui si diceva) ne ha parlato con Palù ed insieme hanno deciso di coinvolgere gli amici del signor Romano ed anche il sindaco Marco Bonatto Marchello. La risposta è stata rapida e più che lusinghiera: in una settimana hanno raccolto 1300 euro, così da poter pagare anche le spese di voltura ed avanzare ancora del denaro per l’acquisto degli pneumatici invernali.

Aver risolto il problema però non bastava agli organizzatori dell’iniziativa: il regalo doveva essere consegnato in modo solenne e festoso, facendo una sorpresa al destinatario. Così hanno messo in piedi una messinscena ben congegnata, pensata in tutti i particolari.

Una veduta di Frassinetto

“Quando si tratta di fare festa noi di Frassinetto non ci tiriamo indietro – racconta Palù –. Io e mia figlia abbiamo trovato il modo di convincere Romano a venire in paese nel pomeriggio, cosa che non fa mai perché sbriga le proprie commissioni al mattino. Ci siamo inventati che dovevano arrivare dei clienti tedeschi e che avevamo bisogno di lui per tradurre il menu. Si è pure esercitato per fare bella figura…. Arrivato qui, i tedeschi non c’erano e non sono arrivati nemmeno dopo. Si stupiva per il ritardo ed allo  stesso tempo notava con stupore la presenza di tanti frassinettesi davanti al locale in un martedì di inizio estate (era il 18 giugno). Man mano che il tempo passava continuava ad arrivare altra gente finché, ad un segnale convenuto, tutti si sono assiepati in mezzo alla strada in modo da impedire la vista dell’auto in arrivo mentre gli consegnavamo la scatoletta con le chiavi. Ci ha messo un po’ a capire cosa stesse succedendo!”.

Una bella scenetta, che induce a chiedere se qualcuno degli organizzatori abbia avuto esperienze di recitazione. “No assolutamente – è la risposta – E’ stato tutto improvvisato”.

Difficilmente episodi come questo si potrebbero verificare nelle città; nei piccoli centri, dove tutti si conoscono e dove il tessuto sociale resta più compatto, i piccoli miracoli sono invece ancora possibili. E’ una storia bella da raccontare perché parla di amicizia, di sensibilità, di generosità ma non solo. E’ anche una dimostrazione di come il dare e ricevere rappresentino spesso due facce della stessa medaglia e di come i gesti solidali finiscano per migliorare la vita di tutti.

La nota triste consiste nel dover prendere atto per l’ennesima volta che il ricorso alla solidarietà diventa troppo spesso l’unico mezzo per supplire alle carenze di uno Stato Sociale sempre più lacunoso.

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