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Cuorgnè
02 Febbraio 2024 - 11:15
L’artrosi dell’anca e del ginocchio
All’Unitre di Cuorgnè, presso l’ex Chiesa della Trinità, mercoledì 24 gennaio i due docenti Stefano e Niccolò hanno parlato dell’artrosi dell’anca e del ginocchio. La parola artrosi deriva dal lemma greco artro, articolazione, giuntura, con il suffisso osi, malattia delle articolazioni di natura degenerativa. L’artrosi è una delle malattie tipiche della terza età, perché è strettamente legata al passare degli anni. L’artrosi si presenta soprattutto negli anziani, causando l’usura delle cartilagini nelle articolazioni. Più la cartilagine si consuma e si riduce di spessore, più aumenta l’attrito fra le ossa che compongono articolazioni come ginocchia e anche; ma stesso discorso vale per mani e piedi. In sostanza, l’artrosi crea grossi problemi di movimento e di deambulazione, limitando l’autonomia della persona.
L’artrosi dell’anca rimane uno dei 15 responsabili di disabilità globale. L’artrosi dell’anca è prevalente nel 10% delle persone sopra i 65 anni, e il 50% di essi può risultare sintomatico. Secondo i recenti studi il rischio di sviluppare artrosi sintomatica dell’anca nel corso della vita è 18,5% per gli uomini e 28,6% per le donne. Possiamo classificare l’artrosi in due grandi categorie: l’artrosi primaria e l’artrosi secondaria.
L’artrosi primaria è di origine idiopatica, cioè, non è possibile evidenziare una causa nota, di solito colpisce più articolazioni e una popolazione relativamente anziana. L’artrosi secondaria, di solito, è una condizione mono articolare e si sviluppa come conseguenza di un evento esterno, che interessa la superficie articolare, come ad esempio un trauma, anomalia dell’articolazione, ad esempio displasia acetabolare, quest’ultima una malformazione congenita che porta gradualmente la testa del femore a dislocarsi dalla cavità acetabolare, destinata a contenerla e a farla ruotare al proprio interno, oppure e anomalie metaboliche.
Generalmente, le manifestazioni cicliche dell’artrosi includono debolezza muscolare e atrofia muscolare, dolore, rigidità, propriocezione ridotta, limitazioni delle ADL, attività della vita quotidiana “activities of daily life”, e nella partecipazione sociale. Con la progressione della malattia possono presentarsi anche mal allineamento osseo e conseguente dolore articolare fortemente invalidante. I primi segni di artrosi all’anca sono la LIMITAZIONE nel ROM in abduzione e in rotazione, soprattutto nella rotazione interna. Precisiamo che con ROM si intende la flessibilità articolare, ROM, Range Of Motion, ossia dai gradi di libertà permessi da una specifica articolazione.
A tale proposito il segno clinico principale che sembra predire meglio l’artrosi dell’anca sarebbe proprio una limitazione nella rotazione interna. Con l’avanzare della patologia, i movimenti di flessione, estensione e adduzione diventano sempre più difficili e dolorosi, in particolare a fine ROM. Il dolore aumenta in modo progressivo aggravato dal movimento e/o carichi prolungati e/o errati. Il dolore tende a peggiorare in presenza di temperatura esterna bassa, si ha un miglioramento con il movimento continuo, che con deve superare la capacità di carico. Il dolore è localizzato solitamente all’inguine o alla coscia, può irradiarsi posteriormente sulle natiche o inferiormente al ginocchio.
I sintomi all’artrosi all’anca sono la rigidità mattutina, che dura meno di 1 ora, di solito alleviata con il movimento. Blocco del movimento dell’anca, diminuzione della mobilità che può condurre allo sviluppo di contratture di atrofia muscolare. Presenza di crepitii o rumori durante il movimento e anomalie nella deambulazione, discrepanza nella lunghezza delle gambe. A seconda dei criteri utilizzati, la diagnosi di artrosi si basa sul dolore, rigidità, riduzione del ROM, test e radiografie. Secondo il cluster di Sutlive, 5 elementi su 5 portano al 68% la probabilità che il paziente abbia artrosi all’anca. Quando gli elementi sono 4 su 5, la probabilità sale al 91%.
I test funzionali sono utili per oggettivare la limitazione nella attività e i cambiamenti durante il trattamento. L’esame funzionale dovrebbe includere anche misure relative all’equilibrio. L’ intervento di prima scelta per l’artrosi prevede: educazione, esercizio e perdita di peso. L’esercizio terapeutico correttamente dosato è sicuro e utile per la cartilagine articolare. Occorre rassicurare le persone con l’artrosi sul fatto che l’esercizio non è pericoloso eche, al contrario, migliora la salute della cartilagine.
Studi e revisioni sistematiche hanno dimostrato che i programmi di autogestione con educazione dell’esercizio terapeutico, nei pazienti con artrosi dell’anca o di ginocchio, possono portare ad una diminuzione del dolore e un ad aumento della qualità della vita correlata alla salute, un aumento dell’auto efficacia, una diminuzione dei trattamenti necessari e un rinvio di un eventuale intervento chirurgico, con protesi del ginocchio o dell’anca.
Nello specifico, la terapia con esercizio, quando il paziente è idoneo a farla, fornisce un sollievo al dolore efficacie quanto i farmaci, senza effetti avversi a livello cardiovascolare o gastrico. In conclusione bobbiamo avere sempre cura del nostro corpo, che è l’unico posto in cui dobbiamo vivere su questa terra. Nella vita la salute non è tutto ma senza salute tutto è niente.
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