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06 Agosto 2024 - 22:53
In via Torino, in centro a Chivasso, sono tanti i negozi chiusi
Clamoroso al Cibali, verrebbe da dire usando un’espressione storica coniata per il calcio.
Il Comune di Chivasso ha deciso di percorrere un’altra strada per porre fine alla continua morìa di negozi in centro. O, meglio, per cambiare l’immagine che le saracinesche abbassatte conferiscono a via Torino, via Po, via Roma o piazza della Repubblica.
Per provare a recuperare l’immagine decadente che deriva dai tanti locali chiusi nell’isola pedonale, Palazzo Santa Chiara si butta sulla conversione dei locali da commerciali ad uso abitativo. Sì, avete capito bene. Meglio un alloggio abitato, anche da chi vive un’emergenza sociale, piuttosto che un negozio vuoto.
Stop alle scritte “affittasi”, “vendesi”, o alle aperture e immediate chiusure dei locali.
La svolta l’ha anticipata nel Consiglio comunale dell’altra sera l’assessore Cristina Varetto.
Il sindaco Claudio Castello e l'assessore Cristina Varetto
Rispondendo ad una richiesta di chiarimenti di Claudia Buo, Varetto ha anticipato la volontà di contrastare la continua chiusura di negozi e a rispondere alla crescente emergenza abitativa con il progetto regionale ASLO.
“Ho trovato molta difficoltà nel trovare degli immobili, come volontaria nell’assistenza alle persone fragili, preferiscono tenerli sfitti - ha detto Varetto -. Da assessore, ci metto la faccia, piuttosto di lasciarli sfitti chiedo di procedere con affitto calmierato con una forma di garanzia”.
Le parole dell’assessore riflettono una realtà preoccupante: numerosi immobili nel centro storico rimangono vuoti, contribuendo alla desertificazione commerciale e sociale dell’area.
Ma cos’è il progetto ASLO? Si tratta di una misura che prevede l’applicazione di canoni agevolati a favore delle famiglie vulnerabili, con problemi relativi all’alloggio, come lo sfratto. Il progetto mira a offrire supporto concreto a chi è in difficoltà, proponendo incentivi sia per i locatari che per i proprietari degli immobili.
Per poter beneficiare del contributo ASLO, le famiglie devono soddisfare diversi requisiti, tra cui un ISEE non superiore a 26.000 euro e la residenza anagrafica o attività lavorativa da almeno un anno nel Comune di Chivasso. Inoltre, non devono possedere diritti esclusivi su altri immobili di determinate categorie catastali.
Il sistema degli incentivi prevede contributi a fondo perduto che variano a seconda del reddito del locatario e della durata del contratto di locazione. Ad esempio, i locatari con un ISEE inferiore a 6.400 euro possono ricevere fino a otto mensilità del canone, mentre i proprietari possono ottenere fino a 3.000 euro per contratti di durata sei anni più due.
Il contributo, così come il bando su cui si è inserito anche il Comune di Chivasso, è della Regione Piemonte.
Insomma, con l’introduzione del progetto ASLO nei piani dell’amministrazione potrebbe arrivare una risposta per affrontare la doppia sfida della morìa di negozi e dell’emergenza abitativa. Potrebbe. Resta da capire cosa ne penseranno le associazioni di categoria come l’Ascom, ad esempio.
Intanto, i dati diffusi a marzo 2024 da Palazzo Santa Chiara mostrano che il 15,2% dei negozi nel Distretto Urbano del Commercio di Chivasso sono sfitti.
Questo rappresenta una leggera flessione rispetto agli anni precedenti, ma il problema rimane significativo. I settori più colpiti includono cosmesi e farmaceutica (16%), servizi diversi (14%) e commercio di articoli vari (12%).
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