Cerca

Crollo della fiducia

«Pane non ci rappresenta più, si deve dimettere»

Il sindaco di Trino presiede l'associazione di Comuni “Borghi delle vie d'acqua”, ma dopo la fuga (solitaria) in avanti sul deposito nucleare...

«Pane non ci rappresenta più, si deve dimettere»

Daniele Pane, sindaco di Trino

VERCELLI. La candidatura del Comune di Trino ad ospitare il Deposito Nazionale per il materiale radioattivo è stata ritirata, ma molti amministratori comunali del Vercellese e del Monferrato se la sono legata al dito e non intendono fare sconti al sindaco Daniele Pane che l'ha pervicacemente voluta e poi, obtorto collo, è stato costretto a rimangiarsela.
Pane dal gennaio 2023 presiede l'associazione “Borghi delle vie d'acqua”, a cui aderiscono 56 Comuni del basso Vercellese e del Monferrato. L'associazione era nata due anni fa con la finalità di «trasformare il territorio compreso tra la Valsesia, il Canavese e il Monferrato in destinazione ricreativa e turistica, valorizzando le sue molteplici peculiarità e rafforzando la propria identità territoriale».

La frenetica attività del sindaco di Trino per candidare il suo Comune ad ospitare il deposito nucleare nazionale, scelta di impatto sovracomunale non discussa né concordata con gli altri sindaci (che infatti l'hanno avversata: molti di loro erano pronti a presentare un ricorso al Tar contro la delibera della Giunta trinese), in questi primi mesi del 2024 ha fatto alzare più di un sopracciglio: ma come, vogliamo valorizzare il nostro territorio, condividere gli obiettivi... e questo, senza nemmeno avvisarci, chiede il deposito nucleare? Ecco quindi che da più parti sono sorti dubbi sull'effettiva capacità di Pane di rappresentare, alla presidenza dell'associazione, gli amministratori comunali di questa ampia area.

A Bianzè e a Lamporo non l'hanno presa bene

Già a metà febbraio il sindaco di Bianzè, Carlo Bailo, con la sua Giunta ha chiesto «di organizzare un'assemblea straordinaria dei “Borghi delle vie d'acqua” in quanto, vista l'azione solitaria da parte del sindaco del Comune di Trino per la richiesta di realizzazione del Deposito Unico Nazionale delle scorie radioattive da realizzarsi nel suddetto Comune senza coinvolgere i Comuni limitrofi e soprattutto l'intera zona comprendente i Comuni dei “Borghi delle vie d'acqua”, non riteniamo che Pane possa rappresentarci, dato che è mancata la prima regola fondamentale dei “Borghi delle vie d'acqua”, ovvero il rispetto del principio di aggregazione di idee e comunicazione per la valorizzazione del territorio».

Analoga posizione è quella di un gruppo di consiglieri comunali di Lamporo guidati da Salvatore Sellaro, che intendono discuterne alla prossima seduta del Consiglio comunale: «Il presidente dell'associazione “Borghi delle vie d'acqua”, Daniele Pane sindaco di Trino, nello scorso mese di gennaio ha candidato il suo Comune, già dichiarato non idoneo, e quindi escluso, ad ospitare il Deposito Nazionale per il materiale radioattivo. Si tratta di una decisione avventata e non concordata con gli altri Comuni del Vercellese e con la Provincia di Vercelli. Soltanto grazie a una massiccia mobilitazione popolare, all'opposizione di molti Comuni e di fronte alla possibilità di presentazione di ricorsi al Tar, nei giorni scorsi l'autocandidatura è stata ritirata. Alla luce di quanto accaduto - proseguono - è evidente che Pane non può più rappresentare l'associazione di Comuni, che nemmeno ha consultato prima di assumere una decisione che avrebbe potuto comportare conseguenze molto pesanti su tutta l'area del basso Vercellese e del Monferrato».

C'è inoltre da rilevare che del comitato esecutivo di “Borghi delle vie d'acqua” fanno parte i sindaci di Santhià Angela Ariotti, di Crescentino Vittorio Ferrero e di Borgo d’Ale Pier Mauro Andorno, che sono stati tra i più attivi a contrastare l'autocandidatura “nucleare” mandata avanti da Pane.

A Trino: «rassegni le dimissioni da sindaco»

Oltre che alle richieste di dimissioni da presidente dei “Borghi delle vie d'acqua” che arrivano da altri centri, Pane deve far fronte anche a chi, nella sua città, dopo la vicenda dell'autocandidatura per il deposito gli chiede di rassegnare quelle da sindaco, carica a cui è stato rieletto - per un secondo mandato - l'anno scorso.
Il gruppo consiliare di minoranza “Impegno per Trino e Robella” dichiara: «Un elemento gravissimo che emerge da questa vicenda è l’assoluta incapacità del sindaco e dei consiglieri di maggioranza ad ascoltare la volontà popolare. Un sindaco deve avere la capacità di rappresentare un interesse ampio, non personalistico. La responsabilità di decretare su vicende di interesse nazionale spetta al Governo nazionale e non ad un sindaco che, al contrario, dovrebbe tutelare gli interessi locali. La presentazione dell’autocandidatura di un territorio non idoneo rappresenta un danno reputazionale e politico enorme per Trino che necessiterà di anni per essere sanato. E’ saggio e utile, per il sindaco e per la Giunta comunale di Trino, presentare le proprie dimissioni».

Sempre da Trino, poi, Bruno Ferrarotti, storico, già assessore comunale e già Primo Conservatore della Partecipanza dei Boschi, in una lettera ai giornali afferma: «quando un sindaco, come si è visto in tale circostanza, diventa politicamente condizionabile e bisognoso di un “amministratore di sostegno” politico (il presidente provinciale Davide Gilardino), forse non è più in grado di governare con sufficiente autonomia, disciplina ed onore la cosa pubblica: questo gli elettori di Daniele Pane, e soprattutto i suoi accoliti, lo dovrebbero capire; e questo dovrebbe far riflettere lo stesso sindaco Pane, che, nel dare le dimissioni, dimostrerebbe un apprezzabile senso dello Stato».

Commenti scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su Giornale La Voce

Caratteri rimanenti: 400

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter

Edicola digitale

Logo Federazione Italiana Liberi Editori