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Il caso
01 Febbraio 2024 - 13:58
Un ragazzo appesa all'autobus nei pressi dell'Ospedale Giovanni Bosco
Sono in tre, due di sera e uno in pieno giorno. Due aggrappati dietro al bus numero 12, nei pressi di Corso Tazzoli, a Torino, e l'altro vicino all'ospedale Giovanni Bosco, a "bordo" della linea 75. La moda rischiosa del "bus surfing" consiste nell'appendersi al paraurti posteriore di mezzi di trasporto in movimento cercando di restare aggrappati il più a lungo possibile senza essere notati dal conducente. Questo nuovo "gioco" ha ufficialmente fatto la sua comparsa in città. Lo conferma uno scatto condiviso su Instagram nella serata di mercoledì da Chiara Foglietta, dopo un incontro con i vertici della GTT.
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"L'ultim'ora da GTT questa sera mi preoccupa molto. Due ragazzini si sono appesi al paraurti posteriore di un bus in corsa", scrive l'assessore alla mobilità del Comune, aggiungendo, "Anche un Assessore a un certo punto non trova più le parole. Un gesto grave e molto pericoloso."
Il primo "incidente", secondo quanto comunicato dall'azienda trasporti torinese, è avvenuto tra largo Orbassano e piazza Santa Rita. Il conducente del mezzo pubblico, avvisato da un altro passeggero, ha prontamente fermato la corsa in direzione del capolinea di corso Tazzoli. Tuttavia, al momento della discesa del conducente, i due giovani avevano già fatto perdere le proprie tracce.
L'altro caso è stato ripreso in Barriera, vicino alla fermata dell'ospedale Giovanni Bosco.
La centrale operativa ha tempestivamente informato le forze dell'ordine e i conducenti di tutti i mezzi nella zona. Si tratta di un fenomeno ricorrente nel tempo, già segnalato in varie occasioni nel Lodigiano nel corso di questo gennaio. La società dei trasporti locali ha denunciato episodi simili tramite video sui social, ma sembra che il "bus surfing" stia nuovamente guadagnando terreno in tutta Italia, coinvolgendo sia i mezzi urbani che quelli adibiti ai collegamenti tra le città.
Un caso simile si era già verificato a Torino nel marzo 2022, nel quartiere Vanchiglietta. Tuttavia, la recente ripresa di questa pericolosa pratica dimostra la necessità di affrontare il problema in modo più incisivo per prevenire potenziali incidenti e garantire la sicurezza degli utenti del trasporto pubblico.
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