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San Maurizio Canavese

Antifascista di ieri, anticomunista di oggi, da figlio di contadini a vicesegretario della regione Piemonte

Il racconto di Giovanni Fontana, da Casapesenna a San Maurizio Canavese inseguendo un sogno

Giovanni Fontana, San Maurizio Canavese, Claudio Martelli, democrazia Cristiana

Giovanni Fontana

Un Incredibile viaggio attraverso la storia. Questo è stato intervistare Giovanni Fontana, oggi scrittore e compositore di poesie, prima politico e promotore in Piemonte dei diritti dei meridionali.

 

Per iniziare il racconto su di lui è bene prendere in prestito le parole con cui lo descrisse, anni fa, l’ex ministro della giustizia Claudio Martelli: <<E’ uno dei pochi che quando ti stringe la mano ti fa un atto notarile>>.

 
Da Casapesenna a Torino, fino alla quiete in quel di Malanghero, frazione di San Maurizio Canavese.
La strada percorsa per raggiungere ciò che è poi diventato non è stata priva di ostacoli. Da giovane studiava a lume di candela, per l mancanza di corrente elettrica che contraddistingueva gran parte del sud Italia. Se lo ricorda ancora oggi e questo gli consente di apprezzare ogni gesto a suo favore.

 
<<La figura più importante nella mia vita è stato senza dubbio mio padre. Non mi ha mai dimostrato l’affetto che oggi un qualunque padre dimostra ad un figlio ma mi ha insegnato tutto>>, ci racconta.
Succedeva in anni in cui la Campania non offriva grandi speranze e grandi possibilità. Nel 1958 la svolta con l'onorificenza a “miglior studente dell’Italia meridionale”

 
<<Tutti i giorni percorrevo la tratta ferroviaria Albanova-Napoli per andare a scuola – ricorda - Per una famiglia di contadini l’abbonamento al treno era una spesa a dir poco onerosa. Nonostante fosse orgoglioso di me mio padre non mancava di ricordarmi quanto fosse dura per lui sostenermi avendo a carico altri otto figli, anch’essi con i loro sogni e le loro esigenze>>.
Negli anni sessanta viene a lavorare in Piemonte, con la promessa che non si sarebbe dimenticato mai delle sue origini.
<<Si ‘strign’ chesta banconot’ ci esce o’ sang’ ra rinto>>, gli disse il padre mentre stava per salire sul treno. Quelle parole ancora gli rimbombano in testa, in maniera indeleb.

Giovanni Fontana e la sempre presente moglie Adriana che ritirano l'attestato di cittadinanza onoraria a Casapesenna


Arrivato a Torino, nei primi anni sessanta, quando vigeva la “legge non scritta” di non affittare né tanto meno vendere casa ai meridionali, Giovanni non rimase con le mani in mano. Velocemente si fece un nome entrando dapprima nei ranghi della politica locale e poi a quelli della Regione Piemonte. Certo, un meridionale a governo di una Regione non poteva passare inosservato e in quegli anni le speculazioni sul suo conto si sprecarono.

 
<<Il lavoro, se fatto bene non può passare inosservato>> ci dice e, infatti, di lui si accorse il ministro Martelli, che lo volle come collaboratore, e soprattutto Bettino Craxi, al tempo presidente del consiglio, grande apprezzatore di Fontana tanto da “nominarlo” vicesegretario della regione Piemonte.

 
Ci vorrebbero altre mille pagine per raccontare nel dettaglio la vita di Giovanni Fontana. Concluderemo con quello che di lui è rimasto oggi: un uomo, un nonno ed un noto poeta oltre che scrittore emergente di libri. E la promessa fatta alla sua città? Non se ne è mai dimenticato, tant’è che nel 2022, dopo aver per anni aiutato le persone di Casapesenna ad ambientarsi e talvolta curarsi qui a Torino, spesso ospitandoli anche a casa sua, gli è stata riconosciuta la cittadinanza onoraria.

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