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La Guardia di Finanza compie 250 anni

Da domani, tre giorni di eventi a Roma per celebrare l'evento, verranno allestiti due villaggi, uno in piazza del Popolo, l'altro al Pincio

La Guardia di Finanza compie 250 anni

La Guardia di Finanza compie 250 anni

Dal 22 al 24 giugno la Guardia di Finanza incontra la collettività per celebrare i 250 anni dalla sua fondazione, con un grande evento, organizzato nel cuore di Roma.
Tre giorni di iniziative che si terranno tra piazza del Popolo e la terrazza del Pincio, dove saranno allestiti due "villaggi", aperti a tutti, dalle 10 alle 22. Il Pincio ospiterà gli stand delle tante specialità dei gruppi sportivi Fiamme Gialle.

Gli atleti gialloverdi saranno a disposizione di quanti vorranno cimentarsi in discipline sportive, dal tiro a segno al karate, dallo skateboard alla scherma, dalla vela all'arrampicata.
Gli allestimenti presenti a Piazza del Popolo offriranno ai visitatori l'opportunità di ripercorrere i momenti più significativi della storia dell'Istituzione, rappresentati dalle grandi installazioni raffiguranti le date tridimensionali, e di scoprire, attraverso futuristiche modalità di interazione, i comparti e i compiti della Gdf articolati secondo un affascinante cammino immersivo tra le aree tematiche.


Il villaggio racconterà la Guardia di Finanza attraverso le testimonianze dei propri militari, nella videoriproduzione delle immagini delle operazioni condotte quotidianamente nei vari ambiti di competenza, dalla tutela dell'economia, al contrasto della criminalità, al soccorso; metterà in mostra dati, conoscenze e tecnologie che sono alla base del successo del Corpo.

Sarà, tra le altre, un'occasione non solo per ammirare da vicino il modello di imbarcazione V.A.I. 300 Hybrid e l'elicottero Leonardo AW139, ma grazie ai simulatori di realtà aumentata, i più intraprendenti vivranno l'emozionante esperienza di sentirsi piloti dei mezzi aerei e navali in dotazione, dal pattugliatore e la veloce motovedetta agli aeromobili.

La festa culminerà nella cerimonia militare che si terrà, alla presenza del presidente della Repubblica, il 24 giugno alle 18 in Piazza di Siena.

Presidente Della Repubblica Sergio Mattarella Incontra Andrea De Gennaro,Comandante Generale Della Guardia Di Finanza,In Occasione Del 249° Anniversario Della Costituzione Del Corpo

LA STORIA

Nec Recisa Recedit

Fino alla seconda metà del Settecento la raccolta dei tributi, il controllo dei dazi doganali e dei confini era affidato ad appaltatori privati che si avvalevano dell’operato di milizie mercenarie. Vittorio Amedeo III re di Sardegna fonda la Legione delle Truppe Leggere, corpo militare dal quale discende direttamente il Corpo della Guardia di Finanza,  il  5 ottobre 1774 Vittorio Amedeo III di Savoia, re di Sardegna, istituì a Torino la Legione truppe leggere, corpo specializzato nella tutela dell’erario, nella difesa dei confini e delle dogane e nel controllo dell’ordine pubblico.

La Legione fu il primo dei corpi di Guardie di finanza che negli anni successivi si diffusero in tutti gli Stati italiani ed è considerata l’antenata dell’attuale Guardia di finanza. Il battesimo del fuoco della Legione fu la difesa delle frontiere sabaude durante la Guerra delle Alpi, 1792-1796 contro l’avanzata delle truppe rivoluzionarie francesi.

Le truppe di Finanza del primo Ottocento non avevano la lunga tradizione militare di altri corpi e per questo non attiravano i rampolli dell’aristocrazia in cerca di prestigio e, magari, di un posto a corte. Viceversa, vi confluivano membri della borghesia, reduci dell’esercito napoleonico, carbonari delusi e mazziniani. Non certo a caso, nel 1825, 27 finanzieri furono processati per cospirazione patriottica contro il papa in Romagna. Così, allo scoppio delle rivoluzioni del 1848, i finanzieri della Imperialregia Guardia di finanza del Regno Lombardo-Veneto, anziché schierarsi con le truppe austriache, si unirono ai patrioti milanesi nelle Cinque giornate di Milano. Altre Guardie di finanza si unirono a Luciano Manara a Brescia mentre i finanzieri pontifici si distinsero nella difesa della Repubblica romana al fianco di Giuseppe Garibaldi.

Proprio l’Eroe dei due mondi affidò al corpo della cavalleria della Guardia di finanza pontificia l’estrema difesa di Roma di fronte alle truppe francesi decise, nel 1849, a ripristinare il potere di papa Pio IX. Con l’Unità d’Italia i vari reparti di Guardia di finanza presenti negli Stati italiani vennero fatti confluire, nel 1862, nel Corpo delle Guardie doganali. I finanzieri avevano partecipato attivamente alle lotte risorgimentali, ma si faticava ancora a considerarli militari a tutti gli effetti. Le alte gerarchie dell’esercito continuavano a guardare con sospetto a una truppa, eterogenea, dove abbondavano mazziniani e garibaldini: rivoluzionari, insomma.

Intanto, nel 1881, il Corpo delle Guardie doganali assunse finalmente il nome di Guardia di finanza. Ma solo nel 1892 poté fregiarsi dell’appellativo “regia”, importantissimo per l’epoca. La completa militarizzazione della Regia guardia avvenne però solo nel 1907, con la concessione delle stellette a cinque punte da apporre sulle fiamme gialle dell’uniforme. La Guardia di finanza mobilitò circa 12mila effettivi per la Grande guerra. Il caso volle che fossero proprio due finanzieri, Pietro Dall’Acqua e Costantino Carta, a sparare i primi colpi esplosi dall’esercito italiano in quel conflitto. I due, nella notte tra il 23 e il 24 maggio, fecero fuoco contro alcuni guastatori austriaci decisi a minare il ponte di Brazzano, sul fiume Judrio, in Friuli. Durante il conflitto si svolse anche un combattimento entrato nella leggenda, la battaglia del Solstizio, a cui prese parte anche la Guardia di finanza. Il 21 giugno 1918 un piccolo reparto di finanzieri superò il fiume Piave, dove erano attestate le truppe italiane dopo la rotta di Caporetto dell’ottobre 1917. Con un’azione fulminea riuscirono a sgombrare il campo dai nemici e a costituire una testa di ponte all’avanzata del grosso dell’esercito italiano in territorio ostile. Fu l’inizio delle operazioni che portarono nel giro di pochi mesi alla vittoria nella battaglia di Vittorio Veneto, che mise fine alla Grande guerra nella nostra Penisola. Per questo,  dal 1966, la data del 21 giugno è diventato il giorno in cui si celebra la Festa della Guardia di Finanza. L’espressione Fiamme Gialle con cui viene chiamata la Guardia di finanza ha origini antiche.

La Legione truppe leggere fondata nel 1774 aveva come bandiera un drappo quadrato dai cui angoli si sviluppavano lingue di fuoco. In ricordo di questo antico vessillo, nel 1875 furono introdotte sulle uniformi delle Guardie doganali del Regno d’Italia le famose “asole di panno giallo”, che ben presto furono soprannominate appunto “fiamme gialle”. Il motto del corpo,  Nec recisa recedit, neanche recisa retrocede,  venne invece coniato da Gabriele D’Annunzio il 25 giugno 1920. Il poeta diede il via nel 1919 a un’impresa militare che portò all’occupazione della città di Fiume, contesa dopo la Grande guerra da Italia e Jugoslavia. Nei caotici giorni fiumani, soltanto i militi della Guardia di finanza presenti nel territorio avevano mantenuto le loro postazioni e avevano continuato a mantenere l’ordine nella città. D’Annunzio apprezzò la loro abnegazione e il loro senso del dovere. Il poeta venne nominato appuntato ad honorem del corpo e donò ai finanzieri fiumani una foto raffigurante una pianta di edera, una specie che notoriamente continua a crescere anche dopo la potatura,  con la dedica e il motto,  che divenne ufficiale nel 1933 per volere di re Vittorio Emanuele III.  Le apparizioni iniziali dei finanzieri nel contesto di gare sportive risalgono al 1911, con la partecipazione alle gare di ginnastica organizzate a Torino in occasione del cinquantenario dell’Unità d’Italia. A partire dal 1921 vennero creati i primi gruppi sportivi delle Fiamme Gialle, oggi attivi in dodici discipline: atletica leggera, judo, karate, nuoto, tuffi, tiro a segno, scherma, canottaggio, canoa/ kayak, vela, pattinaggio su ghiaccio e sport invernali, sci alpino, sci nordico, salto con gli sci, bob, biathlon. Finanzieri sono stati, solo per citarne alcuni, ex campioni e campionesse dello sport come Gustavo Thoeni, Piero Gros, Isolde Kostner, Tania Cagnotto e Sofia Goggia. Le Fiamme Gialle vantano a oggi 85 medaglie olimpiche, 28 ori, 22 argenti, 35 bronzi, e 366 titoli, 94 ori, 115 argenti e 157 bronzi. ai campionati mondiali nelle diverse discipline. Anche la Seconda guerra mondiale mise in luce lo spirito patriottico e il senso del dovere degli appartenenti alla Guardia di finanza. Al momento dell’ingresso italiano nel secondo conflitto mondiale, il corpo aveva un organico di oltre 31mila effettivi. Circa 2mila erano dislocati in Albania, un migliaio in Africa Orientale, 350 in Libia, e 156 nel Dodecaneso. Inquadrati in 18 battaglioni, gli uomini delle Fiamme Gialle affiancarono le nostre Forze armate nei vari teatri. I finanzieri seguirono il destino spesso sfortunato del nostro esercito: molti furono i caduti, molti di più coloro che caddero prigionieri.

In particolare, il I Battaglione della Guardia di finanza di stanza a Cefalonia partecipò dopo l’8 settembre 1943 ai combattimenti contro le truppe tedesche, con la Divisione Acqui dell’esercito. Al termine della battaglia, nella quale caddero molti finanzieri, alcuni degli ufficiali superstiti furono passati per le armi dai tedeschi. Non mancarono, sempre dopo l’8 settembre, i casi di collaborazione tra la Guardia di finanza e le organizzazioni della Resistenza. Nella Roma “città aperta”, i finanzieri del generale Filippo Crimi presero contatti con il Fronte militare clandestino e si unirono attivamente all’acquisizione di informazioni sulle strategie nemiche, oltre procurando anche rifornimenti, finanziamenti e armi. Sorsero vere e proprie formazioni partigiane di finanzieri, come la Banda Fiamme Gialle, istituita da Crimi, e la Banda Buratti, guidata dal brigadiere Mariano Buratti. Quest’ultimo fu catturato a Roma, a Ponte Milvio, torturato in via Tasso e poi fucilato a Forte Bravetta insieme ad altri otto antifascisti, dopo essere stato sottoposto a settimane di sevizie. A Milano, il colonnello della Guardia di Finanza Alfredo Malgeri trasformò il suo comando in una struttura di copertura a disposizione del Comitato di liberazione nazionale, CLN. Non a caso, fu proprio a lui che Leo Valiani inviò l’ordine, la sera del 25 aprile 1945, di liberare entro la notte la prefettura e gli altri edifici pubblici della città, segnando così l’inizio dell’ultimo atto della lotta partigiana.

Tra il 1943 e il 1945 la Guardia di Finanza fornì documenti falsi e agevolò l’espatrio in Svizzera di numerosi antifascisti. Un impegno che è stato riconosciuto nel 2015 con l’assegnazione della Medaglia d’oro al Merito Civile alla Bandiera di Guerra del Corpo. Inoltre, sette finanzieri sono stati insigniti del titolo di “giusti tra le nazioni”, la massima onorificenza dello Stato d’Israele, mentre altri 10 sono stati decorati “alla memoria” con Medaglie d’oro e di bronzo al Merito Civile, in virtù del coraggio dimostrato nel salvare centinaia di ebrei destinati alla deportazione, anche a costo della propria vita. Sempre durante la Resistenza si colloca uno degli episodi di eroismo più conosciuti della storia delle Fiamme Gialle. Nel tentativo di impedire una strage nazista, il maresciallo maggiore Vincenzo Giudice, comandante della Brigata di Marina di Carrara, perse la vita. Il 15 settembre 1944, Giudice ricevette informazioni su un’imminente violenta rappresaglia delle SS contro alcuni civili, tra cui sua moglie e i suoi figli. Si presentò allora al comandante delle SS, offrendo la propria vita in cambio di quella degli ostaggi. Gli fu risposto che la rappresaglia riguardava i civili e non i militari come lui. A quel punto Giudice si tolse la divisa e ripeté nuovamente la propria offerta: la mia vita in cambio di quella degli ostaggi. Sfortunatamente, il suo gesto non bastò a placare il nemico. Il sottufficiale, insieme ad altri 70 civili rastrellati, fu fucilato a Bergiola Foscalina di Carrara. I corpi di Giudice e delle vittime civili furono poi bruciati: era il 16 settembre 1944.

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