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La spartingaia del nuovo esecutivo
05 Luglio 2024 - 16:49
Il sindaco Roberto Scheda ha presentato i suoi assessori
VERCELLI. Il parto è stato travagliato e non privo di complicazioni. Mentre nelle altre città che hanno rinnovato l'Amministrazione comunale i neosindaci hanno già insediato da giorni le Giunte, a Vercelli la fine di giugno e l'inizio di luglio hanno impegnato Roberto Scheda in un tour de force tra pressanti richieste, incontri con postulanti e defatiganti trattative: tanti gli aspiranti a una poltrona o almeno a uno strapuntino, pochi i posti. E soltanto oggi - a quasi due settimane dall'esito del voto, al termine di un'estenuante spartingaia - il primo cittadino è stato in grado di presentare il nuovo esecutivo. Autodefinitosi «uomo libero e indipendente», Scheda ha dovuto cedere - com'era prevedibile - ai desiderata dei partiti: partiti senza i quali non sarebbe diventato, a 81 anni suonati, sindaco di Vercelli. Ecco quindi che la volontà popolare, espressa dagli elettori con le preferenze, è stata in gran parte sacrificata alle logiche correntizie, alle raccomandazioni e alle alchimie da manuale Cencelli.
Forza Prencipe
Partiamo da Forza Italia, dove il criterio guida - da quasi un ventennio - a Vercelli è sempre lo stesso: bisogna dare un incarico retribuito al segretario Antonio Prencipe. Sotto Corsaro era stato prima assessore e poi membro del cda di Asm; a questo giro è rimasto fuori dagli eletti del partito in Consiglio: soltanto una sessantina di preferenze, ben sei colleghi di lista ne hanno prese più di lui. Ma siccome lui è Prencipe, e Scheda deve (anche) a lui la candidatura a sindaco, ora viene ripagato: assessore all'ambiente, al verde e alla qualità urbana, 4300 euro al mese; un bell'upgrade rispetto alla retribuzione da membro del cda di Asm (meno di duemila mensili) incassata negli ultimi cinque anni. Con tanti saluti ad Andrea Conte, primo nelle preferenze del partito (in cui è entrato pochi mesi fa, abbandonando la lista “Voltiamo pagina” di Scheda con cui era stato eletto nel 2019): ne ha prese più di duecento ma resta a bocca asciutta, consigliere semplice; per lui - chissà cosa si aspettava - entrare in Forza Italia non è stato un buon affare.
Mantiene il posto in Giunta (con una delega in più, oltre ai lavori pubblicii: il bilancio) il santhiatese Massimo Simion, vicesindaco uscente, anch'egli entrato in Forza Italia da poco (nel 2019 era nella lista della Lega). Come “quota rosa” l'assessore dei forzitalioti è Elisa Cubito, che ha preso un centinaio di preferenze e si occuperà di "tutela del consumatore ed innovazione tecnologica", e non Lella Bassignana, nome fatto circolare nelle ultime ore come possibile "esterna".
Fratelli di Gilardino
A fare man bassa dei posti in Giunta - ben quattro su nove - è però il maggior partito della coalizione, Fratelli d'Italia. Il recordman delle preferenze, Domenico Sabatino, già assessore con Corsaro, sale di grado e diventa vicesindaco, aggiungendo la “quotidianità” alle deleghe che già aveva. Per l'altra poltrona riservata ai maschi erano in lizza Romano Lavarino (altro ex leghista convertitosi al melonismo) e Stefano Pasquino: l'ha spuntata quest'ultimo, che avrà la delega all'edilizia e alle attività produttive; Lavarino conserva lo scranno (e la retribuzione) di presidente del Consiglio comunale: la votazione - dall'esito scontato, se non ci saranno franchi tiratori - avverrà nel corso della prima seduta dell'assemblea cittadina.
Quanto alle donne, entra la più votata Valeria Simonetta (229 preferenze), mentre per l'altra poltrona l'uomo forte del partito Davide Gilardino ha imposto la propria protegée Martina Locca, che nel 2019 era entrata in Consiglio da “ripescata” in quota Lega, poi aveva traslocato in Fratelli d'Italia (andando a lavorare per Gilardino in Provincia e lodando «la buona amministrazione alla quale sta improntando il suo agire il sindaco Andrea Corsaro») e stavolta non si era nemmeno ricandidata. Il partito, a Vercelli, è evidentemente sempre più nelle mani di Gilardino: che ora, oltre a controllare la Provincia di cui è presidente, ha una longa manus in Comune e si prepara alla candidatura al Parlamento quando, nella prossima legislatura, Fratelli d'Italia sostituirà Emanuele Pozzolo, fino a sei mesi fa potentissimo e ora, dopo la pistolettata di Capodanno, caduto in disgrazia.
La Lega: salvate il soldato Locarni
In confronto alla consiliatura appena conclusa, il ridimensionamento più evidente è quello della Lega, che rispetto ai fasti di cinque anni fa ora si ritrova con uno striminzito gruppo consiliare e deve accontentarsi di due posti in Giunta. Di cui uno è appannaggio di Paolo Campominosi, candidatosi sotto il simbolo dei salviniani ma uomo di fiducia di Scheda, con cui era nel gruppo consiliare di minoranza fino a poche settimane fa. La nomina ad assessore (a viabilità e trasporti) di Campominosi libera un posto in Consiglio per la prima non eletta, Ombretta Olivetti; essendo l'altra poltrona in Giunta riservata a una donna, viene assegnata a lei (e non a Elisabetta Morandi, altro nome che circolava nei giorni scorsi: esclusa, con 70 preferenze), che già era assessore al personale con Corsaro.
La nomina ad assessori di Campominosi e Olivetti permette quindi - grazie al promoveatur ut amoveatur - l'ingresso in Consiglio del segretario cittadino del partito, Gian Carlo Locarni, altro grande sponsor di Scheda, che - bastonato dagli elettori (assessore uscente, già presidente del Consiglio comunale, ha preso solo 85 preferenze) - ne era rimasto fuori; ma attenzione: aspirando Locarni a un incarico retribuito (e quello di consigliere comunale non lo è: prenderebbe solo i gettoni di presenza), è possibile che Scheda gli procuri una prebenda: o come consigliere d'amministrazione di Asm - dove però c'è già un altro leghista, il gattinarese Daniele Baglione, che addirittura aspira alla presidenza in sostituzione del dimissionario corsariano Angelo D'Addesio - oppure in quello dell'Atap, al posto di un'altra (ex) leghista, stavolta candidata con Corsaro e “trombata”, Pier Carla Camoriano, fedelissima di Paolo Tiramani. Tagliato fuori anche stavolta dagli amici leghisti Maurizio Tascini, che ha ottenuto più di cento preferenze ma resta consigliere semplice.
Parigi val bene una messa
Di fatto, quindi, la Giunta Scheda è per metà una riproposizione delle Giunte Corsaro (Simion, Sabatino, Olivetti, Prencipe), con l'aggiunta di un uomo di fiducia del sindaco (Campominosi), di un'infiltrata da Gilardino (Locca), di un Fratello d'Italia di lungo corso (Pasquino) e di due “quote rosa” (Simonetta e Cubito) che subentrano alle corsariane Gianna Baucero e Caterina Politi.
Di tutti costoro, quattro - Sabatino, Simion, Locca e Campominosi - hanno cambiato partito rispetto a cinque anni fa; ci dicono di non chiamarli “voltagabbana”, ma stanno benissimo nell'esecutivo di un sindaco che, nato socialista, a fine carriera ha finito per consegnarsi, pur di ottenere l'agognato scranno dopo numerosi tentativi abortiti, ai partiti del centrodestra.
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