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17 Maggio 2024 - 00:08
Alberto Marchetti con i nocciolini di Chivasso
Nocciole, zucchero, albume. È in questi tre semplici ingredienti e nel loro giusto dosaggio che si nasconde il segreto dei Nocciolini di Chivasso. Questi dolci dal sapore unico e inconfondibile in più di cent'anni di storia hanno conquistato i palati di molti, compreso quello di Alberto Marchetti.
Alberto Marchetti, stimato maestro gelatiere, rivela così la sua anima imprenditoriale che oggi lo porta ad allargare i suoi interessi dal gelato, che resta la prima vera passione, agli iconici nocciolini.
“I Nocciolini – dichiara Alberto Marchetti – sono il topping perfetto per il mio gelato!”.
I Nocciolini della Dolciaria Fontana
La storia narra che l'invenzione dei Nocciolini di Chivasso risalga al lontano 1810, quando il mastro pasticcere Giovanni Podio unì le nocciole Piemonte agli altri due ingredienti, ricavando l'impasto magico. Ma fu Nazzaro, il genero, che nel 1904 ne registrò il brevetto presso il ministero del commercio del Regno d'Italia, col nome originario di "noasetti", e che nel 1900 e 1911 portò i Nocciolini alle Esposizioni Universali di Parigi prima e Torino poi. L'intraprendente pasticcere, che spogliò i nocciolini della loro confezione di latta per il tradizionale sacchetto rosa, fu insignito del titolo di "fornitore della Real Casa" da Vittorio Emanuele III di Savoia. L'epoca fascista spazzò via il nome straniero per l'italiano "Nocciolini".
Come si legge nel libro di Francesca Marino “I Nocciolini di Chivasso. Storia, tradizione e mito”, la sera del 21 settembre 1965 il Caffè della Posta di Chivasso, famoso per i suoi Nocciolini,fu protagonista di un fatto luttuoso: l’avvelenamento del pasticcere Luigi Cavatore. (…). A causa della perdita del pasticcere, la produzione dei dolci Nocciolini si interruppe bruscamente finché il proprietario, De Marco, scelse Roberto e Mariella Fontana che iniziarono così la loro produzione nel laboratorio di via Ivrea 31, dove ancora oggi ha sede lo stabilimento.
Rigorosamente confezionati a mano, i nocciolini nascono seguendo un vecchio procedimento: le nocciole, sgusciate e tostate al punto giusto, vengono impastate con zucchero e albume. Il tutto, portato a densità colante, viene inserito in una macchina che distribuisce su fogli di carta, piccoli bottoncini pronti ad essere infornati. Una volta raffreddate, le delizie vengono confezionate nell’inconfondibile confezione rosa con sopra raffigurato il Duomo della città di Chivasso.
“Sono sempre stato affascinato dalle cose buone – dichiara Alberto Marchetti - Sin da piccolo ho amato i Nocciolini di Chivasso ed entrare oggi a far arte della loro storia mi riempie di orgoglio. Tradizione, genuinità, rispetto delle cose fatte “come una volta” sono principi che ho sempre cercato di portare in tutto ciò che faccio: nel mio gelato e ora in questa nuova avventura”.
Il gelato è la sua vita. Fin dall’inizio: Alberto Marchetti è nato nello stesso giorno in cui suo padre inaugurava la rinnovata cremeria a Nichelino, vicino a Torino. In quella gelateria ha passato la sua infanzia: il pomeriggio faceva i compiti al primo piano, vicino al laboratorio, e di nascosto andava al mantecatore – tra un problema e un tema – a gustarsi una spatolata di fior di latte.
Se si cresce così, il gelato lo si ama. Ed è un amore che si vuole trasmettere, facendo le cose bene.
A lui il gelato piace semplice, con pochi ingredienti, buoni. Gli piace dolce, fresco e cremoso, come quello della sua infanzia trascorsa immerso nell’odore del latte.
Alberto Marchetti
Alberto Marchetti usa solo materie prime che va a trovare personalmente girando per l’Italia, attingendo in particolar modo al tesoro dei Presidi di Slow Food. Va sempre nei campi, nei laboratori, per vedere con i propri occhi dove crescono i frutti, dove vengono realizzati i prodotti.
Da quell’infanzia nel negozio di suo padre, sono cambiate tante cose: ha conosciuto sua moglie Alessia; con lei e con una squadra affiatata hanno aperto il primo punto vendita di Torino, quello in corso Vittorio, poi altri tre in città, uno a Milano, uno ad Alassio, in Liguria e uno ad Alba, in provincia di Cuneo. Ma in questi anni non è cambiata la passione e la cura che mettono nel fare il loro gelato.
Anzi: la ricerca dell’eccellenza è diventata una sfida permanente. Ora come allora non usano niente che non sia necessario: le cose buone sono semplici. Basta farle con amore.
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