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Il nuovo sindaco è Roberto Scheda

Vercelli: i partiti di centrodestra mantengono le mani sulla città

L'81enne ex socialista sconfigge al ballottaggio Gabriele Bagnasco (Pd). Già iniziata la spartingaia tra Fratelli d'Italia, Lega e Forza Italia per i posti retribuiti in Giunta e nel cda dell'Asm

I partiti di centrodestra mantengono le mani sulla città

Piazza Cavour, il "salotto" di Vercelli

Pochi elettori (42%) alle urne nel secondo turno. Cambia il primo cittadino ma i maggiorenti delle forze politiche ambiscono a riavere le poltrone (con relativi emolumenti). E con le nomine degli assessori potrebbe essere recuperato anche qualche illustre "trombato".

VERCELLI. Stavolta non c'era nemmeno l'alibi del bel tempo a tenere gli elettori lontano dai seggi, e ciononostante ci sono andati in pochi. In un piovoso weekend di giugno poco più di 8 mila vercellesi - in una città di 45 mila abitanti, di cui 36 mila aventi diritto al voto - hanno fatto una croce sul nome di Roberto Scheda, 81 anni, candidato del centrodestra, e tanto è bastato per eleggerlo sindaco; ha detto di voler essere «il sindaco di tutta la città», ma è stato votato da meno di un quarto dei cittadini. Ancor meno vercellesi (6800) hanno invece scelto Gabriele Bagnasco, 70 anni, esponente del Pd, già sindaco dal 1995 al 2004, quand'era nei Verdi. Il ballottaggio non ha entusiasmato i vercellesi: solo il 42% si è recato alle urne; e così a Scheda è stato sufficiente prendere trecento voti in più rispetto al primo turno, mentre a Bagnasco non è bastato crescere di oltre 1500.

Il risultato elettorale certifica ancora una volta che la città è in mano ai partiti di centrodestra: che hanno accantonato Andrea Corsaro (già primo cittadino dal 2004 al 2014, e poi dal 2019 ad oggi) e, siccome «non ascoltava nessuno», l'hanno sostituito con il leader di uno dei gruppi di opposizione, purché garantisse loro la permanenza al potere. D'altro canto Scheda, in politica da più di cinquant'anni, corona finalmente il sogno di una vita: ma per farlo - lui che si è sempre dichiarato socialista - ha avuto bisogno dell'appoggio di Fratelli d'Italia, Lega e Forza Italia. Con le sue liste civiche, infatti, cinque anni fa non era andato oltre il 15%. Ha un bel da presentarsi come «uomo indipendente»: a Vercelli, se vuoi fare il sindaco, devi scendere a patti - e l'ha ben compreso anche Corsaro - con i segretari dei partiti del centrodestra, e farti vedere in campagna elettorale insieme a Salvini, Zangrillo e Lollobrigida.

Corsaro si accomoda quindi mestamente nei banchi della minoranza (fino a quando? decisionista com'è, resisterà per l'intera consiliatura a leggere le delibere fatte da altri?), mentre buona parte dei suoi assessori - la riconoscenza, in politica, è il sentimento del giorno prima - già brigano per riavere il posto in Giunta a fianco del sindaco nuovo. E con tutta probabilità sarà un esecutivo composto da gente che, per opportunità politica, negli ultimi mesi ha cambiato partito: il vicesindaco uscente Massimo Simion - che ha lasciato la Lega per Forza Italia - oggi pomeriggio sgomitava per farsi inquadrare dalle tv accanto a Scheda; l'assessore uscente Domenico Sabatino, recordman di preferenze (647), cinque anni fa era in Forza Italia e poi è passato in Fratelli d'Italia, come hanno fatto anche Giorgio Malinverni e Simone Boglietti Zacconi. Punta a una poltrona da assessore anche Romano Lavarino, che nella consiliatura appena conclusa si fece eleggere presidente del Consiglio comunale in quota Lega per poi spostarsi anch'egli nelle file dei meloniani. Ottime probabilità di entrare in Giunta hanno anche i due consiglieri che cinque anni fa erano nelle liste civiche di Scheda e che ora sono confluiti nei partiti: Paolo Campominosi (Lega) e Andrea Conte (Forza Italia). Attende una promozione anche Stefano Pasquino, uno dei pochi che in Fratelli d'Italia - il gruppo più numeroso in Consiglio - era già prima e lì e rimasto.
Attenzione, però, anche agli appetiti dei segretari di partito, veri artefici (su suggerimenti torinesi e romani) dell'operazione Scheda, che non rinunceranno facilmente ad incarichi retribuiti. Quello di Forza Italia, Antonio Prencipe, è entrato in Consiglio - per il rotto della cuffia - con 63 preferenze: per lui è pronta una poltrona in Giunta oppure la conferma nel consiglio d'amministrazione della partecipata Asm (indennità di 19.800 euro annui). Quello della Lega, Gian Carlo Locarni, è stato trombato (soltanto sesto, con 85 preferenze) ma può rientrare in Consiglio dalla finestra se due dei leghisti eletti verranno nominati assessori; oppure attenderà che Scheda lo nomini direttamente assessore esterno - con Corsaro lo era alla Protezione Civile - o lo mandi nel cda di Asm, dove però c'è già un altro leghista che spera nella conferma (con relativo emolumento), il segretario provinciale Daniele Baglione. Per i Fratelli d'Italia, poi, azzoppato Emanuele Pozzolo c'è in pista l'evergreen Alberto Cortopassi, che ai tavoli delle nomine è presenza fissa.

Il neosindaco Roberto Scheda (a destra) con i segretari Daniele Baglione (Lega) e Antonio Prencipe (Forza Italia), entrambi membri del cda di Asm

Quanto alle “quote rosa” della Giunta, uscite le corsariane Gianna Baucero e Caterina Politi le possibili subentranti sono Valeria Simonetta ed Elisabetta Galante di Fratelli d'Italia, Elisa Cubito di Forza Italia e - anche se è la prima esclusa della lista: vale per lei lo stesso discorso fatto per Locarni - Ombretta Olivetti della Lega, che con Corsaro era assessore al personale.

C'è poi da assegnare la poltrona di presidente del Consiglio comunale. Ad ambirvi sono in parecchi, in tutti e tre i partiti della maggioranza, ma Scheda potrebbe fare il “bel gesto” di lasciarla a un consigliere d'opposizione: non ai bagnaschiani del Pd ma magari al “lupo bianco” Carlo Olmo, che ufficialmente al ballottaggio non era “apparentato” con nessuno dei due aspiranti sindaci ma che oggi pomeriggio è stato tra i primi ad andare ad abbracciare il nuovo primo cittadino che festeggiava con i sostenitori davanti al Municipio. In mezzo a tante volpi, sta a vedere che entra anche il lupo.

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