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Parco dei divertimenti in Canavese: i Comuni non pagheranno il fallimento di Mediapolis

Il Consiglio di Stato ha stabilito che gli enti locali non hanno avuto un ruolo nel naufragio del progetto

Mediapolis avrebbe dovuto sorgere ad Albiano d'Ivrea

Mediapolis avrebbe dovuto sorgere ad Albiano d'Ivrea

Mediapolis: fine del sogno, o dell'incubo. Dipende da che parte si guardi la vicenda.

C'è il punto di vista di quella cordata di imprenditori che per un momento, era la fine degli anni Novanta, ha davvero immaginato un Canavese in stile Hollywood. Anni impregnati di ottimismo in vista dell'arrivo del nuovo Millennio.

La Serra di Ivrea al posto delle colline della California e quella scritta trionfale, annuncio delle magnificenze promesse: Mediapolis.

Non studios televisivi, che quelli, all'epoca, c'erano già a pochi chilometri, al casello di San Giorgio, ma un parco di divertimenti da far invidia a Gardaland.

E poi c'è il punto di vista degli ambientalisti che trent'anni fa sono saliti sulle barricate per impedire che questo fazzoletto di bel Canavese venisse deturpato e buttato in pasto ad un turismo consumistico, mordi e fuggi.

E ci sono ancora i sindaci dei comuni che rischiavano di essere cannibalizzati dal progetto. Anzi, no, quelli non ci sono più perché in trent'anni, di amministrazioni ne sono passate talmente tante che gli attuali sindaci, di quel progetto faraonico, non conoscono che gli amari strascichi. Quelli giudiziari per l'accusa di aver fatto di tutto per far naufragare il progetto.

A mettere la parola fine alla vicenda Mediapolis - che in questi anni ha perso anche la "O" di quella scritta un tempo trionfale, oggi decadente - ci ha pensato nei giorni scorsi il Consiglio di Stato chiudendo una partita iniziata nel 2017 con una richiesta di risarcimento danni nei confronti dei comuni dell'area su cui sarebbe dovuto sorgere il parco.

Una battaglia legale contro Regione, Città Metropolitana e i Comuni di Albiano, Ivrea, Caravino e Vestignè iniziata quando il sogno era, ormai, definitivamente franato con il fallimento Mediapolis. 

In questa foto dell'associazione Ambientalista, Pro Natura, si vedono i terreni sui quali avrebbe dovuto sorgere il parco dei divertimenti, allagati da un'esondazione nel 2008

L’avvocato Teodosio Pafundi, rappresentante della fallita Mediapolis, aveva chiesto un risarcimento danni di 17 milioni di euro. La società sosteneva che gli enti coinvolti avessero adottato "condotte omissive, inerti e ostruzionistiche" che avrebbero impedito la realizzazione del progetto, lasciandolo sulla carta e rendendolo irrealizzabile.

La decisione del Consiglio di Stato

Il Consiglio di Stato ha però confermato la sentenza del TAR Piemonte, respingendo la richiesta di risarcimento avanzata da Mediapolis. Nella sentenza, i giudici hanno chiarito che "l'arresto dell'iter procedurale è causalmente riconducibile, per un verso, alla oggettiva complessità del programma da realizzare e all'elevato numero delle amministrazioni coinvolte nell'accordo di programma e, per altro verso, al comportamento negligente della società appellante. Tali fattori escludono la sussistenza dell'elemento soggettivo della colpa in capo alle amministrazioni".

Le critiche al progetto iniziale

Le critiche al progetto Mediapolis non sono una novità. Fin dall'inizio, il piano di realizzazione del parco a tema, finanziato con i "Patti territoriali del Canavese", ha suscitato scetticismo, in particolare per quanto riguarda le garanzie finanziarie. I giudici della suprema Corte hanno sottolineato la mancanza di un piano economico-finanziario chiaro e articolato, che indicasse in modo preciso investimenti e coperture finanziarie. L'intero progetto, dal valore stimato di 450,7 milioni di euro, è stato così percepito come insostenibile.

Un progetto ambizioso rimasto irrealizzato

La storia di Mediapolis è quella di un progetto ambizioso, nato con l'obiettivo di trasformare il Canavese in una meta di attrazione turistica con un parco a tema. Tuttavia, le difficoltà finanziarie, la complessità burocratica e la mancanza di un piano dettagliato e sostenibile hanno portato all'abbandono del progetto e a una lunga disputa legale.

A raccontare quel progetto resta un sito internet pieno di informazioni su quel progetto faraonico che aveva fatto sognare in molti.

Nella home page si legge: Mediapolis Theme Park Albiano, il sogno sospeso. Mediapolis viene descritta come "La città dello svago e della comunicazione, tutta da giocare e da vivere, da passeggiare, usare, navigare, assaggiare, progettata per essere insieme vicina e lontana, reale e virtuale, per adulti e bambini".

"Mediapolis Theme Park - si legge - un luogo-evento che è il centro di un bersaglio, con 18 milioni di residenti a tre ore d’auto. Una regione del Piemonte, il Canavese, dove tecnologia e territorio, visione e realtà, da sempre vanno a braccetto".

Mediapolis è presentato come il parco a tema coperto più grande d’Europa, un albergo spa di 270 stanze, cinema, teatri, bar, ristoranti. Tutto rigorosamente al plurale e in formato maxi.

Era il 2000 e il progetto all'epoca era avveniristico. Si parlava di "Diverse innovazioni, tra cui un “canale televisivo” che racconta l’eccellenza italiana nel settore delle comunicazioni".
E poi, ancora, Architettura Comunicativa "Un percorso creato per percepire, sentire, toccare, odorare e degustare previsto dai progettisti visionari di Mediapolis Theme Park".
 
Infine, Newseum è anche un percorso tematico all’interno del Parco a Tema Mediapolis Theme Park in cui il canale di intrattenimento include l’insegnamento, divulgazione e promozione a favore delle imprese e del territorio.

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