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Borgofranco d'Ivrea

Massi ciclopici si staccano dalla montagna e rotolano giù a cento metri dalle case

Notte di paura a Baio Dora dove gli abitanti si sono svegliati per il forte boato, poi le case hanno tremato

massi ciclopici

massi ciclpici

"Abbiamo sentito un forte boato, le case hanno iniziato a tremare. Sembrava il terremoto. E' stato terribile".

E' stata una notte di paura in borgata Fornace a Borgofranco d'Ivrea. Tutto è iniziato verso le 21,30 di ieri sera, lunedì 26 febbraio, quando alcuni massi si sono staccati dal versante che sovrasta la strada che porta alla borgata di Bajo Dora.

I massi, definiti ciclopici per le loro dimensioni, sono rotolati giù lungo il vallone, passando a cento metri dalla prima casa. Sono poi rimasti incastrati tra gli alberi poco prima di raggiungere via Fornace.

I primi ad intervenire sono stati gli abitanti con il gruppo di volontari di Bajo Dora. Subito dopo è arrivata una squadra dell'Aib guidata da Mirco Arvat.

"Sono subito stato allertato anche io - racconta il sindaco Fausto Francisca -. E' scattato l'allarme, sono intervenuti anche i carabinieri".

I volontari di Bajo Dora, la squadra dell'Aib, aiutati da alcuni abitanti, hanno provveduto a togliere i tronchi dalla via e ad illuminare con i fari il versante da dove si presumeva che si fossero distaccati i massi.

"Dopo un summit da me coordinato - spiega Francisca - accertato che era impossibile verificare la zona dalla quale si erano staccati i massi e considerando che quel vallone da cui provenivano è disabitato, verso le 23, abbiamo concordato di ritrovarsi tutti all'indomani mattina in attesa di un sopralluogo organizzato con l' intervento di tecnici".

L'INTERVENTO DEI DRONI

Francisca non è rimasto certo con le mani in mano nel frattempo: "Ho provveduto ad avvisare il settore geologico della Regione, per un intervento con i droni per accertare l'esistenza di pericoli imminenti".

La paura, infatti, non è di certo passata. Tutto l'abitato da Borgofranco a Quincinetto passando per Quassolo e Tavagnasco, è sotto un cono di frana e il racconto degli abitanti di borgata Fornace riporta a tutti gli eventi calamitosi che hanno colpito nel tempo questo lembo estremo del Piemonte ai confini con la Valle d'Aosta.

A monte, verso Andrate, ci sono 2milioni di metri cubi di materiale terroso, e rocce, che da circa ottant’anni, mette a rischio l’intera valle. Il versante franoso, a monte, è ad Andrate. Il rischio, a valle, è sulle frazioni di Borgofranco, Biò, San Germano, Baio Dora continuando fino a  Quincinetto verso Pont Sain Martin.

In passato una frana ha devastato Quassolo che all'epoca faceva ancora parte del comune di Borgofranco d'Ivrea. Era il 1942 e ci furono ben 7 morti. 

Nel 1944 toccò a Biò, frazione di Borgofranco: "La frana buttò già 4/5 case, tra queste ce n'era anche una della mia famiglia" racconta il sindaco Fausto Francisca.

Nel 1994 l'incubo fu a Paratore. Nella notte tra il 5 e il 6 novembre di quell'anno, una spaventosa frana si era riversata sulla frazione Paratore, sulla frazione Biò e aveva attraversato il paese.

Un'incubo che nessuno qui in paese dimentica.

IL RACCONTO DI SILVIA ZILLI

Verso mezzanotte sentimmo un rumore tremendo. I muri tremavano. Io avevo un bimbo di 3 anni e due figlie di 10 e 12 anni. Mio marito uscì per cercare di capire. La montagna venne giù e lui non riuscì più a tornare fino al mattino. Solo verso le 10, la Protezione Civile entrò in casa usando dei tronchi come passerelle e portando in salvo i bambini in braccio. Fu una notte drammatica”.

La frana travolse la casa e tutta la borgata arrivando fino in paese

La rabbia è ancora tanta: “Scoprimmo poi che c’era un allerta, che il sindaco avrebbe dovuto informare la popolazione dei rischi che si stavano correndo. Non lo fece per “No spargere il panico” disse. Ma noi abbiamo rischiato di morire. Abbiamo anche scoperto che lo Stato aveva dato alcuni milioni di euro al Comune per mettere in sesto una zona il cui rischio idrogeologico era noto fin dal 1975”.

Francisca, che divenne sindaco per la prima volta l'anno successivo, spiega: "Quella borgata è inadatta alle abitazioni. Si trova a mezza costa, nel bacino di un fiume, in un cono di frana. L'errore è stato di chi nel 1985 ha dato i permessi di ristrutturare quei vecchi ruderi".

Delle 7/8 case che c'erano in borgata Paratore oggi ne resta in piedi solo una. Le altre sono state tutte buttate giù dalle ruspe avendo accettato gli abitanti la ricollocazione in altre zone.  Chi è voluto restare lo fa a rischio proprio."Abbiamo l'obbligo - spiega Francisca - in caso di rischio alluvionale, di portare via queste persone con i carabinieri. L'ultima volta è successo nel 2013, ma potrebbe succedere ancora".

Il rischio, oggi, resta sulle teste degli abitanti delle altre frazioni.

A Biò abitano 150 personeA Baio Dora ce ne sono 500 e a San Germano 300. "Il carico antropico è bloccato da prima dell'alluvione del 1994 - spiega Francisca -. Ciò significa che il numero degli abitanti non può aumentare. Può essere integrato se qualcuno va via o muore, ma deve restare in questi limiti. E ciò perché in passato lì ci sono già state delle frane".

Francisca, però rassicura: "Il pericolo è sotto controllo. Lavori in questi anni ne sono stati fatti molti per scongiurare il pericolo sugli abitati. Sono stati creati valloni a difesa. In quota sono state messe le reti di protezione. Nei punti più critici ci sono delle putrelle a reggere la roccia".
La pioggia di questi giorni rappresenta un pericolo?

"C'è un'allerta gialla - spiega il sindaco -. L'Arpa ce l'ha segnalata da domenica. Per ora direi che è ancora tutto sotto controllo, ma il sopralluogo che faremo oggi saprà dirci molto di più". 

LE FOTO DELLA FRANA DI QUESTA NOTTE

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