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Ivrea

Capitale dell'erbaccia e dei marciapiedi "a scomparsa". Chiantore vuole fare la stessa fine di Sertoli?

E mentre Ivrea continua il suo declino, i cittadini si domandano se ci sia ancora speranza. 

Giuliano Caldinelli,

Giuliano Caldinelli

C’è una città in Italia, una città che un tempo era simbolo di innovazione, cultura e progresso. Una città che oggi, ahimè, potrebbe diventare famosa non per le sue glorie passate, ma per la sua vegetazione rigogliosa e incontrollata.

Benvenuti a Ivrea, Patrimonio UNESCO, città dell'informatica e del castello del Conte Verde. Benvenuti nella città che, per ironia della sorte, è stata eletta "Capitale del Libro" ma che, a giudicare dalle ultime immagini circolate su Facebook, sembra più adatta al titolo di “Capitale dell’Erbaccia”.

Il protagonista di questa saga tragicomica è Giuliano Caldinelli, un cittadino che ha deciso di intraprendere una missione impossibile: documentare, post dopo post, lo stato di abbandono della città.

degrado

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Le sue foto, che immortalano prati trasformati in giungle urbane e marciapiedi ormai scomparsi sotto montagne di erba alta, sono diventate virali su Facebook, sollevando un’ondata di commenti indignati. E come biasimarli?

“Ivrea la bella, capitale del libro, patrimonio dell'umanità… e dell'erbaccia,” scrive Caldinelli con un sarcasmo che colpisce dritto al cuore. E chi può dargli torto?

Passeggiando per via Jervis, una delle arterie principali della città, non ci si imbatte in frotte di turisti, ma in distese di erbacce degne di un documentario sulla savana africana. E qui, la natura ha davvero preso il sopravvento, al punto che qualcuno potrebbe persino scambiarla per una città del Burundi. Peccato che non fosse questo l’obiettivo turistico dichiarato dal sindaco Matteo Chiantore.

I commenti ai post di Caldinelli non si sono fatti attendere con cittadini divisi tra l’indignazione e l’ironia più pungente. Alberto Saudino non usa mezzi termini: “Fa pena.”

Poi c’è Daniela Tosin che, sconsolata, esprime il pensiero di molti: “Che schifo che facciamo.”

C’è chi, come Laura Demaria, riesce persino a trovare un lato positivo nella situazione: “Un bellissimo biglietto da visita...”. Ma sarà stata seria?

Intanto, l’assessore alle manutenzioni Massimo Fresc sembra essersi dileguato, forse inghiottito anche lui dall’erba alta che ormai avvolge Ivrea.

Chissà, magari lo ritroveremo in primavera, dopo il disgelo. Ma non è il solo a mancare all'appello.

Dove sono i giardinieri? E soprattutto, perché nessuno sembra preoccuparsi di restituire dignità a una città che, almeno sulla carta, dovrebbe essere un gioiello di bellezza e cultura?

I commenti offrono uno spaccato tragicomico della situazione. “Ma capitale di cosa???” si chiede Alessandro Testa, sottolineando la confusione tra il titolo onorifico e la realtà dei fatti.

Mentre Fiorella Angela Monte lancia una provocazione non da poco: “Ma hanno pagato per essere capitale dell’UNESCO?”.

Se non altro, sembra che l’ironia sia l’unico strumento rimasto per far fronte a una situazione che, altrimenti, sarebbe solo deprimente.

E poi ci sono le soluzioni creative, come quella di Marco Blua, che ci illumina con una perla di saggezza botanica: “L'erba per essere utile agli insetti deve completare il ciclo vegetativo.”

Chissà, forse Ivrea sta puntando tutto sulla biodiversità? 

A guardare le foto di Giuliano Caldinelli, viene quasi da pensare che l’erba alta sia l’unica cosa che cresce rigogliosa in questa città. Perché tutto il resto sembra avvizzire: il decoro urbano, l’orgoglio cittadino e persino la fiducia nelle istituzioni locali.

“Si stava meglio quando si stava peggio,” commenta Cesare Occhiati, riassumendo in una frase il disincanto di chi vede la propria città cadere a pezzi sotto il peso dell’indifferenza.

E mentre Ivrea continua il suo declino, i cittadini si domandano se ci sia ancora speranza. 

Su tutte solo una cosa è certa. Il degrado stradale e l'erba alta sono stati i due motivi (forse i principali) per cui la passata amministrazione comunale di centrodestra guidata dal sindaco Stefano Sertoli ha perso le elezioni. Per il resto non gli si poteva dire quasi nulla e, infatti, quest'Amministrazione sta portando avanti tutto quel che era stato messo in pista con i soldi del Pnrr. 

Che Chiantore voglia fare la stessa fine di Sertoli? Di sicuro no, ma se continua così è di certo sulla buona strada... E si ricomincia dai "post".

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