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Corri in edicola: c'è Canavèis

Natura, arte, storia e tradizioni del Canavese e delle Valli di Lanzo sono gli argomenti trattati con impegno, passione e precisione dai qualificati collaboratori nel Canavèis numero 42.

Corri in edicola: c'è Canavèis

«Canavèis vuol essere un’occasione per parlare degli aspetti più nascosti e dimenticati, dei fatti e delle circostanze quasi persi dalla memoria. Ma vuole soprattutto parlare degli uomini, grandi e piccoli, che ci hanno preceduto. Non si tratta di essere soltanto dei nostalgici. Si vuole semplicemente parlare di noi e di quella che è stata la nostra storia».

Questo era scritto nel primo numero di Canavèis, fondato nel 1995 da Giancarlo Sandretto. Una «mission» a cui è rimasto fedele anche il numero 42 della rivista, uscito poche settimane fa.

Natura, arte, storia e tradizioni del Canavese e delle Valli di Lanzo sono gli argomenti trattati con impegno, passione e precisione dai qualificati collaboratori nel Canavèis numero 42.

Sono tanti i pezzi e le curiosità particolarmente interessanti contenuti nelle 128 pagine della rivista da leggere tutte d'un fiato, con un centinaio di immagini e foto d’epoca in bianco e nero.

In copertina spicca una foto tratta da «Succinto. Vicende di una piccola comunità nell'alta Valle del Chiusella» di Guglielmo Berattino. E' un doveroso ricordo a tutte le donne che con la loro fatica quotidiana hanno permesso a intere famiglie di vivere in quel difficile territorio.

Particolarmente ricca, come sempre, la sezione degli articoli dedicati ai «personaggi », tra i quali meritano una menzione speciale: «Il Carducci di bronzo - Il ricordo dell’illustre poeta a Ceresole Reale» di Alessandro Mella; «L’eporediese Pietro Fumel - Un ingombrante personaggio nella guerra per il Mezzogiorno» di Fabrizio Dassano; «Il bocia Franco Balmamion - Alla prova della sua prima cronometro» di Aleardo Fioccone; «Da migrante a podestà di Agliè e Torre Bairo - La dinamica esistenza di Giovanni Antonio Vezzetti» di Rosanna Tappero.

Per gli appassionati di storia, invece, «rubano l’occhio»: «Masche: storie o storia? Streghe e diavoli nell’antichità» di Ariela Robetto e «Le terre della Fruttuaria e i Savoia» di Marco Notario.

Per gli amanti delle tradizioni consigliatissima la lettura di «I fiori di Ceres e dintorni nel dopoguerra - L’emancipazione femminile tra rocce e dirupi» scritto da Gianni Castagneri. Grazie alla quarantina abbondante di articoli, la redazione di Canavèis è riuscita anche questa volta ad accontentare tutti i lettori, confermandosi un fedele, ricco e originale raccoglitore di storie e racconti legati al nostro amato territorio. 

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Canavèis

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