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Lo stiletto di Clio

L’avventura del mutualismo operaio

Il mutualismo fu la prima forma autogestita di organizzazione delle classi lavoratrici con finalità di assistenza e di previdenza contro le malattie e l’invalidità, nonché d’istruzione e di socializzazione.

NEL RIQUADRO La sede della Societa operaia di Settimo Torin ese (acquerello di Giulio Boccaccio, 1992)

NEL RIQUADRO La sede della Societa operaia di Settimo Torin ese (acquerello di Giulio Boccaccio, 1992)

I sogni, le speranze e le lotte dei lavoratori per garantirsi un presente e un futuro migliori.

Sono i temi attorno ai quali si articolano le collezioni del Museo storico del mutuo soccorso che si può visitare a Pinerolo.

Merita una gita fuori porta. Il museo ha sede presso la Società generale fra gli operai (via Silvio Pellico 19), costituitasi nel lontano 1848.

Il mutualismo fu la prima forma autogestita di organizzazione delle classi lavoratrici con finalità di assistenza e di previdenza contro le malattie e l’invalidità, nonché d’istruzione e di socializzazione.

I lavoratori ebbero così modo di affrancarsi dal rischio dell’indigenza, trasformandosi in soggetti capaci di pianificare, finanziare e gestire la propria previdenza.

In Piemonte il problema venne affrontato sin dagli anni Trenta dell’Ottocento, ma fu solo nel 1848, dopo la concessione dello Statuto da parte del re Carlo Alberto (4 marzo), che l’associazionismo mutualistico iniziò a diffondersi liberamente.

NEL RIQUADRO 1898, diploma della Società dei parrucchieri di Torino

NEL RIQUADRO La sede della Societa operaia di Settimo Torin ese (acquerello di Giulio Boccaccio, 1992)

NEL RIQUADRO La sede della Societa operaia di Settimo Torin ese (acquerello di Giulio Boccaccio, 1992)

Nata il 12 ottobre 1848, la Società di Pinerolo svolse un ruolo anticipatore in Piemonte e in Italia.

«Il successo di quel primo tentativo – spiegano gli storici del mutualismo – diede il là al fiorire, nell’arco di un decennio, di tante associazioni simili, dapprima nei territori sabaudi, poi nelle altre regioni settentrionali e in Toscana. Nel decennio successivo, mentre fra il 1859 e il 1870 si compiva il processo di unificazione, l’esempio della Società pinerolese (e ancor più quello della consorella maggiore di Torino, sorta a sua imitazione nel 1850) venne ripreso in tutta la nazione».

Nel solo arco di tempo fra il 1850 e il 1853 si costituirono almeno ottantacinque società operaie subalpine, fra cui quelle di Caselle, Ciriè e Venaria nel 1851, Settimo Torinese, Ivrea e Leinì nel 1852, Verolengo e Chivasso nel 1853.

Il sodalizio settimese raccolse subito una novantina circa di adesioni fra gli artigiani, gli operai, i professionisti, gli esercenti e gli agricoltori. Associazioni similari (Società militare di mutuo soccorso, Società femminile, leghe dei lavandai, ecc.) si costituirono in Settimo nei decenni seguenti e furono attive per parecchio tempo. Nella zona, altri sodalizi sorsero a Volpiano, San Mauro Torinese, Brandizzo, Sambuy, Castiglione, Gassino, Cinzano, Bertolla, Abbadia di Stura, Regio Parco, ecc.

«Oltre ai servizi strettamente previdenziali, le società operaie crearono scuole di alfabetizzazione per i soci, corsi professionali per i loro figli, biblioteche circolanti. Nelle loro sedi allestirono spazi di ritrovo e di svago (il gioco di bocce, il pergolato, la sala per il ballo familiare) quali alternative alle tanto deprecate osterie, allo scopo di evitare che l’onesto lavoratore si corrompesse a contatto con alcolisti e bestemmiatori».

«Il Museo storico del mutuo soccorso – aggiungono i responsabili delle iniziative di Pinerolo – è finalizzato a conservare e valorizzare la documentazione del mutualismo italiano. Si tratta di un’iniziativa che la nostra Società vuole portare avanti con un impegno particolare, nella consapevolezza che far conoscere il proprio passato serve a progettare il futuro».

Le raccolte museali hanno trovato degna collocazione nella sede della Società pinerolese, un edificio settecentesco che i soci acquistarono oltre un secolo fa.

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