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03 Giugno 2024 - 10:59
L'incubo degli automobilisti, gli autovelox, continuano a garantire entrate milionarie alle amministrazioni locali, e dal Salento alle Dolomiti, passando per il Canavese, si moltiplicano le anomalie circa l'uso degli strumenti di rilevazione automatica della velocità.
Apparecchi sui quali è intervenuto di recente anche il Governo con una norma che dovrebbe limitarne l'uso: "nei punti pericolosi continueranno ad essere installati...- spiegava il vicepremier e ministro dei Trasporti, Matteo Salvini - Gli autovelox furbetti, a ripetizione sugli stradoni o dietro l'albero, che sono una tassa occulta, non potranno più essere installati. Il sindaco dovrà giustificare per motivi di sicurezza perchè quell'autovelox è stato installato. Perchè sono una rovina".
La nuova rilevazione sugli autovelocx è di Assoutenti che ha analizzato i dati sui proventi delle sanzioni stradali pubblicati dal ministero dell'Interno.
Il caso più eclatante è quello di un piccolo comune delle Dolomiti, Colle Santa Lucia (Bl), che nonostante conti poco più di 350 abitanti ha incassato nel triennio 2021-2023 la bellezza di 1.265.822 euro grazie all'unico autovelox installato sul proprio territorio, l'equivalente di 3.616 euro a cittadino residente. - spiega Assoutenti - Ricchissimi anche i comuni del Salento, che nel 2023 hanno registrato incassi milionari grazie agli apparecchi di rilevazione automatica della velocità: oltre 8,7 milioni di euro in appena 4 comuni (4.770.631 euro Galatina, 1.830.484 euro Trepuzzi, 1.240.770 euro Cavallino, mentre il comune di Melpignano si ferma a 898.986 euro). 2,3 milioni di euro gli incassi di soli 3 comuni (Puglianello, Castelvenere, Torrecuso) ubicati lungo la "temibile" strada statale 372 Telesina che da Caianello porta a Benevento, notoriamente disseminata di autovelox.
Altra strada "killer" sul fronte degli autovelox è la via Flacca che attraversa il litorale del sud laziale: qui il Comune di Terracina ha incassato lo scorso anno 2.177.914 euro grazie agli apparecchi di rilevazione della velocità, 506.886 euro Formia, 365.326 euro Gaeta. In Veneto gli autovelox hanno garantito 3.486.863 euro al comune di Cittadella (Pd), 1.630.297 euro a Cadoneghe (Pd), 1.547.812 euro a Giacciano Con Baruchella (Ro), 1.306.311 euro a Bagnolo Di Po (Ro), 1.085.383 euro ad Arsiè (Bl), 1.044.070 a Tribano (Pd), aggiunge Assoutenti.
In Piemonte a guidare la classifica è Ivrea con i suoi due autovelox posizionati all’ingresso della città, sullo scorrimento veloce in direzione Caluso.
Nel 2022, in coppia, hanno fruttato la bellezza di quasi 893 mila euro, una cifra spropositata considerando che Torino con più di 800 mila abitanti ha incassato appena tre volte tanto.
Nel gradino più alto anche Settimo Torinese con gli autovelox sulla strada provinciale 11 e Caselle che al Ministero ha però fornito solo il dato complessivo.
Seguono sotto il milione di euro, Cirè, Venaria, Volpiano e Leini.
"Siamo favorevoli alle multe verso chi supera i limiti di velocità, a patto che i primi a rispettare le regole siano gli enti locali, che non devono usare gli autovelox come bancomat ma solo ai fini di garantire la sicurezza stradale. - spiega il presidente di Assoutenti, Gabriele Melluso - In tal senso riteniamo giusta la recente decisione del governo di regolarizzare l'uso di tali apparecchi ma devono essere previste sanzioni salate anche per gli enti locali che non rispettano le disposizioni".
Stando ai numeri del Govarno gli italiani, nel 2023 hanno pagato multe per 1,535 milioni di euro, un dato in crescita del 6,4% sull’anno precedente e del 23,7% rispetto al 2019, prima dell’arrivo del Covid.
E’ di qualche settimana fa, peraltro, un’altra statistica elaborata dal Codacons che vede l’Italia in testa in Europa per il numero di rilevatori lungo le strade: 11.130 mila apparecchi contro i 7.700 della Gran Bretagna, i 4.700 della Germania, i 3.780 della Francia.
Da più di 50 anni gli autovelox (nati nel 1972) sono oggetto di discussione e delle attenzioni non solo di Fleximan ma di tutti gli automobilisti.
I gestori delle strade (specie i Comuni) giustificano la loro crescente presenza con la necessità di prevenire un’infrazione che è fra le prime cause di incidenti gravi.
Ai più viene però da pensare che questi strumenti servano ad alcune amministrazioni solo per fare cassa e, di fatto, numerosi dispositivi sembrano appositamente segnalati male su tratti dove i limiti paiono irragionevolmente bassi.
Insomma più che prevenzione, una vera e propria caccia all’uomo che non lascia spazio alla libera immaginazione.
Solitamente posizionati fuori dai propri centri abitati per non gravare sulle tasche dei propri concittadini, la maggior parte dei sindaci “furbescamente” punta allo straniero, a chi non sa, a chi passa da un certo punto, magari per caso o di tanto in tanto.
Un metodo che sembra studiato a tavolino da professionisti del marketing o se si preferisce del “furto legalizzato”.
Altro che autovelox per questioni di sicurezza.
Altro che amministratori comunali con un occhio di riguardo al cittadino.
Macchè! Solo l’ennesima mazzata ai poveri che sbarcano il lunario.
Ed è del tutto evidente che 50 euro a chi se li può permettere o viaggia in Ferrari fanno ridere due volte. Con il primo bollettino e pure con il secondo del raddoppio della sanzione per la “mancata comunicazione del nome guidatore”.
Per niente scontato, sicuramente non dovuto è l’interessamento del mondo politico impegnato da sempre a capire come “fottere” gli amministrati aumentando loro tariffe, tasse, contributi, multe e sanzioni.
Per la cronaca le multe variano in base alla gravità dell’infrazione e vanno da 42 euro fino ad un eceesso di velocità di 10 hm orari, quindi di 173 euro da 11 a 40 km, di 543 euro da 40 a 60 e di 845 da 61 km in su con sospensione della patente da 6 a 12 mesi.
Se il limite è di 130 km/h, la sanzione scatta solo dai 137 km/h, perché la tolleranza è del 5%. Se, invece, il limite è di 70 km/h, il 5% è minore di 5 km/h. Per cui, si è in contravvenzione solo se si superano i 75 km/h effettivi.
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