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CINEMA

"Il Piano Segreto", un documentario che fa riflettere

I settimesi Savino Genovese e Viren Beltramo protagonisti del film ispirato alle opere dell'autore siciliano Michele Perriera

"Il Piano Segreto", un documentario che fa riflettere

Savino Genovese

Il documentario debutta al festival Biografilm di Bologna, nella sezione Art & music, mercoledì 12 giugno alle 18.45 nella Sala Scorsese del Cinema Lumière.

 

Savino Genovese, cresciuto a Settimo Torinese, e Viren Beltramo sono tra i protagonisti del film “Il piano segreto” un documentario dedicato ai lavori di Michele Perriera, l’autore che aveva saputo prevedere il nostro presente. 

Scrittore, regista, intellettuale, tra i fondatori del Gruppo 63, Perriera viene ricordato attraverso il lavoro dei figli, di Emma Dante e la testimonianza dell’amica e fotografa Letizia Battaglia.

Diretta da Ruben Monterosso e Federico Savonitto, il film debutta il 12 giugno al Biografilm di Bologna, è un’opera di restituzione che mostra magia e crudezza dell’eredità culturale del maestro siciliano.

La Genovese Beltramo attualmente è la compagnia residente al Polo culturale Lombroso 16 di Torino, in zona San Salvario, uno spazio molto partecipato in cui i due registi Savino Genovese e Viren Beltramo stanno maturando una dimensione più cinematografica, pur mantenendo le radici nel teatro.  

LA REGISTA EMMA DANTE

“Il piano segreto” è stato girato in gran parte durante la pandemia, tra Palermo e Torino. Sullo sfondo, un crocevia storico particolare e tanti luoghi, compreso lo Spazio Opi di corso Casale in cui operava la compagnia GenoveseBeltramo e che fu chiuso proprio durante il lockdown. 

“Sono stati molto bravi i due registi - commenta il settimese Savino Genovese - Hanno avuto un tempismo incredibile: durante le riprese, sono riusciti anche a catturare anche il momento in cui mi avevano realmente comunicato l’annullamento del nostro spettacolo a Cuneo. Avevo conosciuto Perriera in un provino che avevo sostenuto a Palermo per il suo spettacolo “I Pavoni”, era un grandissimo autore. Tra l’altro, in una ripresa molto datata, quando non c’erano i cellulari, c’ero anch’io insieme a lui e ad altri attori in un momento molto informale”. 

Diretto da Ruben Monterosso e Federico Savonitto, il film è prodotto da Pierfrancesco Li Donni di Zabriskie, neonata società di produzione cinematografica di Palermo, e si avvale di musiche di Giovanni Sollima e Pietro Palazzo. Menzione Speciale Premio Solinas per il Documentario, l'opera è realizzata con il sostegno di Film Commission Torino Piemonte - Piemonte Doc Film Fund e da Sicilia Film Commission

Michele Perriera (1937-2010), autore eretico e voce solitaria del teatro italiano, aveva immaginato, già alla fine del Novecento, i segni di fragilità di un mondo in continua decadenza. Alcuni decenni dopo, le sue profezie sinistre offrono una chiave di lettura in grado di far luce sul nostro presente. 

LA FOTOGRAFA LETIZIA BATTAGLIA 

Allo scrittore, drammaturgo e regista palermitano, anima della scuola di teatro Teatès, tra i fondatori del collettivo di neoavanguardia Gruppo 63, giornalista per «L’Ora», nonché per molti anni direttore della collana di teatro della casa editrice Sellerio e punto di riferimento per più di una generazione di attori e registi, è dedicato il documentario Il piano segreto che debutta al festival Biografilm di Bologna, nella sezione Art & music, mercoledì 12 giugno alle 18.45 nella Sala Scorsese del Cinema Lumière.

Il lavoro mette al centro l’eredità culturale di uno dei più importanti autori di teatro del Novecento e ripropone le sue riflessioni e i temi affrontati nei suoi testi: dal disequilibrio ambientale a quello socio-economico, Perriera, già alla fine del secolo scorso, aveva previsto le difficoltà del nostro presente, aprendo gli occhi ai suoi contemporanei e anticipando gran parte dei temi politico-sociali oggi al centro del dibattito internazionale. 

Giuditta e Gianfranco Perriera, insieme a ciò che resta di una vera comunità di attori, registi e autori, provano a organizzare un evento per ricordare il decennale della scomparsa del padre. Insieme a loro la fotografa e amica Letizia Battaglia, che di Perriera conserva foto e ricordi personali, interviene nel film in una delle sue ultime partecipazioni.

In un altro quartiere di Palermo, la regista Emma Dante conduce negli spazi della sua Vicaria un laboratorio di teatro a partire dai testi dello stesso Perriera, suo primo maestro, con un gruppo di persone anziane per trasmettere i suoi insegnamenti essenziali legati al desiderio di risvegliare la responsabilità dello sguardo. 

Dall’altra parte dello stivale, a Torino, la Compagnia Genovese Beltramo lavora alle ultime prove di Buon appetito, opera di Perriera ambientata in un futuro distopico infestato da farmaci e virus. Come nella più incredibile delle profezie, il testo prende vita e da questo momento gli sforzi dei protagonisti dovranno confrontarsi con le limitazioni del nuovo Coronavirus che sembrano uscire dalla penna dell’autore di cui cercano di tener viva la memoria.

GIUDITTA PERRIERA, FIGLIA DI MICHELE PERRIERA SUL SET DEL DOCUFILM

I registi Ruben Monterosso e Federico Savonitto attraversano una Palermo moderna che guarda al passato e attraverso il teatro ci restituiscono il valore dell’artista.

«Più leggevamo Perriera, più ci rendevamo conto che la sua opera, prima nella scrittura e poi nella trasposizione teatrale, aveva a che fare con mondi distopici molto simili al nostro presente. Perriera esplorava le relazioni umane e i rapporti di forza tra i rappresentanti del potere e gli esseri umani condannati a vivere una vita infelice. Il futuro di cui parlava l’autore siciliano non era solo una metafora di mondi lontani, ma una profezia sinistra che trasfigurava il presente proiettandolo in un futuro possibile. Per questo l’arco narrativo de Il piano segreto è stato costruito attraverso l’interazione di due piani, quello testuale, evocativo e poetico, e quello della realtà e della testimonianza dove i nostri protagonisti, Gianfranco e Giuditta Perriera, Savino Genovese e Viren Beltramo e la regista Emma Dante si confrontano con il quotidiano mentre provano a fare memoria del grande drammaturgo palermitano, circondati da un’aura che li riporta continuamente al suo lascito culturale e all’attualità dei sui testi».

«Fin dal principio dell’ideazione del nostro film ci siamo resi conto che la strada che avremmo voluto intraprendere sarebbe andata al di là del tipico film biografico. Avevamo a disposizione molti materiali audio-visivi di archivio (uno degli spettacoli era stato girato addirittura da Giuseppe Tornatore), ma noi abbiamo preferito basarci principalmente sulle immagini girate dal filmmaker palermitano Pippo Zimmardi, che aveva saputo ritrarre Michele Perriera e il suo teatro con grande gusto e vicinanza. A noi interessava riflettere sulla memoria, e le immagini che abbiamo scelto sono quelle che danno un corrispettivo oggettivo al pensiero di Perriera, e contemporaneamente permettono di volare nel suo immaginario.  A un certo punto del film, Letizia Battaglia afferma che il Teatro non si conserva, e la nostra grande sfida è stata questa: riuscire a trasmettere quell’aura teatrale che scompare non appena si manifesta, e non vuol farsi catturare da una videocamera».

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