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Cucina Mon Amour
25 Agosto 2024 - 19:23
Ho capito di aver amato New Orleans il giorno dopo averla lasciata. Mentre sei lì non te ne rendi conto, sei frastornato dalla musica continua e, ahimè per esserci andata in agosto, dal caldo.
New Orleans è una città che ti riporta indietro nel tempo, a quel dorato Ottocento che è stato il periodo di massimo splendore per le terre del sud degli Stati Uniti. Camminando per le strade del centro di questa città sembra davvero che il tempo si sia fermato. Poi, come qualsiasi altra città americana ci sono i grattacieli, ma a New Orleans sembrano loro ad essere fuori posto, sono esclusivamente nella zona "nuova", quella economica.
I due quartieri storici invece presentano ancora la pianta originaria, quella divisione squadrata tipica dei francesi (noi torinesi siamo estremamente pratici di piante squadrate). Fortunatamente l'uragano Katrina del 2005 non ha devastato la parte storica, così è riuscita a mantenersi in piedi senza troppe ristrutturazioni.
Il quartiere francese - detto vieux carré - è quello più noto e più festaiolo, è un tripudio di colori: le case sono gialle, rosse, viola, azzurre, tutte a due piani con i balconi decorati in ferro battuto.
Bourbon Street
La band Fritzel's nello storico pub di Bourbon Street
Non ci sono lampioni per strada, ma ogni casa è illuminata esternamente ancora da lampade a gas. Questo è sicuramente il quartiere più turistico, ma anche più caratteristico.
Di giorno è praticamente deserto, mentre la sera la via principale, Bourbon Street, si trasforma in una grandissima festa. Ogni singolo locale apre le sue porte e c'è musica dal vivo e si balla, anche per strada. E ovviamente non manca il jazz, qui dove questo genere musicale è nato.
Il jazz la sera si ascolta in qualche storico locale (il Preservation e il Fritzel i più famosi) dove si esibiscono dei musicisti professionisti. Di giorno invece fuori dai caffè si trovano alcune band un po' improvvisate che intrattengono i clienti.
L'altro quartiere storico è Garden District, meno rumoroso sicuramente rispetto al centro, ma altrettanto affascinante. Qui si concentrano invece le case coloniali, gli sgargianti colori del centro lasciano il posto al bianco candido delle imponenti case padronali, dove qui un tempo sorgevano le più grandi piantagioni del sud degli Stati Uniti.
Per poter comprendere le peculiarità di New Orleans non si può che tornare indietro con la storia al buio periodo del colonialismo europeo e della tratta degli schiavi dall'Africa.
Storica colonia francese - lo stato della Louisiana deriva infatti dal nome di re Luigi XIV e New Orleans dal nome del duca di Orléans, il quale volle fondare appunto una "nuova Orléans" - venduta poi agli spagnoli, espugnata nuovamente dai francesi, per poi passare sotto il controllo degli Stati Uniti dal 1803.
Nei secoli dello schiavismo New Orleans è stata la città che ha tristemente registrato il maggior numero di sbarchi dall'Africa.
Questo incontro fra più culture, quelle europee e quelle africane, diede vita ad una straordinaria città cosmopolita già nel 1750. Nel 1865 la schiavitù negli Stati Uniti venne abolita, le popolazioni africane erano finalmente libere, ma ben presto entrarono in vigore le leggi razziali emanate a New Orleans nel 1876: questo permise a quelli considerati all'epoca "colored" di potersi ritrovare solamente nei luoghi a loro designati, e ballare, e cantare, e suonare strumenti di origini africana, mescolando i suoni tribali e il ritmo dei tamburi a quelli della tromba e del basso presenti sul territorio e ai canti delle piantagioni: questo luogo di ritrovo era Congo Square ed è storicamente il luogo in cui è nato il jazz.
Anzi, per essere precisi dovrei dire dove è nato il jass, nome originario di questo genere musicale. Il nome cambiò poi in jazz grazie al siciliano Nick La Rocca che nel 1917 con la sua band "Dixieland Jazz Band" riuscì ad influenzare il mercato discografico dell'epoca esportando addirittura la sua musica anche fuori New Orleans, talmente tanto che il genere cambiò il nome da jass a jazz.
La statua di Louis Armstrong in Congo Square, oggi giardino dedicato al musicista
Un altro tratto distintivo della città scaturito dalla società cosmopolita dell'epoca è sicuramente la diffusione del voodoo. Questa religione, già estesa in Africa, arrivò a New Orleans con la tratta degli schiavi.
Le popolazioni colonizzatrici erano cattoliche, quindi tentarono strenuamente di reprimere le usanze voodoo, oltre ovviamente ad un sentimento di grande timore per i riti considerati magici e maligni.
Che crediate o meno alla religione voodoo, ammetto che alcuni punti della città sono piuttosto suggestivi, soprattutto di giorno quando le strade nei quartieri antichi sono praticamente deserte e ti trovi a camminare tra queste case semi abbandonate, coi lumini a gas, un silenzio tombale e il gracchiare dei corvi.
Per gli appassionati di serie TV, a Garden District si trova la casa in cui hanno girato "American Horror Story - Coven" (la villa è in vendita, se vi interessa) e devo dire che qualche volta mi sono guardata intorno parecchio condizionata dalla storia e dai luoghi.
Il museo dedicato alla regina del Voodoo
Casa coloniale di Garden District dove hanno girato American Horror Story
Nel centro della città c'è invece la casa di Marie Laveau, considerata la regina del voodoo, dove si possono acquistare oggetti mistici, oltre che alle leggendarie bamboline voodoo. Qui mi hanno regalato un santino con una preghiera per Marie Laveau; io non ci credo, ma non l'ho buttato, meglio non sfidare la sorte…
E infine, questa è una rubrica di cibo, come posso non parlarvi della cucina di New Orleans?
Dimenticate tutto quello che credete sia tipico della cucina americana.
Dimenticate gli hamburger e i fast food perché è impossibile trovarli nel centro della città.
L'altro elemento identificativo di New Orleans è infatti la sua cucina creola, un altro risultato del multiculturalismo, un mix perfetto di integrazione tra le cucine francesi, spagnole, italiane e africane che hanno dato vita ad una cucina che si è sviluppata solamente qui.
La base di ogni ricetta creola è quella che loro definiscono "La Trinità", ovvero un trito di sedano, cipolla e peperone, presenti in ogni preparazione.
New Orleans si affaccia sul golfo del Messico, quindi nei piatti tipici c'è molto pesce (pesce gatto, gamberi, molluschi).
Un'altra costante della cucina creola è il riso che accompagna praticamente tutti i piatti; questo può essere messo a parte in bianco, oppure diventare una sorta di paella nel tipico piatto Jambalaya che è un riso molto speziato accompagnato da crostacei e carne, a volte anche presentato col sugo.
Le spezie sono davvero molto presenti nei piatti della cucina creola, dal peperoncino, al coriandolo, alla cannella. Una verdura molto utilizzata e arrivata a New Orleans con gli sbarchi degli schiavi è il gombo (noi la conosciamo come okra) ed è la base di molte zuppe, tant'è che nella sezione delle zuppe dei menu c'è sempre scritto "gombo del giorno".
Io l'ho assaggiato con una zuppa di gamberi e vongole, davvero molto saporito.
Classica zuppa Gombo
Zuppa Gombo ordinata in un ristorante più contemporaneo
C'è poi un altro tipo di cucina che si è fusa con quella creola, ed è la cucina Cajun, tipica delle popolazioni francesi che vivevano in Canada e che furono cacciati dagli inglesi nel 1755. Gli "Acadiani" portarono con loro l'usanza della carne, tra selvaggina, spezzatini e brasati che ben presto si mescolarono con il riso e le spezie delle popolazioni creole.
Non dimentichiamo che dalla fine dell'Ottocento a New Orleans iniziarono a sbarcare anche gli italiani, soprattutto siciliani.
Nei menu di ristoranti tipici creoli non è strano trovare infatti le tagliatelle o fettuccine condite con i sughi speziati di pesce o carne. Sempre in alcuni ristoranti tipici abbiamo trovato il panino "muffuletta" tipico siciliano, condito con salame e verdure.
Non mancano poi le zuppe di alligatore e di tartaruga e ho scoperto che in Lousiana esiste l'unica specie di testuggine al mondo che è possibile cacciare, qui presenti nei bayou, che sono tipiche zone paludose.
Infine come non citare i mitici po' boys! Sono dei panini tipici nati negli anni Venti, consumati per strada per lo più da giovani che avevano fretta di andare al lavoro.
Era un piatto che costava molto poco, quindi adatto alla popolazione meno abbiente. La leggenda vuole infatti che il nome derivi dal fatto che questi panini venissero richiesti dai poveri e che i venditori urlassero "another poor boy!" per attirare la loro attenzione e spingerli a consumare.
Questi panini sono conditi con pesce fritto oppure con del brasato e accompagnati da una salsa aioli.
Po' boys con pesce del Golfo fritto
New Orleans è una città unica al mondo, è un universo parallelo rispetto al panorama statunitense, è una bolla colorata e festaiola dove si sono mescolate culture diverse tra loro senza che nessuna soccombesse.
Purtroppo però è una città un po' trasandata, l'uragano devastante del 2005 l'ha praticamente disabitata perciò non è difficile trovare case abbandonate in degrado.
A parte questo aspetto, New Orleans per me rimane una città che va assolutamente vista, è troppo particolare per non farci un salto.
Il tempo di permanenza che vi consiglio è di massimo 3/4 giorni, oltre a perdervi tra le caratteristiche vie del centro ci sono tre musei importanti da visitare (quello del jazz, il museo della Seconda guerra mondiale più grande degli USA e il museo di arte moderna), e tipico è anche il giro sul battello a vapore lungo il fiume Mississippi.
Il Natchez, storico battello a vapore sul Mississippi
L'aeroporto è ben collegato con il resto degli Stati Uniti perciò New Orleans può essere una meta da aggiungere al tour di altre città, oppure come ho fatto io questa volta, potete poi viaggiare verso i Caraibi.
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