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Cucina Mon amour
24 Maggio 2024 - 17:35
Quando corriamo tutta la settimana tra lavoro, casa, figli da prendere a scuola, quando finalmente scattano le 18 del venerdì c'è un pensiero che credo accomuni la maggior parte degli italiani: è l'ora dell'aperitivo.
Un momento conviviale da passare in compagnia degli amici o per rilassarsi con la propria dolce metà dopo una giornata stressante.
Per gli italiani l'aperitivo oggi si traduce in cocktail: dalla fine del primo lockdown a causa del Covid nel 2020 si è registrato un maggior consumo di cocktail rispetto al classico Prosecco o vini bianchi che invece venivano ordinati con più frequenza nel decennio precedente.
I locali hanno risposto a questo maggior consumo di superalcolici iniziando ad alzare la qualità dei prodotti, ampliando anche l'offerta degli alcolici; pensate solo a quanti gin esistono oggi nei nostri cocktail bar preferiti.
Sapevate però che Torino è la città in cui è nata l'abitudine dell'aperitivo?
Eh sì, perché i Savoia erano un po' viziosi, così venne chiesto all'erborista Antonio Benedetto Carpano di creare per il sovrano Vittorio Amedeo III una bevanda alcolica pre pasto che preparasse lo stomaco poi per consumare i ricchi banchetti. Nel 1786 in una bottega in piazza Castello nasce così il primo Vermouth (c'è ancora la targa dedicata a Carpano se volete vederla, è sul lato destro all'inizio dei portici, all'angolo con la Torre Littoria).
Il vermouth è un vino aromatizzato con varie spezie ed erbe tra cui l'assenzio, la genziana, sambuco, zafferano; il suo nome deriva dal tedesco wermut, cioè artemisia (o assenzio). Inutile dire che questo aperitivo divenne il preferito di casa Savoia, la sua leggenda divenne enorme, tanto che la Carpano iniziò a spedire casse di vermouth in tutto il mondo. Con l'aumento della produzione l'azienda si dovette anche spostare dal laboratorio di piazza Castello e aprire una sede più grande, ancora oggi visitabile al secondo piano di Eataly Lingotto. Pian piano la moda dell'aperitivo si consolida tra le classi più agiate di tutto il nord Italia, soprattutto tra la fine dell'800 e gli inizi del 900 quando nascono anche altre grandi aziende come la Martini & Rossi, Campari e l'Aperol dei fratelli Barbieri. L'aperitivo ritorna di gran moda nella Milano da bere degli anni '80 diventando così accessibile economicamente a tutti.
Scopriamo insieme quali sono i cocktail più famosi e più amati dagli italiani e andiamo a scovare la storia dietro la nascita dei nostri aperitivi preferiti. Vi darò anche le ricette e le dosi per preparare a casa un ottimo aperitivo.
Il Negroni del Barney's al Circolo dei Lettori di Torino
Questo è il cocktail più ordinato in Italia, è al top di qualsiasi classifica degli ultimi vent'anni. Non solo in Italia, ma ha una grande fama in tutto il mondo.
La verosimile leggenda dell'origine del cocktail negroni racconta la storia del Conte Camillo Negroni, un rampollo fiorentino vissuto tra la fine dell'Ottocento e i primi del Novecento. Di buona famiglia nobile, era abituato a viaggiare molto, e nei suoi viaggi tra America e Inghilterra ha conosciuto il gin, un distillato che all'epoca non era usato in Italia. Il Conte Negroni portò il gin nel Caffè che era solito frequentare a Firenze e chiese al barman Fosco Scarselli di mescolare questi ingredienti insoliti.
Essendo un uomo molto influente si sparse immediatamente la voce di questo nuovo cocktail che era ormai solito bere il Conte, così tra le vie fiorentine iniziò la moda di ordinare il "cocktail che beve il Negroni", mantenendo poi il nome stesso del cocktail ancora oggi. La leggenda narra che il Conte bevesse circa 20 negroni al giorno, ma che morì anche molto giovane proprio a causa dell'abuso del sua amata bevanda.
Il Conte Camillo Negroni
INGREDIENTI
- 3 cl di gin
- 3 cl di vermouth rosso
- 3 cl di campari
Basterà mettere il ghiaccio in un bicchiere che si chiama "old fashioned", il classico bicchiere da cocktail, poi andranno mescolati delicatamente tutti e tre gli ingredienti in parti uguali aiutandovi con un cucchiaino. Finiamo con una fetta d'arancia
"Un dry Martini per favore.. tre parti di Gordon, una di vodka e mezza di Kina Lillet. Agitato non mescolato, poi aggiunga una sottile scorza di limone". Frase iconica nel mondo del cinema pronunciata dall'agente segreto più famoso al mondo, 007 Bond, James Bond. Questo è il cocktail che lui dedica alla sua amata Vesper Lynd nel primo capitolo della saga.
James Bond interpretato da Daniel Craig
Le versioni del cocktail Martini bevuto da 007 nei numerosi romanzi e film varia sempre perché a volte non c'è il gin e a volte non c'è il Lillet (un distillato francese simile al vermouth).
Questo cocktail nasce nel 1950 negli Stati Uniti da Ian Fleming, l'autore dei libri di 007 ed è interessante il nome, Martini, che deriva proprio dal nome dell'azienda Martini & Rossi di Pessione (Chieri). Pensate a quanto fosse famosa la Martini dall'altra parte dell'oceano all'epoca e a quanto ancor più successo ha ottenuto un'azienda tutta italiana grazie ai romanzi e ai film. In Italia la versione del cocktail "Vesper" non è molto famosa, ma è invece più noto il "Martini Dry" di cui vi indico le dosi.
INGREDIENTI
- 6 cl di gin
- 1 cl di vermouth (Martini)
Mettere il ghiaccio in una coppa Martini per raffreddarlo, potete anche tenerlo in frigorifero nel mentre che mixate gli ingredienti alcolici. In un bicchiere a parte versiamo il gin e il vermouth e, come vorrebbe Bond li agitiamo ma non li mescoliamo (cioè mescoliamo molto delicatamente). togliamo il ghiaccio dalla coppa Martini e versiamo il gin e il vermouth nel calice molto freddo. Guarniamo con un'oliva.
Per me lo spritz è sinonimo d'estate. è il cocktail che si beve al bar della spiaggia con vista mare o nelle piazze delle più famose città del nord Italia.
L'origine dello spritz è conteso fra le città di Padova e Venezia. Ognuna delle due città ha un bitter che accompagna gli altri ingredienti, il Campari a Padova e il Select a Venezia, per questo è difficile risalire al vero luogo di nascita.
Le origini di tutta l'enogastronomia italiana è sempre un misto di verità e leggenda, quindi la verosimile storia più nota dello spritz risalirebbe agli inizi dell'Ottocento con l'occupazione di Venezia da parte degli austriaci. Qui gli austriaci iniziarono ad allungare con acqua gassata i vini veneti che consideravano "troppo pesanti". Da qui nascerebbe la parola spritz, dal tedesco "spritzen" cioè spruzzare l'acqua nel vino.
Ma la vera rivoluzione di questo cocktail avvenne nel primo dopoguerra, quando nel 1919 a Padova nasce l'Aperol dei fratelli Barbera che "macchiarono" il vino con l'acqua frizzante e un anno dopo a Venezia i Fratelli Pilla "macchiarono" a loro volta il vino e l'acqua con il Select. Nel novarese esisteva già il Campari, utilizzato nella versione attuale del cocktail, ma non era usato per fare lo spritz e sicuramente non era conosciuto in Veneto. La fortuna dello spritz è stata sicuramente una massiccia campagna pubblicitaria degli anni '80 fatta dai maggiori produttori di bitter, il che ha fatto sì che questo cocktail fosse conosciuto e consumato non solo nel nord Italia, ma lungo tutta la penisola. Io vi indicherò la ricetta ufficiale riconosciuta dall'IBA, che è l'associazione internazionale dei bartender, ma, soprattutto al nord, esistono tantissime varianti dello spritz.
INGREDIENTI
- 6 cl di prosecco
- 4 cl di Aperol
- una spruzzata di soda/seltz
Occorre riempire con il ghiaccio un calice ampio, poi versare nell'ordine il vino, il bitter e infine la soda. Si termina con una fetta di arancia.
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