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Vercelli

Ciao Grazia. Ci mancherai!

Se n'è andata all'improvviso lasciando un vuoto incolmabile

Grazia Cavezzale

Grazia Cavezzale

E vabbè. Niente! Te ne sei andata così, senza un preavviso. In punta di piedi. Lasciandoci - come si dice in questi casi - di fronte ad un vuoto incolmabile. Senza di te a combattere in un mondo che sta cambiando velocemente, e chissà dove arriverà, passando dalla carta al digitale. Te ne sei andata e non mi sembra, non ci sembra vero. Te ne sei andata e già ci mancano i tuoi interventi, alle riunioni della Fipeg (Federazione italiana piccoli editori), conditi da sorrisi in tutte le occasioni in cui ci siamo incontrati a parlare di giornali, di carta, di web, di come si fa l’informazione e di che cosa vuole dire essere editori. 

Una presenza fondamentale la tua perchè più di altri - e meglio di tanti altri - sapevi dire solo e sempre la “verità” che non è poca cosa in un mondo che di “verità” non ne sa raccontare molte. Sì! Devo proprio dirtelo. Questa volta ce l’hai combinata grossa. 

Ci hai tolto la parola, anzi ci hai lasciato con la bocca aperta. E non mi viene in mente nulla ma proprio nulla che possa descriverti pienamente, se non quella tua grande dote a farci riflettere, pensare e restare sempre con i piedi per terra. 

Perchè Grazia Cavezzale, 73 anni, commercialista, molto conosciuta a Vercelli, era una donna poliedrica. Una combattente.

Era tante cose e tra le tante, o tra le altre, presidente della Fondazione Giornale La Sesia, testata della quale era stata a lungo amministratore delegato.  

Titolare dello studio di via Galileo Ferraris, aperto dal padre, Grazia s’era sempre data un gran da fare anche nel volontariato, al fianco dei più deboli e dando voce a chi spesso rimane nell’ombra. Con l’associazione «Insieme» e soprattutto  con l’associazione Don Luigi dell’Aravecchia, della quale era stata legale rappresentante e che aveva seguito in tutto il suo cammino di crescita ed erogazione di servizi a favore di categorie diverse di soggetti svantaggiati.

Infine, Grazia era anche una sognatrice e con il critico d’arte Massimo Melotti e con un gruppo di allora giovani artisti, nel 1971, è stata tra i fondatori di StudioDieci. 

Grazia lascia il marito Enrico Gastaldi e i figli Lorenzo, Gabriele e Federico con le rispettive famiglie. I funerali sono in programma per mercoledì alle 10,30, nella “sua” Aravecchia. Il Rosario è in programma domani, martedì, alle 17,30, nella Casa funeraria di Caresanablot.

A tutti i parenti di Grazia le condoglianze sincere di tutta la redazione de La Voce. Ciao Grazia! Ci mancherai!

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