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Come cambia la norma

Deposito nucleare, a Roma stanno cucendo il vestito addosso a Trino

Non solo la possibilità di proporre “autocandidature”: ora anche il “superamento delle ragioni tecniche” e la “modifica dei vincoli territoriali”

Deposito nucleare, a Roma stanno cucendo il vestito addosso a Trino

Il ministro Gilberto Pichetto Fratin (Forza Italia) e la deputata Daniela Ruffino (Azione)

Le analisi condotte negli ultimi dieci anni da Sogin e validate da Isin hanno escluso il territorio di Trino sia dal novero delle “aree potenzialmente idonee”, sia da quelle “idonee” ad ospitare il Deposito Nazionale per il materiale radioattivo. Il territorio trinese, infatti, è già stato valutato e non ha superato il vaglio dei criteri di esclusione e di quelli di approfondimento contenuti della Guida Tecnica n. 29 pubblicata da Ispra fin dal 2014, formulati con riferimento alle raccomandazioni elaborate dagli organismi internazionali ed in particolare dalla IAEA (International Atomic Energy Agency).

Pane al Seminario

Ciononostante il sindaco di Trino, Daniele Pane, da anni - senza alcuna consultazione preliminare né con il Consiglio comunale, né con i Comuni limitrofi e la Provincia, e tantomeno con la popolazione - esercita pressioni per far rientrare Trino fra le aree che potrebbero ospitare il deposito. Nel novembre 2021, ad esempio, è intervenuto (senza averne titolo, non avendo presentato osservazioni, proposte tecniche o documenti) al Seminario Nazionale promosso da Sogin, chiedendo una rivalutazione del territorio di Trino alla luce delle «modificazioni antropiche e di pianificazione in corso e già intervenute».

Daniele Pane (Fratelli d'Italia), sindaco di Trino

Il decreto-legge ad Tridinum

Per far rientrare Trino in una partita da cui era già stata esclusa era però necessario un cambiamento delle regole a partita iniziata (e ormai quasi conclusa): regole in vigore da più di dieci anni, precisate nel decreto legislativo n. 31 del 2010. Legiferando on demand per venire incontro alle richieste di Pane (Fratelli d'Italia), il Governo guidato da Fratelli d'Italia è intervenuto, a fine 2023, per modificare la procedura di individuazione del sito per il Deposito Nazionale. Il 9 dicembre scorso, all'interno del decreto-legge n. 181 “Disposizioni urgenti per la sicurezza energetica del Paese [...] e in materia di ricostruzione nei territori colpiti dagli eccezionali eventi alluvionali verificatisi a partire dal 1° maggio 2023”, il ministro piemontese Gilberto Pichetto Fratin con un colpo di mano ha inserito un articolo, l'11, che va a modificare il decreto del 2010: il nuovo comma 5-bis prevede infatti che «Gli enti territoriali le cui aree non sono presenti nella proposta di CNAI [leggi: Trino] possono presentare la loro autocandidatura» ad ospitare il Deposito sul proprio territorio «e chiedere al Ministero dell'ambiente e della sicurezza energetica e alla Sogin di avviare una rivalutazione del territorio stesso». Ovviamente il sindaco Pane, che non aspettava altro, si è affrettato a protocollare l'autocandidatura di Trino.

Pane suggerisce ulteriori modifiche

Il sindaco di Trino, però, non si è limitato ad approfittare immediatamente della nuova “opportunità” aperta dal decreto-legge, ma ha chiesto ulteriori aggiustamenti. Siccome anche il 181/2023, come tutti i decreti-legge, deve essere convertito in legge dal Parlamento entro 60 giorni (altrimenti perde efficacia sin dall'inizio), alla Camera dei Deputati è iniziato l'esame del testo da parte delle Commissioni VIII (Ambiente) e X (Attività produttive), che possono modificarlo prima del voto in aula. Il 27 dicembre, su carta intestata del Comune (e ancora una volta senza alcun passaggio in Consiglio comunale), Pane ha inviato alla X Commissione una memoria con cui propone emendamenti al testo del decreto, tra i quali la modifica della procedura e la redazione di una CNAR (Carta Nazionale delle Aree Rivalutate).

Calenda e i suoi puntano su Trino

A supportare Pane nella predisposizione di una normativa “cucita addosso” a Trino, in modo da favorire il più possibile la designazione del sito trinese come sede del deposito (e quindi escludere le 51 aree già valutate “idonee”) è anche Azione, il partito di Carlo Calenda. Lo stesso Calenda che nel marzo 2018, quand'era ministro dello Sviluppo economico, aveva pubblicamente promesso la pubblicazione della Cnapi «tra questa e la prossima settimana»: Cnapi che venne poi pubblicata solo tre anni più tardi, nel 2021, da un altro Governo e da un altro ministro. Ebbene: Calenda, subito dopo l'annuncio dell'autocandidatura di Trino, ha elogiato Pane definendolo «sindaco illuminato».
L'illuminazione si è poi estesa a tutta Azione: in Commissione la deputata Daniela Ruffino (piemontese, reduce da numerosi traslochi: nata democristiana, poi entrata in Forza Italia, poi in Coraggio Italia, e ora approdata tra i calendiani) ha presentato, insieme al collega bresciano Fabrizio Benzoni, il seguente emendamento: «la Sogin accerta che eventuali aree autocandidate non presenti nella Cnai [e quindi Trino, ndr] fossero risultate non idonee per ragioni tecniche superabili con adeguate modifiche al progetto definitivo del Deposito Nazionale o per non conformità a criteri di esclusione, di cui alla Guida Tecnica Ispra n. 29, afferenti a vincoli territoriali nel frattempo decaduti o sostanzialmente modificati»: esattamente quello che chiede Pane, che così da Trino si sta scrivendo la legge - virgole comprese - per interposta persona.

Carlo Calenda (Azione)

Rifondazione: «Non c'è limite al peggio»

L'emendamento presentato dai calendiani ha suscitato l'immediata reazione di Rifondazione Comunista. Il segretario regionale del partito, il casalese Alberto Deambrogio, in una nota sottolinea che «Non c’è fine al peggio nella vicenda del deposito nazionale per le scorie nucleari. Va assolutamente evitato l’ormai evidente tentativo di aggirare e sgretolare principi internazionalmente riconosciuti. Attesa la pericolosità dei materiali radioattivi che saranno contenuti nel deposito e la durata di quella per oltre trecento anni, è decisivo che i criteri di esclusione e di approfondimento vengano applicati alle aree autocandidate nella stessa identica modalità con la quale sono stati applicati per la individuazione delle aree idonee della Cnai. Deve essere bandita qualsiasi opzione “ribassista” per promuovere opzioni irrazionali».

Alberto Deambrogio (Rifondazione Comunista)

Pro Natura chiede l'audizione in Commissione

Essendo tuttora in corso le audizioni presso le Commissioni VIII-X della Camera sul testo del decreto da convertire in legge, il 15 gennaio la Federazione Nazionale Pro Natura - contraria a qualsiasi ipotesi di “autocandidatura” di territori di cui è stata già accertata l'inidoneità ad ospitare il deposito - ha chiesto formalmente ai presidenti delle due Commissioni di essere audita, analogamente a quanto avvenuto nei giorni scorsi con altri soggetti, proprio sull'art. 11 del decreto, quello che concerne le “Misure urgenti in materia di infrastrutture per il decommissioning e la gestione dei rifiuti radioattivi”.

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