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10 Aprile 2024 - 16:34
La Rivarolo-Pont
Parliamo dell'elettrificazione della linea ferroviaria Rivarolo - Pont. Nella caratteristica cornice della chiesa della Trinità a Cuorgnè, è stata svelata la road-map del progetto che promette di rivoluzionare il trasporto ferroviario nella regione del Piemonte.
Alla presentazione erano presenti i sindaci dei Comuni interessati, oltre a figure chiave come Marco Gabusi, assessore ai Trasporti della Regione, e Mauro Fava, consigliere regionale di Forza Italia e principale promotore dell'iniziativa.
Il consigliere Fava ha espresso grande soddisfazione per il raggiungimento di questo obiettivo strategico, frutto di un lavoro di squadra e di una visione lungimirante per il territorio: “Il mio obiettivo più ambizioso di questi cinque anni è stato raggiunto: l’opera sarà ultimata entro la fine del 2025”.
Il progetto, finanziato attraverso i fondi del Pnrr, prevede la conclusione dei lavori entro il 2025, seguiti da una fase di collaudo e avvio del servizio commerciale previsto per giugno 2026.
L'elettrificazione della linea non porterà solamente a un miglioramento del servizio ferroviario attuale, ma avrà anche un impatto significativo sullo sviluppo economico e turistico della regione. La stazione di Pont, in particolare, si trasformerà in un importante accesso al Parco del Gran Paradiso, promuovendo il turismo e facilitando la mobilità per motivi lavorativi e scolastici.
“Devo ringraziare l’assessore Gabusi e il presidente Cirio, per aver compreso la grande ricaduta che la nuova linea elettrificata potrà avere per il territorio,” ha aggiunto Fava.
La stazione ferroviaria di Pont Canavese
Dal 2019, la regione ha visto notevoli miglioramenti nel servizio di trasporto ferroviario, con treni più moderni, capienti e confortevoli, e un sistema di sicurezza migliorato. L'investimento non si ferma all'elettrificazione: la Regione ha anche investito 4 milioni di euro per la messa in sicurezza per mettere in sicurezza il tratto del passaggio a livello di Volpiano e realizzare una viabilità alternativa. Lavori, in dirittura d’arrivo, e responsabili di buona parte dei disagi verificatisi negli ultimi mesi, che erano imprescindibili: "Senza di essi - spiega Mauro Fava - il servizio sarebbe stato sospeso perché non più adeguato alle norme di sicurezza".
E proprio in tema di passaggi a livello, di qui all’anno prossimo con i Comuni toccati dalla linea ferroviaria si dovrà concordare un piano di soppressioni, per ridurne il più possibile il numero. Attualmente sono 30, in 16 km: troppi, perché rallenterebbero esageratamente la marcia del treno.
"La Regione è disponibile a fare la sua parte - conclude Fava - com’è stato nel caso di Volpiano, per sostenere progetti di viabilità alternativa".
L'intervento si articola su diversi assi, tra cui l'adeguamento delle stazioni agli standard di sicurezza e tecnologia, il potenziamento dell'infrastruttura, l'installazione del sistema di sicurezza Scmt e la risoluzione delle interferenze viarie. Tra i lavori più significativi ci sarà l'abbassamento del sedime della galleria di Cuorgnè per consentire il transito dei nuovi treni, oltre alla realizzazione di infrastrutture essenziali come una sotto-stazione elettrica a Salassa.
L’elettrificazione della linea Rivarolo-Pont rappresenta un passo importante per il futuro del trasporto ferroviario in Piemonte, con benefici che andranno oltre il miglioramento della mobilità, contribuendo allo sviluppo economico e turistico della regione. Con la realizzazione di questo progetto, il Piemonte si avvia a diventare un modello di riferimento per l’innovazione e la sostenibilità nel trasporto ferroviario regionale.
La ferrovia Canavesana, rappresenta un importante asse di collegamento per i comuni del territorio, partendo da Settimo Torinese fino ad arrivare a Pont Canavese. La gestione dell'infrastruttura è passata a Rete Ferroviaria Italiana (RFI) dal 1 gennaio 2024, preceduta da GTT e Trenitalia per il servizio passeggeri.
Originariamente inaugurata come ippovia nel 1866 (L'ippovia è un sentiero percorribile a cavallo o, anche, una tranvia a cavalli), la ferrovia è stata successivamente convertita per il trasporto a vapore e ha subito varie estensioni e modifiche, tra cui il prolungamento a Castellamonte nel 1877 e una diramazione a Pont Canavese nel 1906. La linea ha subito declini e cambiamenti nella sua funzione, passando da un traffico misto a un'esclusiva attenzione al trasporto regionale, sopravvivendo grazie all'integrazione nel Servizio ferroviario metropolitano di Torino.
La tratta fino a Rivarolo Canavese è elettrificata, mentre il segmento restante verso Pont Canavese richiedeva un trasbordo su un convoglio diesel. Ecco perché l'esigenza di terminare l'elettrificazione di tutta la tratta. Ci sono stati finanziamenti e lavori in corso per l'elettrificazione completa della linea, migliorando così l'efficienza e la sostenibilità del servizio.
L'idea di un collegamento tra il Canavese e la città di Settimo, dove già passava dal 1852 la ferrovia Torino-Milano, ebbe fra i principali promotori il medico rivarolese Carlo Demaria assieme ad alti esponenti della finanza torinese, tra cui concorreranno altri illustri rivarolesi come soci fondatori: il sindaco Giuseppe Recrosio, Giuseppe Chiesa, titolare della manifattura omonima, il misuratore Giuseppe Peronetti, Maurizio Farina, l'impresario Fortunato Pistono ed il notaio Antonio Vallero, intenti ad attuare una politica di miglioramento e di progresso dell'economia piemontese, puntando quindi a incentivare le aree del Canavese.
La stazione di San Benigno Canavese in un'immagine di inizio Novecento
La soluzione fu quella di pianificare la costruzione di una strada ferrata che collegasse le opulente aree al capoluogo. La costruzione della stessa, avviata dalla Società Anonima della Strada Ferrata del Canavese, fu approvata con atto del notaio Giuseppe Turvano l'11 agosto 1856; la linea fino a Rivarolo, lunga 16 km, con trazione a cavalli e scartamento di 1650 mm, fu inaugurata a tappe a partire dal 1856, concludendosi il 20 giugno 1866.
Quando a tirare erano i cavalli...
La ippovia abbandonata il 1º dicembre 1885, con l'inaugurazione del servizio a vapore, vedeva in origine l'utilizzo del sistema di rotaie tipo Luè, premiato con medaglia d'oro all'Esposizione Nazionale del 1861, costituito da rotaie a doppio fungo ancorate a blocchi di pietra mediante staffe di ghisa, caratterizzato dall'assenza di traversine; tale soluzione era stata rimpiazzata, nel proseguimento dell'ippovia da Volpiano a Rivarolo, con rotaia incassata sistema Loubat. L'avvio dell'esercizio a vapore comportò l'adozione del sistema standard con rotaia Vignoles.
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