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Favria
04 Aprile 2024 - 15:12
Il gioco delle carte.
Le carte da gioco fanno parte di un repertorio di vita talmente radicato nella quotidianità da dare l’illusione di essere sempre stato presente. Eppure dietro alle figure rappresentate sulle tessere di carta inspessita si celano le origini remote, che risalgono circa a mille anni fa.
Anche se non è noto da dove arrivino effettivamente le carte da gioco, si sa per certo che le prime attestazioni a riguardo risalgono alla Cina della dinastia Tang, attorno al X secolo, poco dopo l’invenzione della carta. Ma l'idea alla base del gioco in realtà è documentata ancora prima, ovvero in un documento cinese del IX secolo, noto come Yezi Gexi, che descrive un gioco chiamato Yi Xi.
Invece delle carte venivano usate foglie, yi xi significa letteralmente il gioco delle foglie di erbe, dipinte con figure e numeri. Le descrizioni non sono abbastanza dettagliate per capire se si trattasse di un gioco simile a quello che conosciamo noi, ma certamente è la base di partenza per lo sviluppo di mazzi di carte decorati con immagini e simboli specifici tra l'altro molto simili a quelli che troviamo ancora oggi.
Secondo i riferimenti letterari e i ritrovamenti archeologici, le antiche carte cinesi presentavano una suddivisione in semi con diversi numeri e immagini, ehe potevano variare a seconda della regione e della tradizione locale. Vi erano, tuttavia, alcuni semi tradizionali, che hanno resistito ai secoli e che con ogni probabilità facevano già parte delle prime carte da gioco: si tratta dei jian, spade, bang, bastoni, tong, denari, e wan, coppe.
Accanto ai semi, comparivano anche caratteri numerici e figurativi, tra cui animali e figure umane, quali personaggi di corte, fanti, re e regine. Prima di giungere in Europa, le carte da gioco vennero conosciute e apprezzate nel resto dell’Asia, per poi approdare in Medio Oriente grazie agli scambi commerciali, insieme alle stoffe pregiate e alle spezie, anche le carte da gioco percorsero la Via della Seta fino a fare la loro comparsa nel mondo islamico.
Le prime testimonianze scritte delle carte in Medio Oriente risalgono agli albori del XIV secolo, e dimostrano un adattamento al nuovo contesto, presentando alcune differenze rispetto alle originali carte cinesi. Se si considéra che all’interno della stessa Cina vi erano mazzi differenti con una grande varietà di simboli a seconda della regione, non stupisce che la cultura araba abbia riadattato elementi come semi e figure alla propria mentalita e della propria religione. Non a caso in questo contesto le carte non avevano solo una funzione ricreativa, ma potevano essere utilizzate anche a scopo divinatorio, ovvero per predire il futuro.
Uno slancio importante per lo sviluppo delle carte da gioco in Medio Oriente fu dato dall’impero Ottomano, la cui enorme influenza culturale e la vastità territoriale facilitò la loro diffusione in tutte le aree sotto il suo dominio. E non solo. A seguito degli scambi che l’impero Ottomano intratteneva con l’esterno, la conoscenza delle carte da gioco si spinse progressivamente sempre più a Occidente fino ad affacciarsi all’Europa. In questo passaggio, si è ipotizzato che i primi contatti siano avvenuti grazie ai Mamelucchi egiziani alla fine del XIV secolo.
In quell’epoca, le carte avevano già assunto una forma molto vicina a quella attuale, sia per quanto riguarda le numerazioni delle carte sia per i simboli. II mazzo utilizzato dai Mamelucchi, infatti, comprendeva quattro semi, ovvero coppe. Tuman, spade, Suyuf, denari, Darahim, bastoni da polo, Jawkan, ciascuno comprendente dieci carte. Secondo i principi della legge islamica, le carte non rappresentavano persone, tuttavia su ciascuna era riportato il nome di ufficiali dell’esercito. All'inizio del XV secolo troviamo le prime attestazioni dell’uso delle carte in Spagna e in Italia, e si ricorda un importante riferimento in un’ordinanza fiorentina del 1376 che vietava il gioco delle naibbe.
Si tratta di un termine arcaico indicante le carte da gioco, e non è un caso che derivi dalla parola araba naib, deputato, ovvero il nome di una figura presente nelle carte usate dai Mamelucchi. Nell'arco dei pochi anni successivi si trovano già altre rapide menzioni, che semplicemente danno modo di confermare la presenza delle carte in Europa. Dettagli più interessante invece, sono presenti nel sermone Tractatus de moribus et disciplina humanae scritto da un frate domenicano di Basilea che descriveva nel dettaglio il funzionamento di un gioco di carte.
L'introduzione delle carte da gioco in Europa, quindi, fu il risultato di lunghi scambi culturali, l'uso per esempio, i semi presenti nelle carte italiane e spagnole erano denari, coppe, bastoni e spade, mentre nei mazzi tedeschi si trovavano foglie, ghiande, cuori e campane. In generale, pero, le rappresentazioni sulle carte europee iniziarono a mostrare caratteristiche comuni per rafïigurare le famiglie più influenti del periodo e i rispettivi vassalli, che venivano trasposti sulle carte come re, regine, cavalieri e servi. La popolarità delle carte da gioco divenne ancora più capillare grazie all'invenzione della stampa a caratteri mobili di Gutenberg, ehe ne rivoluziono la produzione tanto da renderle disponibili su larga scala e soprattutto più accessibili a tutta la popolazione.
Prima di questo momento, infatti, per realizzare le carte da gioco si doveva ricorrere alla pittura o all'incisione a mano; in seguito si inizio a stamparle in modo sommario tramite la xilografia, con cui si imprimevano i disegni sulla carta utilizzando tamponi imbevuti di inchiostro. Il risultato finale spesso era ricco di sbavature, a meno che i disegni non fossero semplici e stilizzati, senza colori intermedi o sfumati. E forse fu proprio la difficoltà nel riprodurre semi complessi come quelli dei mazzi italiani, spagnoli, svizzeri e tedeschi a permettere il deciso affermarsi delle carte francesi con il celebri quattro semi, cuori, fiori, picche e quadri, nati in Francia intorno al 1480. La chiave del loro successo fu innanzitutto l’economicità della produzione: i disegni erano semplici, i colori solo due e tinta unita, quindi non richiedevano il passaggio con la xilografia. Nel XVI secolo, la città di Rouen divenne particolarmente attiva per la ereazione delle carte da gioco, dando il via ad una produzione estesa, talmente significativa ehe quasi tutti gli elementi presenti nelle carte attuali hanno avuto origine proprio dalla tradizione iniziata a Rouen. Per quanto riguarda le figure, invece, i mazzi prodotti dagli artigiani francesi manifestarono ulteriori cambiamenti, come l’inserimento di alcuni personaggi eroici, sia immaginari che realmente esistiti.
II re di picche corrispondeva al “David” in riferimento al personaggio biblico, mentre il re di cuori era “Alexander” come Alessandro Magno; sulla carta del re di quadri e del re di fiori, invece, si trovavano i nomi “Caesar” e “Charles”, in allusione a Giulio Cesare e Carlo Magno. I fanti avevano il nome di cavalieri della storia francese o principi della mitologia greca, cosi come le regine richiamavano a personaggi femminili della Bibbia o della letteratura antica. In un primo momento i mazzi francesi erano costituiti da 52 carte a figura intera, come avveniva anche nei mazzi spagnoli, e alcuni dettagli vennero via via sempre più semplificati. II re di cuori, per esempio, che oggi è rappresentato con una spada dietro la testa, da cui il nome del “re suicida”, in origine brandiva un’ascia al di sopra del capo.
Insieme agli elementi decorativi, anche il significato di ogni carta cambio nel corso tempo. Dal 1400 in poi erano sempre stati i re a portare un punteggio più alto, mentre il due aveva il valore più basso. Curiosamente l’asso, indicante la moneta romana, designava solo nominalmente l'unità di gioco con meno valore, e acquisiti man mano sempre più importanza, anche in concomitanza con gli eventi della Rivoluzione Francese. Secondo alcune teorie, la prospettiva che voleva il sovrano al di sopra di tutto e tutti venne ribaltata, e il gioco delle carte in qualche modo fotografò questa radicale variazione sociale, facendo dell'asso il simbolo di un nuovo potere sorto dalle classi non aristocratiche. Sebbene non ci siano notizie certe, è probabile che il mazzo francese, cosi popolare e diffuso, sia giunto in Inghilterra grazie a soldati e mercenari inglesi tornati in patria dopo aver partecipato a scontri militari in Spagna e in Italia.
Le prime carte da gioco attestate in Inghilterra, infatti, avrebbero avuto le stesse caratteristiche di quelle comuni dei due Paesi mediterranei, mentre i semi francesi comparvero solo in seguito. Il contesto britannico non elaboro modifiche sostanziali alla forma o ai soggetti delle carte, che intorno al XVI secolo erano andati via standarizzandosi, ma fu senz'altro innovatore per quanto riguarda le modalità e le tipologie di gioco. In pieno '700 nacque il gioco di carte Whist, ehe divenne estremamente popolare in Inghilterra. Si tratta di un gioco ritenuto il precursore del bridge, e si pensa ehe abbia contribuito a stabilire alcune convenzioni e regole che influenzarono in modo sensibile i successivi giochi di carte. Un ulteriore passo significativo fu la diffusione delle carte nelle colonie, e in particolare in America, in cui divenne una delle attività ludiche più conosciute e amate tra il XVII e il XVIII secolo. Con la Guerra d'Indipendenza, tuttavia, l'importazione delle carte da gioco dall'Inghilterra era pesantemente tassata, e questo spinse le tipografie americane, finalmente, a produrne a livello locale.
Il nuovo mazzo americano si prendeva alcune “libertà” rispetto a quello tradizionale, e la più significativa è senz'altro l'introduzione della "matta” il jolly o joker, creata nel 1860 nel Midwest per il gioco dell’Euchre. Il valore del jolly come carta capace di rimpiazzare qualunque altra definendo quindi il suo valore attuale si incontra per la prima volta nel 1875 in un altro gioco sviluppato negli Stati Uniti: il poker. In pieno XIX secolo, durante gli anni della Corsa all'Oro, il poker fu apprezzato innanzitutto dai cercatori d’oro e dai coloni ehe giungevano ad Ovest in cerca di fortuna.
Il mazzo del poker conteneva carte con semi francesi standard, ma erano particolarmente rifinite da design unici e ricercati. Il risvolto estetico aveva da sempre contraddistinto le carte da gioco, ma negli Stati Uniti questa tendenza si sviluppo con mazzi sempre più creativi, e venne apprezzata a tal punto da dare il via nel XX secolo al collezionismo. Ancora oggi le carte da gioco rappresentano un divertimento sempre attuale, in grado di divertire e appassionare, nonostante i loro mille anni di storia.
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