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Settimo Torinese

Sindaca o "lecca lecca"?

Sui social i "piastrini" alzano le barricate e invitano a non leggere il nostro giornale

Elena Piastra

Elena Piastra

E poi, d’un tratto, su Facebook si scatena un dibattito su che cosa, sui social, sia pubblico e che cosa non lo sia. C’è una certa Veronica Brunelli, novella giuslavorista, che sostiene di saperla più lunga degli altri. “No, non si può…!!!”, insiste, postando degli stralci di sentenza sul “diritto d’autore”.

Ecco, appunto, il diritto d’autore. Certo che esiste. Ma cosa significa esattamente?

Il diritto d’autore è un insieme di norme che tutela le opere dell’ingegno creativo, come i quadri di un pittore, le foto di un fotografo professionista e, guarda un po’, anche gli articoli pubblicati su un giornale, su un blog, su un sito internet. Questo diritto protegge l’autore, riconoscendogli la titolarità esclusiva di sfruttare economicamente la propria opera, sia attraverso la riproduzione che la distribuzione, la comunicazione al pubblico o qualsiasi altra forma di diffusione.

Tutto ciò, insomma, che ha un valore economico, si può condividere sui social, ma non si può fare proprio, copiandolo e incollandolo senza autorizzazione.

Da qui a dire che anche il post sui social di qualche riga, magari anche con foto, di un cittadino che denuncia una stortura o il degrado in cui versa una strada, rientri in questa sfera ce ne corre, e pure tanto.

La denuncia di un post è una denuncia e tale resta. Il giornalista attento la riprende per darle ancora più voce, senza violare alcun diritto. Il mestiere è sempre lo stesso. Un tempo, tra le fonti di una notizia, c’erano i cittadini che si lamentavano per strada o se ne stavano al bar; oggi, guarda un po’, e per certi versi, meno male, ci sono anche i social. Dove, peraltro, impazzano anche i politici, e anche loro sono “fonti”. In sintesi, tutto ciò che è sui social è pubblico; quel che non si può fare è utilizzare e riprodurre materiale che ha un valore economico o è frutto dell’ingegno, senza l’autorizzazione dell’autore.

Tant’è! Poco male. Il punto è che tutto è nato con un preciso obiettivo dei cosiddetti “piastrini” o "piastra boys and girls", quello cioè di infangare questo giornale. C’è chi ci definisce di centrodestra, ed è davvero questa una novità, considerando che tra i nostri autori più rodati, anche nelle pagine di Settimo, c’è il massimo della sinistra possibile, di sicuro più di quanto non lo sia il centrosinistra di governo. Ma c’è anche chi semplicemente chiede di non comprarci, di non leggerci, arrabbiatissimi per i nostri articoli di critica al governo della città e alla sindaca Elena Piastra, che loro venerano come la Madonna di Lourdes.

Una venerazione che ha quasi dell'assurdo, anche di fronte a fatti oggettivi e incommentabili, dentro e soprattutto “fuori dal comune”.

La domanda è: siamo così sicuri che queste loro barricate servano a qualcosa e non aiutino, invece, la critica a essere ancora più dirompente? Siamo così sicuri che considerare Piastra come se fosse un “lecca-lecca” faccia loro onore?

Per la cronaca, sul nostro sito internet, infatti, solo una minima parte dei lettori arriva dai social ma questo articolo è sicuro che lo leggeranno in tanti.

Come si vede nel grafico, infatti, www.giornalelavoce.it, dall'inizio dell'anno ha macinato quasi 30 mila utenti al giorno con un afflusso dai social di poco inferiore al 20%.

Spiacenti per "piastrini" ma, ci sa, se ne dovranno fare una ragione. I nostri lettori crescono...

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