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Ivrea

Carcere: ancora morti per suicidio. Basta! Il 18 aprile tutti sotto il Municipio

Un evento per commemorare le vittime e chiedere un cambiamento. Appello a Mattarella, Governo e Parlamento per interventi urgenti.

Carcere: ancora morti per suicidio. Basta! Il 18 aprile tutti sotto il Municipio

Giovedì 18 aprile alle ore 18 sulla scala di ingresso del Municipio un grande evento organizzato per ricordare i troppi morti per suicidio in carcere ad un mese dall’intervento del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella («Sui suicidi in carcere servono interventi urgenti!»).

Verranno letti i nomi delle persone che si sono suicidate in carcere nel 2024 e ricordati anche gli agenti di Polizia Penitenziaria che si sono tolti la vita in questi mesi.

Un’iniziativa aperta a tutti: avvocati, operatori penitenziari, volontari, sindacati del personale dell’amministrazione penitenziaria, associazioni, rappresentanti istituzionali, parenti delle persone in carcere, cittadini.

E sarà un appello al Governo Meloni, al Ministro e alla politica in generale sulle condizioni delle carceri italiane.

carcere

A Ivrea a guidare l'evento è il Garante dei diritti delle persone private della libertà personale Raffaele Orso Giacone in collaborazione con l'amministrazione comunale, in particolare con l’Assessora con le deleghe per il carcere Gabriella Colosso, la direzione del carcere, la camera penale, le associazioni di volontariato, la Caritas, il cappellano e vari cittadini. 

“Il 18 aprile - spiega Giacone - sarà l’occasione per accendere i riflettori sulle grandi carenze del sistema penitenziario attuale, per fare il focus sul sovraffollamento carcerario, sulle mancanze sanitarie e trattamentali, sulla necessità di una maggiore applicazione delle misure alternative al carcere. La lettura dei nomi morti suicida in carcere servirà a prendere coscienza di questa grande tragedia esistenziale, che giace nel silenzio delle istituzioni. Troppo spesso i luoghi detentivi sono considerati una discarica di esseri umani, anziché luoghi di riabilitazione”.

L'appello, elaborato dalla Conferenza nazionale dei Garanti evidenzia la grave situazione delle strutture detentive italiane, spesso sovraffollate e inadeguate a garantire i diritti umani fondamentali.

Si esorteranno i legislatori a prendere misure concrete per migliorare la vita quotidiana dei detenuti, implementando più attività riabilitative e ampliando l'accesso a risorse che favoriscano il contatto con il mondo esterno, come le telefonate e le videochiamate.

L'iniziativa di Ivrea si pone in un contesto più ampio di iniziative simili che si svolgeranno in tutto il territorio nazionale, segnale di un movimento crescente che richiede un cambiamento radicale nel modo in cui la società italiana gestisce la detenzione.

Le statistiche sul suicidio in carcere in Italia sono allarmanti e rappresentano un campanello d'allarme che non può più essere ignorato. La lettura dei nomi dei defunti vuole essere un momento di profonda riflessione collettiva, un atto di memoria che sottolinea la tragedia personale dietro ogni statistica.

Il documento invita espressamente il Ministro della Giustizia, i membri delle commissioni giustizia di Camera e Senato, e l'amministrazione penitenziaria a rispondere con azioni decise e rapide.

Si chiede un incremento del personale specializzato, come psicologi e assistenti sociali, che possano offrire supporto adeguato ai detenuti, e l'introduzione di più misure alternative al carcere, specialmente per coloro con condanne brevi.

La speranza è che tutto questo possa servire da catalizzatore per un dibattito pubblico più ampio e per azioni concrete che affrontino le radici del problema, piuttosto che limitarsi a gestire le emergenze.

L'obiettivo è ridestare le coscienze su una realtà spesso invisibile, su luoghi dove troppi individui sono sottoposti a condizioni che negano dignità e impediscono ogni forma di riabilitazione efficace.

Ma anche ottenere un cambiamento immediato, con una riforma profonda del concetto di giustizia in Italia che sia veramente giusto, umano e rispettoso dei diritti di ogni individuo.

IL TESTO DELL'APPELLO ELABORATO DALLA CONFERENZA NAZIONALE DEI GARANTI

SUICIDI IN CARCERE: SERVONO INTERVENTI URGENTI,
NON SI  PUO’ CONTINUARE A MORIRE DI CARCERE E IN CARCERE. 

Lo scorso 18 marzo il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ricevendo la Polizia Penitenziaria, ha dichiarato: “Sui suicidi in carcere servono interventi urgenti”. 

Ormai non si fa più in tempo ad enumerare i casi di suicidio che si è subito costretti ad aggiornarne l’agghiacciante elenco. 

È uno stillicidio insopportabile, al pari della sensazione di inadeguatezza delle attività di prevenzione. 

E dunque, è più che mai doveroso analizzare e decifrare il drammatico fenomeno del sovraffollamento carcerario, ribadendo, ancora una volta, con forza l’impellente necessità di interventi urgenti. 

La maggioranza dei detenuti vive, per oltre 20 ore al giorno, in celle sovraffollate, dalle quali esce solo nelle cd. “ore d’aria”. Questo rappresenta, senza dubbio, una patente violazione dei principi e delle garanzie riconosciute dalla nostra Carta costituzionale e dall’Ordinamento penitenziario. 

Tale situazione non è insuperabile. 

È necessario riempire di senso, il tempo della detenzione, offrendo più attività “trattamentali” (culturali, lavorative, sportive e ricreative). Le relazioni familiari e col volontariato devono essere potenziate anche con l’aumento dei colloqui, delle telefonate, delle videochiamate. 

Si sottolinea, altresì, l’assoluta necessità di personale specializzato (psicologi, educatori, psichiatri, pedagogisti, assistenti sociali, mediatori linguistici) che dia ascolto ai detenuti e ne riesca a cogliere le ragioni di intollerabile sofferenza. 

È necessario un maggior numero di misure alternative alla detenzione rendendo efficiente ed efficace la Giurisdizione di Sorveglianza, anche destinando maggiori risorse. In effetti, sono diverse migliaia i detenuti con una condanna definitiva inferiore o pari a tre anni di reclusione. 

Chiediamo, dunque, a tutti i Parlamentari norme specifiche ed urgenti, ed al Ministro di Giustizia provvedimenti concreti in tempi rapidi, in aderenza con le parole del Presidente della Repubblica che ha sollecitato: “interventi urgenti, anche per tamponare l’emergenza”. 

Così come sollecitiamo i parlamentari (nazionali ed europei), i consiglieri regionali e comunali e gli stessi magistrati di sorveglianza a visitare le carceri con maggiore continuità e frequenza, perché, anche oggi – come scriveva nel 1949 Piero Calamandrei - “bisogna vederle, bisogna esserci  stati, per rendersene conto”. 

I suicidi sono, difatti, il prodotto della lontananza della politica e della società civile dal carcere. 

Il 18 aprile 2024, ovvero ad un mese esatto dall’appello del Presidente della Repubblica, la Conferenza nazionale dei Garanti territoriali delle persone private della libertà personale diffonderà il seguente appello, ricordando i nomi dei detenuti morti suicidi, per malattia ed altre cause  ancora da accertare nonché i nomi degli agenti di polizia penitenziaria che quest’anno si sono tolti la vita. 

Sin d’ora siamo disponibili a incontri con il Ministro della Giustizia, le commissioni giustizia di Camera e Senato e l’Amministrazione penitenziaria per dare il nostro contributo di scienza ed esperienza alla risoluzione delle gravi problematiche che affliggono il carcere, le persone detenute e coloro che ci lavorano quotidianamente. 

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