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Elezioni comunali: si Salvini chi può

A Vercelli la Lega s'è squagliata e propone Scheda

Cinque anni fa aveva il 25% dei voti, ora meno della metà. Dal gruppo consiliare sono scappati quasi tutti. Nella coalizione potrebbe designare il candidato sindaco, ma non ha più nessuno. Unico obiettivo: un incarico retribuito per il segretario Locarni

A Vercelli la Lega s'è squagliata e propone Scheda

Matteo Salvini con Giancarlo Locarni

VERCELLI. Mancano poco più di due mesi alle elezioni comunali ma la coalizione di centrodestra, che nel 2019 aveva vinto al ballottaggio ed ha amministrato la città negli ultimi cinque anni, è l'unico schieramento a non avere ancora un candidato sindaco e a non sapere quali e quante liste lo appoggeranno.
L'uscente Andrea Corsaro vorrebbe correre per il quarto mandato, ma la sua maggioranza composta da Lega, Forza Italia e Fratelli d'Italia non l'ha ancora confermato. I motivi sono vari: alcuni propriamente vercellesi, altri dovuti ad equilibri tra i partiti nel Piemonte Orientale decisi però a Torino e a Roma.

Il triangolo Vercelli-Biella-Verbania

Cominciamo da questi ultimi. L'8 e il 9 giugno si voterà per rinnovare i Consigli comunali dei tre capoluoghi del Piemonte Orientale: Biella, Verbania e Vercelli. I maggiorenti dei tre partiti di centrodestra si sono accordati, a livello regionale, per confermare la coalizione e spartirsi le candidature a sindaco in questo modo: a Biella un esponente di Fratelli d'Italia, a Verbania uno di Forza Italia e a Vercelli uno indicato dalla Lega.
Il problema è che a Vercelli il sindaco uscente non è della Lega. Anzi: è un sindaco che negli ultimi mesi ha avuto rapporti piuttosto tesi con la Lega; tanto che questo partito, interrogato su un nome da proporre come candidato sindaco, anziché confermare Corsaro ne ha fatto un altro: che non è nemmeno della Lega; uno che cinque anni fa si era candidato - appoggiato da due liste civiche - in alternativa a Corsaro, e che viene da cinque anni all'opposizione: Roberto Scheda. Nome che ha fatto sobbalzare gli alleati: ma come, ci chiedete di candidare un ottuagenario che non è iscritto a nessuno dei nostri partiti e che ci ha fatto opposizione fino a ieri?

Due principi del Foro

Sia Andrea Corsaro, 65 anni, che Roberto Scheda, 81, sono due affermati avvocati del Foro vercellese, entrambi con una lunga carriera politica.
Corsaro, di area Forza Italia ma senza tessere di partito, è già stato sindaco di Vercelli per tre mandati: dal 2004 al 2014 e dal 2019 ad oggi, sempre alla guida di coalizioni di centrodestra.
Scheda nel secolo scorso, quale esponente del Partito Socialista Italiano, è stato vicesindaco di Vercelli dal 1975 al '77, presidente della Cassa di Risparmio di Vercelli dal 1981 al '92 e senatore del Psi dal 1992 al '94. E' stato poi sindaco di Rosasco (Pavia) e - passato nel Pdl berlusconiano - assessore alle opere pubbliche e infrastrutture del Comune di Vercelli dal 2004 al 2014, nelle Giunte del sindaco - e suo attuale “rivale” - Corsaro. Nel 2019 si era candidato a sindaco di Vercelli, sostenuto dalle liste civiche “Voltiamo pagina” e “Uniti si vince”, ma raccogliendo solo il 14% (poco più di 3400 voti) non era andato nemmeno al ballottaggio.

Fuggi fuggi dalla Lega

Alle elezioni di cinque anni fa la Lega era stato il partito più votato della coalizione: 5600 voti, 25%, 12 seggi in Consiglio, lasciando le briciole a Forza Italia (5 seggi) e a Fratelli d'Italia (3). La disastrosa gestione del segretario cittadino Giancarlo Locarni, interessato soprattutto ad un incarico retribuito per sé (prima presidente del Consiglio comunale, poi assessore all'edilizia e alla Protezione civile) ha in pochi anni distrutto il gruppo consiliare, che si è trasferito alla spicciolata in Fratelli d'Italia. Le prime ad uscire sono state - già nel 2021 - le consigliere Tullia Babudro e Donatella Demichelis, seguite da Margherita Candeli nel 2022, da Romano Lavarino nel febbraio 2023 (solo dopo essersi fatto eleggere presidente del Consiglio comunale anche con i voti della Lega) e da Martina Locca (settembre 2023, va' dove ti porta lo stipendio: dopo aver finito di lavorare con Alessandro Stecco in Regione è andata a farlo per il meloniano Davide Gilardino in Provincia). Ma il bubbone nella Lega vercellese è scoppiato quando i vertici salviniani hanno deciso di cacciare l'ex parlamentare ed ex segretario provinciale Paolo Tiramani, che ha portato con sé fuori dal partito alcuni fedelissimi e, pur essendo valsesiano, a Vercelli controlla alcune decine di voti.
La Lega, quindi, che ora - in base agli equilibri regionali - a Vercelli potrebbe indicare il candidato sindaco, si ritrova a non avere più nessuno da proporre. Locarni non sarebbe oggettivamente in grado di farlo, quindi il suo nome non è mai stato in campo; il vicesindaco uscente Massimo Simion - primo rincalzo di Corsaro - pochi mesi fa ha anch'egli lasciato il partito per confluire in Forza Italia, ed ora si mangia le mani; Alessandro Stecco ha deciso di mettere in secondo piano l'impegno politico per dedicarsi alla professione (si è recentemente dimesso da consigliere regionale per fare il primario di Radiodiagnostica all'ospedale cittadino). Insomma, non c'è più nessuno: sono scappati i consiglieri e anche buona parte degli elettori (alle politiche del 2022 il partito di Salvini in città è crollato all'11%, alle comunali sarebbe un miracolo se raggiungesse la doppia cifra). Ecco quindi la bella pensata di “pescare” il candidato fuori dal partito, prendendolo all'opposizione e sapendo che Scheda da decenni aspira alla poltrona di primo cittadino della città bicciolana.

Una delegazione in pellegrinaggio a Roma

Per evitare la designazione di Scheda si stanno muovendo, in queste ore, alcuni “grandi elettori” di Corsaro, che fanno pressioni sulle segreterie dei partiti per confermare la candidatura del sindaco uscente. Quando il gioco si fa duro, infatti, cominciano a giocare i “poteri forti”: Ascom, Fondazione Cassa di Risparmio, salotti buoni. Si apre una settimana di Passione non solo nelle chiese cittadine, e oltre a quella delle Macchine nei prossimi giorni ci saranno accorate processioni verso gli uffici di chi davvero decide.
Il nome del candidato sindaco uscirà probabilmente da una riunione presieduta dal deputato Giovanni Donzelli detto “Minnie”, braccio destro di Giorgia Meloni, che intende sentire i segretari regionali e provinciali dei partiti della coalizione. Fratelli d'Italia, accantonato il segretario Emanuele Pozzolo dopo lo sparo di Capodanno (vicenda per la quale è indagato dalla Procura e difeso proprio dall'avvocato Corsaro), sa di essere il primo partito e lo farà pesare. Forza Italia vuole almeno un assessorato ed è interessata soprattutto ai posti retribuiti nel cda della partecipata Asm. L'ex leghista Tiramani ha fondato un nuovo movimento, “Piemonte al centro”, e sostiene apertamente la candidatura di Corsaro. In ciò che resta della Lega l'unico obiettivo di Locarni è quello di trovare un posto in Giunta - con annessa indennità - per se stesso, per evitare di dover tornare a vender pentole. Gli appetiti sono molteplici ma alla fine, fatti i conti («che poltrona mi date? al mese quant'è?»), un accordo si troverà.

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