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13 Marzo 2024 - 15:29
Marco Cappato, tesoriere dell’Associazione Luca Coscioni, lancia un appello al Consiglio regionale del Piemonte: “Sul fine vita non girate la testa dall'altra parte".
In una mattinata densa di significato, martedì 12 marzo, Marco Cappato e i militanti dell'Associazione Luca Coscioni si sono radunati davanti al Consiglio regionale del Piemonte, portando un messaggio che non può essere ignorato: "Sul fine vita non girate la testa dall'altra parte. Sarebbe irresponsabile e minerebbe la credibilità della Regione". Con queste parole, Cappato ha voluto sollecitare una riflessione profonda su una tematica che tocca le corde più intime dell'esistenza.
Il dibattito sul fine vita e sull'eutanasia volontaria è un tema sensibile e complesso che interseca questioni etiche, legali e mediche. In questo contesto, la campagna "Liberi Subito" promossa dall’Associazione Luca Coscioni emerge come un urgente appello alla necessità di garantire risposte tempestive alle persone che soffrono e che richiedono aiuto medico per morire volontariamente.
La proposta “Liberi Subito”
La proposta di legge “Liberi subito” mira dunque a fornire una risposta legislativa alle esigenze di coloro che, trovandosi in condizione di sofferenza insopportabile, cercano una via legale per porre fine alla propria vita con dignità. L'intento è quello di dissipare l'attuale clima di incertezza e abbreviare le dilatate attese legate alla procedura di eutanasia volontaria, mediante l'istituzione di linee guida normative trasparenti e scadenze precise. Questa innovazione rappresenterebbe un passo avanti rilevante nel garantire il rispetto delle scelte personali e nell'umanizzare l'approccio alla fine della vita.
Una questione di civiltà e dignità
L’attesa prolungata per chi soffre trascende la mera complessità amministrativa, toccando profondamente i principi di dignità e rispetto per la persona. Costringere individui in condizioni di sofferenza insopportabile a vivere attese indefinite per una decisione che riguarda la propria vita è considerato indegno per una società che si dichiara civile e attenta ai diritti umani. La campagna "Liberi Subito" e la relativa proposta legislativa sottolineano l'urgente bisogno di evoluzione, spingendo verso una profonda riflessione e un'azione concreta per assicurare che la conclusione della vita avvenga in modo compassionevole, rispettoso ed efficiente.
Situazione in Piemonte
Marco Cappato, tesoriere dell'Associazione Luca Coscioni, nella mattinata del 12 marzo è tornato a chiarire il motivo alla base del presidio in Piemonte. La proposta di legge "Liberi Subito", supportata da 11.438 cittadini, pur essendo stata presentata quasi otto mesi fa, si trova ancora in un limbo, in attesa di essere discussa e approvata. Cappato ha voluto porre in evidenza il peso della responsabilità che incombe sul Consiglio regionale: procrastinare questa decisione equivale soprattutto ad ignorare le sofferenze di coloro che si trovano in condizioni di vita insostenibili.
“Il tema del fine vita - ha osservato - non è trattabile attraverso il recinto delle coalizioni e dei partiti. E' un tema sul quale ciascuno risponde alla propria coscienza. Ecco perché mette in difficoltà chi tratta i propri compagni di partito come delle truppe da mobilitare all'assalto su un tema o sull'altro. Il nostro invito è ad affrontare la questione senza ideologie. Con la proposta, chiediamo che entro venti giorni il servizio sanitario piemontese vada a verificare se la persona che chiede di essere aiutata a morire ne ha diritto. Non farlo tempestivamente può aggravare la disperazione e portare anche a condizioni di suicidio nelle condizioni più terribili persone che avrebbero avuto invece diritto a essere aiutate con assistenza psichiatrica e cure palliative. Anche la prevenzione dei suicidi si fa agendo tempestivamente", ha specificato il tesoriere dell’Associazione Luca Coscioni.
L'invito all'azione
“Questa proposta di legge - ha rimarcato Marco Cappato - non introduce un diritto in più sull'accesso al suicidio assistito ma prevede delle procedure chiare e certe e dei tempi rapidi a tutela delle persone che soffrono. Sono sicuro che se si dialoga nel merito della proposta e non dei fantasmi ideologici che si fanno girare intorno, anche chi ha posizioni diverse dalle nostre può essere d'accordo con l'approvazione di queste regole", ha poi concluso.
Davide Di Mauro, coordinatore del comitato promotore di "Liberi Subito".
Accanto a Cappato, c’era Davide Di Mauro, coordinatore del comitato promotore di "Liberi Subito", il quale, rafforzando le dichiarazioni di Cappato, ha commentato: "Ci rivolgiamo personalmente a tutte le consigliere e consiglieri regionali affinché facciano prevalere l’attenzione all’urgenza di tante persone in carne e ossa rispetto alle convenienze, vere o supposte, di partito e schieramento”.
L’assolo dei partecipanti al presidio è stato chiaro: un richiamo a considerare il fine vita non solo come una questione di scelta personale, ma come un diritto fondamentale all'autodeterminazione, che richiede risposte tempestive e rispettose da parte delle istituzioni. È per questo che, secondo i numerosi sostenitori, il Presidente Cirio dovrebbe permettere la discussione della Proposta della legge popolare “Liberi Subito” prima del termine dell’attuale consiliatura, prendendo responsabilmente una posizione chiara davanti a tutti gli elettori piemontesi prima delle elezioni.
La reticenza di alcuni Consiglieri regionali di maggioranza
Tra i sostenitori dell'iniziativa, vi è chi, come Marco Riva Cambrino - responsabile della raccolta firme nel Chivassese – senza mezzi termini ha dichiarato: "Alcuni consiglieri regionali sostengono erroneamente che non sia materia di competenza regionale perché introdurrebbe un nuovo diritto. Questa interpretazione è completamente sbagliata - ha evidenziato Riva Cambrino - in quanto la proposta di legge regionale stabilisce procedure e tempi definiti affinché i cittadini piemontesi possano esercitare un diritto già riconosciuto dalla sentenza della Corte Costituzionale n. 242/2019 (Cappato-Antoniani). La discussione di questa legge da parte del presidente Zaia in Veneto, proveniente dallo stesso schieramento politico, ne conferma la pertinenza a livello regionale".
Marco Riva Cambrino, responsabile della raccolta firme nel Chivassese.
In buona sostanza, secondo le dichiarazioni di Marco Cappato, Davide de Mauro, Marco Riva Cambrino e tutti i partecipanti al presidio, la legge in discussione rientra decisamente nelle competenze regionali. Essi sostengono che i piemontesi meritano una risposta concreta dal Consiglio regionale, piuttosto che una sorta di ‘evasione’ di fronte a questioni che influenzano profondamente la vita quotidiana di pazienti e famiglie. "La legge è una questione regionale, e i cittadini piemontesi attendono risposte, non omissioni", hanno affermato all'unanimità durante il presidio, evidenziando l'urgenza della tematica legislativa e l'importanza di onorare la richiesta di oltre 11mila piemontesi.
Questo appello mira a responsabilizzare i consiglieri regionali affinché prendano una posizione trasparente di fronte agli elettori, ribadendo il diritto dei cittadini di accedere a servizi che riflettano le loro necessità e desideri in uno dei momenti più delicati della loro esistenza. Qualora il Consiglio regionale del Piemonte dovesse sciogliersi senza aver votato la legge "Liberi Subito", negherebbe risposte essenziali ai piemontesi, compromettendo il principio di partecipazione popolare.
La speranza è dunque quella che “tutte le consigliere e consiglieri regionali facciano prevalere l’attenzione all’urgenza di tante persone in carne e ossa rispetto alle convenienze, vere o supposte, di partito e schieramento”, come hanno infine dichiarato Marco Cappato, tesoriere dell’Associazione Luca Coscioni e Davide Di Mauro, coordinatore del comitato promotore di “Liberi Subito”.
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