AGGIORNAMENTI
Cerca
Torino
29 Febbraio 2024 - 15:44
John Elkan e Margherita Agnelli
Il primo duello tra accusa e difesa nell'inchiesta sull'eredità di Gianni Agnelli si gioca davanti al tribunale del riesame. In un'aula al terzo piano del Palazzo di giustizia di Torino è stato discusso per oltre due ore il ricorso presentato dagli avvocati di John Elkann e di Gianluca Ferrero, presidente della Juventus, ma in questa vicenda chiamato in causa come commercialista di fiducia della famiglia, contro le perquisizioni ordinate dalla procura.
La tesi viene riassunta all'uscita da uno dei legali, Paolo Siniscalchi: "Le motivazioni sono così generiche da avere legittimato delle acquisizioni che nulla hanno a che vedere con l'oggetto dell'indagine".
In altre parole, la quantità di materiale preso in consegna o comunque 'congelato' dalla guardia di finanza (documenti, computer, email, opere d'arte) è eccessiva rispetto alla modestia del reato contestato: l'infedeltà nella dichiarazione dei redditi di Marella Caracciolo, la vedova di Gianni Agnelli, relativi al 2018 e al 2019 (anno in cui morì 92enne).
Per sviluppare il concetto e convincere i giudici, che si pronunceranno nei prossimi giorni, le difese si sono destreggiate fra sentenze della Cassazione e massime di Wittgenstein e di altri filosofi. Ma i pubblici ministeri la vedono in modo diverso: i sequestri non sono stati eseguiti a casaccio nella speranza di trovare chissà cosa.
Il punto, secondo gli inquirenti, è che quel paio di 'Modelli unici' mal compilati sono il segnale di una vera e propria 'strategia dell'evasione' (così la chiamano negli ambienti investigativi) pianificata a tavolino.
John Elkann con la moglie Lavinia Borromeo
I magistrati, infatti, sono convinti che la macchinazione sia partita assai prima del 2017, con Marella che dimorava a Torino ma veniva fatta figurare come residente in Svizzera per non versare al fisco italiano quanto dovuto. Ecco perché diventa necessario ricostruire per quanto possibile il patrimonio e andare indietro nel tempo: forse fino al 2011, quando nominò come propri eredi i nipoti John, Ginevra e Lapo Elkann, o forse addirittura fino al 2003, alla morte di Gianni Agnelli.
L'indagine è ambiziosa ma gli obiettivi, a detta dei pm, sono precisi: il 23 febbraio è stato anche annunciato alle difese che verrà eseguita, con la formula dell'accertamento tecnico irripetibile, la cosiddetta 'copia forense' di tutto il materiale informatico sotto sequestro.
Il fascicolo è stato aperto nel dicembre del 2022 dopo un esposto di Margherita Agnelli, figlia di Marella e Gianni Agnelli, che da anni ha ingaggiato una battaglia legale sull'eredità paterna collezionando, finora, un buco nell'acqua dopo l'altro. Rispetto alle sue denunce, e ai presunti retroscena rivelati dai giornali nelle ultime settimane, l'avvocato Siniscalchi è tranciante: "Non c'è nulla di nuovo rispetto a quanto echeggia nelle aule giudiziarie italiane ed estere ormai da vent'anni. Insinuazioni e dubbi trovano risposte chiare in comportamenti assolutamente leciti. Noi siamo tranquilli: l'esito ci sarà favorevole. Molto rumore per nulla".
Un'aula al terzo piano del Palazzo di Giustizia di Torino, l'altro ieri, è diventata il palcoscenico di un dramma familiare degno di una sceneggiatura hollywoodiana. Da un lato, Margherita Agnelli, la figlia ribelle che si batte per ciò che ritiene suo. Dall'altro, John Elkann, l'erede designato, l'amministratore delegato dell'impero Exor, nipote prediletto dell'Avvocato. In gioco, non solo un'eredità da capogiro, ma l'onore e il controllo di un regno industriale che ha fatto la storia d'Italia.
Le accuse di Margherita, la primogenita di Gianni Agnelli si sente defraudata, esclusa da un patrimonio che le spetta di diritto. Un complotto ordito ai suoi danni, sussurra, con la complicità di fratelli e cugini. Un'onta che non può accettare, una ferita che brucia come un fuoco inestinguibile.
La difesa di John, il rampollo della dinastia Agnelli respinge con fermezza le accuse della sorella. Le sue parole sono pacate ma decise: "Non c'è nulla di illegale o immorale in ciò che abbiamo fatto. L'eredità di nostro nonno è stata gestita in modo trasparente e legittimo".
Un duello senza esclusione di colpi: la battaglia legale si infiamma, i legali si scontrano a colpi di carte bollate e accuse infuocate. La posta in gioco è altissima: il controllo di un impero che si estende dalla Fiat alla Juventus, dalle finanze all'editoria.
Sullo sfondo, l'ombra dell'Avvocato Gianni Agnelli, il patriarca, l'uomo che ha forgiato un impero dal nulla. Un fantasma ingombrante che aleggia sulla contesa, un nume tutelare che entrambi i contendenti invocano a proprio favore.
Un finale incerto: la verità è ancora sepolta tra le pieghe di documenti legali e conti bancari. Chi vincerà questa guerra intestina? Chi avrà la meglio sull'altro? Margherita, la donna che osa sfidare l'impero? Oppure John, il giovane principe destinato a regnare?
L'unica certezza è che la saga degli Agnelli non è ancora finita. Il duello è appena iniziato. E l'epilogo, come in un romanzo avvincente, è tutto da scrivere.
Edicola digitale
I più letti
LA VOCE DEL CANAVESE
Reg. Tribunale di Torino n. 57 del 22/05/2007. Direttore responsabile: Liborio La Mattina. Proprietà LA VOCE SOCIETA’ COOPERATIVA. P.IVA 09594480015. Redazione: via Torino, 47 – 10034 – Chivasso (To). Tel. 0115367550 Cell. 3474431187
La società percepisce i contributi di cui al decreto legislativo 15 maggio 2017, n. 70 e della Legge Regione Piemonte n. 18 del 25/06/2008. Indicazione resa ai sensi della lettera f) del comma 2 dell’articolo 5 del medesimo decreto legislativo
Testi e foto qui pubblicati sono proprietà de LA VOCE DEL CANAVESE tutti i diritti sono riservati. L’utilizzo dei testi e delle foto on line è, senza autorizzazione scritta, vietato (legge 633/1941).
LA VOCE DEL CANAVESE ha aderito tramite la File (Federazione Italiana Liberi Editori) allo IAP – Istituto dell’Autodisciplina Pubblicitaria, accettando il Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale.