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Estate 2024

Detenuti in rivolta a Ivrea, Biella e Torino. Situazione fuori controllo: ci va l'esercito

Inutile sottolineare che tutti e tre questi eventi sono un campanello d'allarme per tutto il sistema penitenziario italiano

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In carcere

Nelle ultime ore, diverse carceri del Piemonte sono state teatro di episodi di violenza e disordini che hanno coinvolto detenuti e agenti di polizia penitenziaria, sollevando nuovamente l'allarme sulla situazione critica all'interno delle strutture carcerarie italiane.

Ivrea: Un agente ferito durante una protesta di un detenuto

Un episodio si è verificato nel carcere di Ivrea, dove un agente di polizia penitenziaria è rimasto ferito durante una protesta scatenata da un detenuto di origine tunisina.

Quest'ultimo, infuriato per il rifiuto di consentirgli di visitare un altro recluso in una diversa sezione dell'istituto, ha spinto violentemente una scrivania contro l'agente, causandogli una contusione al piede. L'incidente ha riacceso le preoccupazioni sul livello di sicurezza nelle carceri italiane e sulla crescente tensione tra detenuti e forze dell'ordine.

Vicente Santilli, segretario regionale del sindacato di polizia penitenziaria Sappe, ha espresso il suo disappunto, affermando che "non si può più andare avanti così, con aggressioni e danneggiamenti all'ordine del giorno".

Anche Donato Capece, segretario generale del Sappe, ha sottolineato la necessità di interventi urgenti per garantire la sicurezza degli agenti, criticando l'amministrazione penitenziaria per la sua apparente inazione.

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Biella: Due agenti feriti durante una lite tra detenuti

Un altro episodio di violenza si è verificato a Biella, dove due agenti di polizia penitenziaria sono stati feriti mentre tentavano di sedare un diverbio tra detenuti. La situazione è degenerata rapidamente: uno degli agenti è stato colpito con uno sgabello, mentre l'altro è stato preso a pugni al volto e a una spalla. Entrambi sono stati trasportati in ospedale per le cure necessarie. Anche in questo caso, Vicente Santilli ha ribadito la necessità di dotare gli agenti di strumenti di difesa adeguati, come il taser, per far fronte alle crescenti minacce all'interno delle carceri. Donato Capece ha definito questi eventi "destabilizzanti" per l'ordine e la sicurezza delle strutture penitenziarie, chiedendo che l'amministrazione penitenziaria adotti misure urgenti per proteggere il personale.

Torino: Sei agenti feriti durante disordini nel carcere

Il carcere di Torino è stato il palcoscenico del più grave degli episodi riportati, con sei agenti di polizia penitenziaria rimasti feriti durante il tentativo di sedare una serie di disordini scoppiati in vari reparti dell'istituto. I disordini, iniziati nel pomeriggio del 15 agosto, si sono protratti fino alla notte successiva, coinvolgendo diverse decine di detenuti.

La situazione è degenerata al terzo piano del padiglione B, dove alcuni detenuti hanno rifiutato di rientrare nelle loro celle, dando fuoco a un materasso e danneggiando le strutture, compresi i sistemi di videosorveglianza. Al secondo piano, sono stati incendiati ulteriori oggetti e al primo piano il pavimento è stato cosparso di olio da cucina per ostacolare l'intervento degli agenti. La gravità della situazione ha reso necessario richiamare in servizio il personale libero e inviare rinforzi da altre carceri della regione.

Leo Beneduci, segretario generale del sindacato di polizia penitenziaria Osapp, ha definito "folle" quanto accaduto nel carcere di Torino, descrivendo l'istituto come "il più problematico d'Italia, ingovernabile e fuori controllo". Beneduci ha chiesto l'intervento dell'esercito e una ispezione immediata da parte del ministro della Giustizia, Carlo Nordio, per prendere provvedimenti nei confronti dei responsabili della gestione della struttura.

Il contesto generale e le reazioni

Questi episodi, purtroppo, non sono isolati, ma rappresentano l'ennesima manifestazione di un problema sistemico che affligge le carceri italiane. La tensione all'interno delle strutture penitenziarie è palpabile e crescente, alimentata da condizioni di sovraffollamento, carenza di personale e mancanza di risorse adeguate per gestire situazioni di emergenza. La richiesta di strumenti di difesa come il taser, avanzata dai sindacati di polizia penitenziaria, è solo l'ultima di una serie di richieste che mirano a migliorare la sicurezza degli agenti e a prevenire il ripetersi di episodi di violenza.

Anche l'Associazione Vittime del Dovere ha espresso solidarietà agli agenti feriti durante i disordini nel carcere di Torino, sottolineando la necessità di interventi urgenti per migliorare le condizioni di lavoro all'interno delle carceri. In un comunicato, l'associazione ha ribadito l'importanza del ruolo svolto dal personale di polizia penitenziaria nel mantenimento della sicurezza e della legalità all'interno degli istituti, chiedendo che le istituzioni competenti forniscano risorse adeguate per prevenire ulteriori episodi di violenza.

Inutile sottolineare che tutti e tre questi eventi sono un campanello d'allarme per tutto il sistema penitenziario italiano. La crescente violenza, l'insicurezza e la mancanza di risorse adeguate per gestire le emergenze stanno mettendo a dura prova il personale di polizia penitenziaria, che si trova a fronteggiare situazioni sempre più pericolose e complesse. È necessaria una riflessione profonda e un intervento tempestivo da parte delle istituzioni per garantire che le carceri italiane possano tornare a essere luoghi di rieducazione e non di conflitto. Senza un'azione decisa e coordinata, il rischio è che questi episodi diventino sempre più frequenti, con conseguenze potenzialmente devastanti per la sicurezza e l'ordine pubblico.

Cosa sta facendo Giorgi Meloni?

Negli ultimi mesi, il governo italiano ha iniziato a prendere alcuni provvedimenti per affrontare le crescenti tensioni e problematiche all'interno delle carceri, anche se i sindacati di polizia penitenziaria ritengono che questi sforzi siano ancora insufficienti rispetto alla gravità della situazione.

detenuti pericolosi

Uno dei principali interventi promossi dal Ministero della Giustizia riguarda il piano di assunzione di nuovi agenti di polizia penitenziaria, con l'obiettivo di colmare le gravi carenze di organico che affliggono molte strutture carcerarie. Il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, ha annunciato un incremento significativo del numero di agenti, un passo ritenuto essenziale per migliorare la sicurezza all'interno delle carceri e per alleviare il carico di lavoro e lo stress cui sono sottoposti gli attuali membri del Corpo. Tuttavia, questo piano richiederà tempo per essere pienamente attuato, e gli effetti positivi non saranno immediatamente visibili.

Oltre a questo, il governo sta lavorando per potenziare le infrastrutture carcerarie, migliorando le condizioni di detenzione e riducendo il sovraffollamento, che è una delle principali cause di tensione. Sono stati stanziati fondi per la ristrutturazione di alcune carceri e per la costruzione di nuove strutture, ma anche in questo caso, si tratta di interventi che richiederanno anni per essere completati.

Un altro provvedimento in discussione riguarda l'introduzione del taser come strumento di difesa per gli agenti di polizia penitenziaria, una misura fortemente sostenuta dai sindacati come il Sappe e l'Osapp. Il taser, già in uso presso alcune forze di polizia all'esterno delle carceri, è visto come un mezzo efficace per gestire situazioni di emergenza senza ricorrere all'uso di armi da fuoco. Il governo ha avviato un tavolo di confronto con le autorità penitenziarie e le organizzazioni sindacali per valutare l'introduzione di questo strumento nelle carceri, ma la decisione finale non è stata ancora presa, in parte a causa delle preoccupazioni legate all'uso di tali dispositivi in un contesto già molto delicato.

Parallelamente, il governo sta cercando di promuovere programmi di formazione specifica per gli agenti, mirati a migliorare la gestione dei detenuti e la prevenzione dei conflitti. Questi programmi includono la formazione su tecniche di mediazione e gestione dello stress, oltre a corsi per affrontare le situazioni di emergenza e per riconoscere e trattare i segnali di disagio psicologico tra i detenuti.

Un'altra linea di intervento riguarda il rafforzamento delle misure di sorveglianza all'interno delle carceri. L'amministrazione penitenziaria sta potenziando i sistemi di videosorveglianza e migliorando la gestione delle informazioni relative ai detenuti considerati più a rischio di comportamenti violenti.

L'obiettivo è prevenire incidenti come quelli avvenuti recentemente a Torino, Ivrea e Biella, monitorando più da vicino le attività dei detenuti e intervenendo tempestivamente in caso di segnali di allarme.

Nonostante questi sforzi, le reazioni da parte delle organizzazioni sindacali e del personale di polizia penitenziaria sono miste. Mentre alcuni apprezzano l'impegno del governo e vedono con favore i provvedimenti annunciati, altri criticano la lentezza con cui vengono attuati e sottolineano la necessità di misure più immediate e incisive.

In particolare, la situazione del carcere di Torino è considerata emblematica delle difficoltà che il sistema penitenziario italiano sta affrontando, con molti che chiedono un intervento urgente e straordinario per riportare ordine e sicurezza.

In sintesi, il governo italiano sta tentando di affrontare le criticità del sistema carcerario attraverso una serie di misure, tra cui nuove assunzioni, potenziamento delle infrastrutture, possibile introduzione del taser e miglioramento della formazione per gli agenti.

Tuttavia, il percorso per risolvere queste problematiche è lungo e complesso, e resta da vedere se tali interventi saranno sufficienti per rispondere alle gravi preoccupazioni sollevate dai recenti episodi di violenza.

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