Cerca

La proposta delle associazioni ambientaliste

«Autocandidatura per il Deposito nucleare? Si convochi a Trino un Consiglio davvero “aperto”»

Legambiente e Pro Natura: tutto il territorio del basso Vercellese e del Monferrato deve essere coinvolto nella decisione

«Autocandidatura per il Deposito nucleare? Si convochi a Trino un Consiglio davvero “aperto”»

I Comuni del Vercellese in un raggio di 25 km da Trino. In basso: Godio (Legambiente) e Lorini (Pro Natura)

TRINO. «Candidare Trino ad ospitare il Deposito nazionale per il materiale radioattivo è un'ipotesi assurda e improponibile, perché è già stato ampiamente dimostrato che il sito non è idoneo. Ma in ogni caso si tratta di una decisione di portata enorme che travalica i confini comunali e che il sindaco di Trino non può prendere da solo: deve prima ascoltare tutto il territorio». E' quanto sostengono le associazioni Legambiente e Pro Natura del Vercellese, che chiedono la convocazione di un'adunanza “aperta” del Consiglio comunale trinese con la partecipazione di tutte le parti sociali. Ne spiegano le ragioni Gian Piero Godio, vicepresidente di Legambiente Vercellese e Valsesia, e Umberto Lorini, presidente di Pro Natura del Vercellese.

Perché chiedete un'altra adunanza “aperta” sull'autocandidatura? C'è già stata l'11 gennaio...
«La chiediamo per ragioni sia formali che sostanziali.
Vediamo prima quelle formali. L'art. 19 del Regolamento del Consiglio comunale di Trino indica con precisione i soggetti che possono essere invitati a un'adunanza “aperta”: «parlamentari, rappresentanti della Regione, della Provincia, delle circoscrizioni, di altri Comuni e delle forze sociali, politiche e sindacali...». Quando abbiamo visto la delibera di Giunta che convocava la seduta dell'11 gennaio abbiamo inviato al segretario comunale una “richiesta di verifica urgente di legittimità”, perché i soggetti invitati non rispondevano ai requisiti previsti dal Regolamento. Non avendo ottenuto risposta abbiamo riscritto e sollecitato, e ora il segretario ci ha risposto che i soggetti invitati erano «rappresentanti delle forze sociali e politiche interessati ai temi da discutere». Siccome oggettivamente non è stato così, riteniamo che l'adunanza “aperta” vada convocata nel rispetto del Regolamento: convocata chiamando davvero le forze sociali e politiche, affinché sia effettivamente “aperta”.
Ma la questione principale è sostanziale: quello del Deposito Nazionale per il materiale radioattivo è un tema di importanza tale che il sindaco Pane non può autocandidare Trino senza ascoltare il territorio, le istituzioni e le parti sociali, e registrare i loro pareri e orientamenti, come d'altronde il Regolamento del Consiglio prevede per «particolari motivi di ordine sociale e politico»: e questo indubbiamente lo è».

Quali sono i soggetti che ritenete vadano invitati a questo Consiglio “aperto”?
«Quelli previsti dal Regolamento. Innanzitutto i Comuni del basso Vercellese e del Monferrato, e le Unioni di Comuni, alcuni dei quali nelle scorse settimane si sono già espressi anche formalmente con apposite delibere. La Regione, le Province di Vercelli e di Alessandria, i parlamentari della zona. La Partecipanza dei Boschi, il Parco del Po. L'associazione di Comuni “Borghi delle vie d'acqua”. I rappresentanti di partiti e sindacati. La Curia Arcivescovile. L'associazione Leri Cavour, gli operatori turistici. Il Comitato Tri-No, che sta facendo un grande lavoro di informazione e ha già centinaia di iscritti da tutto il territorio. Le associazioni agricole e, ovviamente, le associazioni ambientaliste. Dev'essere una consultazione ad ampio raggio, per acquisire il maggior numero possibile di pareri e orientamenti».

Ma l'autocandidatura è già stata inviata...
«E pare che sia l'unica pervenuta da tutta Italia. Ma la gatta frettolosa fa i gattini ciechi. Il sindaco Pane deve rendersi conto che non può prendere una decisione di portata epocale in questo modo: un amministratore pubblico non può imporre la sua idea, deve ascoltare il territorio. Non lo diciamo solo noi: glielo stanno dicendo anche molti suoi colleghi, amministratori di altri Comuni, glielo dicono gli agricoltori, e anche molti concittadini che lo incontrano per strada o al bar. Ma soprattutto glielo dice il buonsenso, e farebbe bene ad ascoltarlo».

Già si parla di un possibile referendum.
«Sì, ma se ne parla nei tempi e nei modi sbagliati. Un referendum su una possibile autocandidatura ad ospitare il Deposito va eventualmente indetto - e ci sembra di dire un'ovvietà - prima di presentare l'autocandidatura, non dopo: se la popolazione è contraria, perché chiedere a Sogin - facendo spendere denaro inutilmente e allungando ancora i tempi di individuazione del sito per il Deposito - di “rivalutare” un sito che già è stato escluso perché non idoneo? E perché chiedere di “ammorbidire” i criteri - come di fatto sta avvenendo - per far rientrare dalla finestra un sito già uscito dalla porta?
Ma soprattutto: su una questione così importante, e che potrebbe avere un impatto per centinaia di anni su un territorio molto vasto, un eventuale referendum non può essere limitato alla popolazione di Trino: va esteso a tutta l'area del basso Vercellese e del basso Monferrato».

Un referendum “sovracomunale”, però, non è previsto dalla normativa...
«Ma insomma: hanno appena cambiato una legge, su richiesta di un sindaco, perché quella esistente non consentiva l'autocandidatura di Trino. Poi hanno convocato un Consiglio comunale “aperto”... ma aperto solo a chi volevano loro, una sorta di duello fra i tre Orazi e e i tre Curiazi, interpretando il regolamento in maniera molto discutibile. E adesso, se proponiamo un referendum “territoriale”, ci si viene a dire «eh, ma la normativa...». Un referendum sovracomunale si può e si deve fare, gli strumenti si trovano, basta volerlo: sarebbe un grande esempio di partecipazione popolare alle scelte, avrebbe un valore politico enorme. Ma tutti - sia il sindaco che la minoranza di Trino - devono capire che la questione del Deposito non è solo trinese, e che sia il Consiglio comunale che un eventuale referendum devono essere aperti e allargati a un territorio più ampio».

Commenti scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su Giornale La Voce

Caratteri rimanenti: 400

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter

Edicola digitale

Logo Federazione Italiana Liberi Editori