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L'Alpe Guizza vuole l'acqua del Canavese: cittadini in rivolta

C'è una trattativa in corso per scavare dei pozzi da cui estrarre una delle acque più buone d'Italia

L'Alpe Guizza vuole l'acqua del Canavese: insorgono i cittadini

I pozzi dell'Alpe Guizza di Donato, nel biellese, si stanno esaurendo. La società del gruppo acque San Bernardo vorrebbe ora scavare un nuovo pozzo sfruttando la fonte presente nel comune di Chiaverano.

Nel 2023 la società ha ottenuto un rinnovo ventennale della concessione da parte della provincia di Biella e di Città Metropolitana di Torino per continuare ad estrarre la stessa quantità di acqua che già prendeva.

Il rinnovo della concessione ha visto una nuova definizione dell’area della Fonte Caudana, con una riduzione della superficie da 81 ettari a 56 ettari, di cui 31,60 ettari ricadenti a Donato Biellese e 24,40 ettari nel territorio di Chiaverano, la conferma delle portate, la garanzia per le esigenze di salvaguardia e protezione degli attuali approvvigionamenti e fornitura di acque al consumo umano, come previsto dalla legge, nonché il rispetto del piano regionale di Tutela delle Acque.

L'area soggetta alla convenzione è quella del torrente Viona, il corso d'acqua che segna il confine tra le due province.

"Nell'autorizzazione di Città metropolitana rientra anche Chiaverano - spiega il sindaco Maurizio Fiorentini - ed è proprio qui, in frazione Bienca, che ora vorrebbero scavare. Hanno già fatto un pozzo di prospezione per verificare se ci sia acqua a sufficienza e di che qualità sia. Dal sondaggio i requisiti ci sono tutti. Ma già lo sapevamo che quest'acqua è tra le migliori in Italia e per queste sue caratteristiche è anche adatta anche alla nutrizione dei neonati".

Ora l'Alpe Guizza ha chiesto al Comune di poter acquistare o affittare i terreni comunali in questione: "Quei terreni - spiega il sindaco - sono soggetti al vincolo di uso civico. Ciò significa che l'utilizzo del terreno deve andare a vantaggio dei cittadini. L'unica possibilità è quella di fare una convenzione per usare quel terreno in modo che i cittadini abbiano un vantaggio diretto. Non basta, infatti, che i proventi vadano a Bilancio. Il vantaggio per i cittadini deve essere diretto".

E così il Comune ha pensato di destinare quelle somme direttamente alla società acque potabili di Bienca e a quella di Chiaverano: "Avevano proposto di darci 8mila euro l'anno, ma ne abbiamo chiesti 20mila. In questo modo ne daremmo 10mila a ciascuna delle due società che gestiscono l'acqua pubblica da utilizzare per le manutenzioni e le spese da affrontare".

Peccato che, alla notizia di un'interesse dell'Alpe Guizza all'acqua di Chiaverano, la popolazione sia insorta. E questo a fronte dell'allarme siccità che sta diventando sempre più urgente. Il timore è che l'estrazione dell'acqua destinata all'imbottigliamento da parte della società del gruppo San Bernardo, sottragga risorse al paese e ai suoi abitanti.

"E' un'assurdità - spiega il sindaco -, un timore infondato. Parliamo di due sorgenti a profondità differenti. Anche la comparazione dell'analisi delle acque lo ha confermato".
Per Fiorentini negare la realizzazione del pozzo ha poco senso: "Se diremo di no loro scaveranno 50 metri più in là, nel territorio di Andrate e prenderanno la stessa identica acqua, con l'unica differenza che perderemo i benefici economici. Già hanno iniziato a cercare terreni in quella zona e proprietari disposti a vendere ce ne sono più di uno".

Il sindaco Maurizio Fiorentini

Il Comune di Chiaverano già percepisce ogni anno 30mila euro di oneri dall'Alpe Guizza. Concedendo i terreni ad uso civico, l'introito salirebbe a 50mila euro con un beneficio diretto dei cittadini tramite le due società che gestiscono l'acqua del paese.
Del problema se n'è discusso anche in giunta a Chiaverano. E ecco quant'è emerso nel corso della disamina della questione:
"Gli investimenti fatti e l’intensa attività svolta nel corso di questi anni per garantire i prelievi in concessione – si legge nella relazione della giunta – dimostrano l’interesse dell’azienda a voler proseguire la propria attività su questo territorio. Bisogna anche ammettere però che questo ha portato modesti benefici in termini di occupazione e di riconoscimento ai Comuni dei canoni di concessione. Con l’aggravarsi del cambiamento climatico e la sensibile diminuzione delle piogge e delle nevicate è cominciato a emergere un problema di riduzione delle portate delle sorgenti dei nostri acquedotti, in particolare quello di Bienca, e in molti hanno cominciato a sostenere che la riduzione potesse essere una conseguenza dei prelievi di Guizza".
"Tutte le indagini svolte sembrano smentire questa teoria. In particolare, le analisi chimico-fisico delle due acque sono differenti lasciando pensare che esse abbiano origini diverse. È bene precisare poi che l’attività del pozzo Caudana 5 rientrerebbe nella concessione Caudana già in essere e non andrebbe pertanto ad aumentare il prelievo complessivo di acqua, ma sostituirebbe uno dei pozzi attualmente in esercizio".

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