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Ivrea

Braccio di ferro. Il sindaco di Ivrea chiede 500 mila euro a RFI

Controversia legale per l'occupazione del suolo pubblico. L'azienda contesta e ricorre al Presidente della Repubblica

Matteo Chiantore, sindaco e avvocato

Matteo Chiantore, sindaco e avvocato

Una controversia legale tra il Comune di IvreaRete Ferroviaria Italiana (RFI) potrebbe assumere una rilevanza nazionale, toccando importanti nodi giuridici e amministrativi.

Al centro della disputa c'è la richiesta di pagamento di circa mezzo milione di euro avanzata a RFI per l’occupazione di suolo pubblico in Piazza Perrone e via Riva, utilizzati come cantiere per i lavori di elettrificazione della linea ferroviaria. RFI sostiene, tuttavia, di non essere tenuta a versare questo importo, argomentando che l’opera, essendo di interesse pubblico, dovrebbe essere esente.

Morale? RFI ha presentato un ricorso al Presidente della Repubblica e all'inizio di agosto l'Amministrazione comunale ha incaricato lo Studio Legale Fogagnolo di Ivrea per fare opposizione.

Più nello specifico, RFI contesta la legittimità del pagamento richiesto, sostenendo che le opere ferroviarie di interesse nazionale, finanziate con fondi statali, dovrebbero essere esenti dal canone unico patrimoniale previsto per l’occupazione di suolo pubblico.

Tuttavia, la normativa comunale di Ivrea non prevede questa esenzione per società di capitali come RFI, che non è più un ente statale ma opera ormai come una normale impresa sul mercato. La controversia si inserisce in un contesto più ampio, dove il passaggio di RFI da ente pubblico a società per azioni ha creato situazioni giuridiche complesse in vari cantieri in tutta Italia.

Insomma, sebbene la pubblica utilità delle opere sia riconosciuta da tutti, ciò non comporterebbe automaticamente esenzioni fiscali o tributarie.

Il ponte ferroviario

E se è vero che la decisione del giudice potrebbe costituire un precedente giuridico, si apprende che le parti si sarebbero già viste e continuerebbero a dialogare nella speranza di evitare una lunga battaglia legale con esiti incerti...

Per quel che e ne sa si starebbero valutando ipotesi di un accordo transattivo.

Vero è che la scelta di affidarsi allo Studio Legale Fogagnolo, specializzato in materia tributaria, evidenzia l'importanza che il Comune attribuisce alla difesa delle proprie prerogative, dei propri diritti e dei propri doveri, compreso quello di evitare una condanna da parte della Corte dei Conti per mancato recupero delle somme dovute.

Questo non è il primo caso in Italia in cui un Comune richiede il pagamento per l'occupazione di suolo pubblico.

A Milano, nel 2019, il Comune ha chiesto a Telecom Italia il pagamento di una somma considerevole per l'occupazione del suolo pubblico durante i lavori di manutenzione delle reti di telecomunicazioni. Come RFI a Ivrea, anche Telecom Italia ha contestato la richiesta, sostenendo che i lavori, essendo di interesse pubblico, dovessero essere esenti dalla tassa. Il contenzioso si è risolto solo dopo lunghe trattative, con un accordo che ha comportato un pagamento ridotto rispetto alla richiesta iniziale.

Un altro caso significativo si è verificato tra il 2017 e il 2018 a Napoli, dove il Comune ha chiesto a Enel il pagamento per l'occupazione di suolo pubblico durante i lavori di interramento delle linee elettriche. Dopo una lunga battaglia legale, il tribunale ha stabilito che Enel doveva pagare la tassa richiesta dal Comune, poiché, nonostante i lavori fossero di pubblica utilità, non vi era un'esenzione chiara prevista dalla normativa vigente. Questo caso è spesso citato come esempio di come le opere di pubblica utilità non garantiscano automaticamente esenzioni dalle tasse locali.

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