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Vistrorio

Da non crederci: 45 minuti al telefono per buttare un divano

Il ritiro degli ingombranti a domicilio, è uno dei servizi offerti ai cittadini, peccato che ci sia anche chi ha dovuto aspettare due mesi prima del passaggio

attesa al telefono

L'attesa al telefono è durata 45 minuti

Un'infinità di tempo al telefono per buttare dei rifiuti ingombranti, senza neppure riuscire a parlare con un operatore.

A documentare l'infinita attesa per cercare di prenotare il servizio di raccolta rifiuti ingombranti, è un cittadino della Valchiusella, Federico Steffenina, ex sindaco di Vistrorio.

Questa mattina Steffenina ha composto il numero verde messo a disposizione dalla ditta che si occupa della raccolta nei comuni del Consorzio Canavese Ambiente, ma dopo ben 45 minuti d'attesa, non è riuscire nemmeno a parlare con un operatore.

“Benvenuto, la invitiamo a rimanere in attesa, un operatore le risponderà appena possibile” è il messaggio registrato che l'utente deve aver ascoltato qualcosa come 270 volte prima di arrendersi.

Nonostante l'attesa infinita, Steffenina trova anche la voglia di ironizzare: "Probabilmente l’operatore è partito a piedi da Castellamonte per rispondermi al citofono di casa".

Federico Steffenina ha raccontato la sua esperienza con il ritiro dei rifiuti ingombranti a domicilio

Poter richiedere il ritiro di rifiuti ingombranti a domicilio, è uno dei servizi inseriti nel capitolato dell'appalto vinto da Teknoservice.

E proprio questo era stato uno dei punti che avevano fatto storcere il naso a quel gruppetto di Comuni che, con una battaglia impari all'interno del consorzio Cca, avevano cercato di impugnare il bando.

Si tratta di Busano, Feletto, Favria, Ozegna, San Ponso, Alpette, Sparone, Locana, Ceresole. Questi Comuni si erano battuti per il loro diritto di vedere e poter approvare il piano industriale, mentre tutti gli altri si erano arresi davanti alle parole del presidente del Consorzio che sosteneva che non fosse diritto dei Comuni.

In quella scatola chiusa che è stato il piano industriale approvato da Cca e finito nel bando di gara vinto da Teknoservice erano contenute moltissime novità che i sindaci si sono ritrovati a dover fronteggiare solo a cose fatte.

Tra queste proprio le nuove regole sulla racconta degli ingombranti: "E' stato fissato un molte ore per questo servizio - spiega il sindaco di Busano, Giambattistino Chiono -. Ci sono 1900 ore, da dividere tra i due operatori, diventano 950 ore da dividere in territorio vastissimo che parte da Ceresole e arriva in punta alla Valchiusella. Terminate le ore, bisogna pagare. Mi domando come si faccia a modulare un servizio pubblico in ore. Chi controlla quanto tempo viene effettivamente impiegato?".

Il sindaco di Busano, Gianbattistino Chiono

Non sembra strano, dunque, che il servizio diventi meno accessibile per il cittadino.

Molti i commenti seguiti al post di Steffenina. In uno di questi si consiglia di aspettare il 6 di aprile quando a Lugnacco ci sarà il cassone raccolta ingombranti. Peccato, però, che sia riservato ai soli residenti di Valdichy muniti di ricevuta di pagamento della tassa. 

Un sistema poco funzionale anche quello del cassone, cone evidenzia Steffenina: "Il problema quando si mette il cassone per gli ingombranti è che ci si preoccupa troppo delle bollette non pagate (richiesta assurda che non fa neanche l’ecocentro di Castellamonte) ma non del numero di pezzi massimo depositabile. Così succede come è successo a Vistrorio! Cassone posato la mattina alle 8.00 e a mezzogiorno era già pieno, perché sono arrivati addirittura con i trattori carichi già da giorni in attesa del cassone".

DUE MESI PRIMA DEL RITIRO

Un'altra cittadina, in un commento ha raccontato la propria di esperienza: "Quando rispondono, ti dicono che verranno due mesi dopo perché hanno già tante prenotazioni. L'estate scorsa ho prenotato a giugno ma sarebbero passati ad agosto (quando avrei avuto ospiti e non mi andava di lasciare rumenta al cancello) perciò ho rimandato a settembre e mi hanno detto che sarebbero passati a novembre. Alla fine sono venuti a gennaio e il materiale (prima recuperabile) era ormai impregnato di acqua e di neve".

Un sistema che penalizza i cittadini: "Non tutti hanno furgoni o forza fisica per trasportare loro stessi il materiale al Ghiaro o in altri contenitori comunali. Inoltre non vogliono elenchi scritti di oggetti, che si potrebbero esporre il giorno da loro stabilito, bensì la foto del materiale già situato, che così la roba resta esposto alle intemperie fino al loro passaggio".

Inoltre non piace quel limite di 5 pezzi che non tiene conto né della natura della merce da bittare, né degli ingombri: "Ti dicono che non puoi esporre più di 5 pezzi e ho dovuto litigare perché io avevo una dozzina di parti di mobili ikea in truciolare. La prossima volta lascerò i 3 mobiletti interi alla vista di tutti, così starò nel numero di pezzi. Ho poi convinto l'operatore chiedendogli se 5 lavatrici o materassi non avrebbero occupato il camion più delle mie assi".
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