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Cuorgnè
26 Gennaio 2024 - 12:17
Chi è raffigurato nell'antico affresco di Oglianico? Sotto gli abiti sacri, sono rappresentati personaggi che hanno fatto la storia?
Questi i temi affrontati nel corso della conferenza che si è tenuta mercoledì 17 gennaio a Cuorgnè, per il ciclo di conferenze organizzate dall'Unitre in via Milite Ignoto- Chiesa della Trinità.
Al centro dell'attenzione, il dipinto murale ad affresco collocato in via Roma ad Oglianico rappresentante una Madonna col Bambino tra i santi.
Come ha spiegato la curatrice dei restauri Lea Ghedin: “Lo studio portato avanti durante l'intervento di restauro del 2022, eseguito da AuriFolia Restauri di Cuorgnè, ha scoperto altri livelli di lettura, arrivando ad una circostanziata ipotesi di identificazione con Maria Giovanna Battista di Savoia, con in braccio il figlioletto Amedeo II, di cui era reggente dal 1675.I santi in primo piano si sono rivelati San Luigi IX e il Beato Amedeo, mentre il personaggio in secondo piano, grazie al calice con il serpentello, identificato con San Giovanni, ha dato l'avvio alle ipotesi di interpretazione, riconoscendo in lui il santo eponimo della protagonista principale”.
Lea Ghedin
Lea Ghedin poi commenta: “Molte volte ci stupiamo per gli affreschi della Cappella Sistina e poi non ci interessiamo delle testimonianze di storia locale che sono importantissimi perché rappresentano le nostre radici, senza delle quali non abbiamo la stella polare per il futuro nostro e delle prossime generazioni” spiegano gli organizzatori della conferenza.
“Qui abbiamo questo affresco in terra oglianicese con una storia tutta da conoscere, che possono raccontarci chi visse prima di noi nei nostri paesi. E i modi in cui la nostra comunità si sviluppò. E’ importante evitare che restino delle mute presenze perché in questo caso il patrimonio di conoscenza va perso”.
La Madonna con il Bambino di Oglianico appartiene ad un ciclo di affreschi restaurati nel 2022 grazie al contributo del Comitato per la Cappella dei Ricetti di Sant'Evasio e dei rioni di Oglianico.
La targa messa dopo il restauro degli affreschi
Forse non tutti rammentano che Vittorio Amedeo II è Stato Duca di Savoia, Re di Sicilia e poi Re di Sardegna creando il primo germe per il futuro Regno d’Italia. Vittorio Amedeo II aveva 9 anni quando il padre morì nel 1675 e la madre Giovanna Battista di Nemours assunse la reggenza. Da adulto ribaditi i legami filo francesi con Luigi XIV sposandone la nipote Anna d’Orleans, intraprese una notevole opera di riorganizzazione economica e militare dello stato, con disegni riformatori. Costituitasi la Lega di Augusta nel 1686, Vittorio Amedeo strinse i contatti con l'Impero, mentre trattava con l'Inghilterra.
Nel 1690 entrò nella Grande Alleanza, in guerra contro la Francia. Battuto più volte, negoziò con Luigi XIV, duramente impegnato sul Reno e nei Paesi Bassi, una pace separata, trattato di Torino, 1696, che rafforzò il suo prestigio, escludendo l'Austria da Casale e sbarrando la via d'Italia ai Francesi. Poco dopo, la pace generale si concludeva a Rijswijk nel1697.
La successiva guerra di successione di Spagna offrì a Vittorio Amedeo nuova occasione di grandi disegni politici. Nella prima fase del conflitto, alleato della Francia, ebbe il comando supremo delle forze ispano-francesi in Italia, aveva intanto dato in moglie la figlia Maria Luisa Gabriella a Filippo V, poi avvedutosi del fatto che rischiava di cadere sotto la completa egemonia francese, avviò trattative con l'imperatore, con l'Olanda e l'Inghilterra e nel 1703 passò nel campo avverso. Dopo vicende diverse culminate nell'assedio francese di Torino giugno-settembre 1706, fu salvato dai rinforzi imperiali guidati dal cugino Eugenio di Savoia, che trionfò a Torino costringendo i Francesi a ripassare le Alpi. Con la pace di Utrecht e poi di Rastatt ottenne la Sicilia col titolo regio e ampliamenti verso la Lombardia.
Poi chiese ed ottenne di permutare la Sicilia con la Sardegna. Nel 1730 Vittorio Amedeo abdicò in favore del figlio Carlo Emanuele III e si ritirò a Chambery, ma un anno dopo, convinto che il figlio non fosse all'altezza del compito, si stabilì a Moncalieri, chiedendo la revoca dell'abdicazione. Di fronte al suo contegno e al pericolo di sollevazioni interne, Carlo Emanuele III lo fece arrestare, ed egli morì in prigionia.
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