Cerca

Cimento invernale

Anche quest'anno gli "Orsi Polari" si sono tuffati nel lago Sirio

In tanti all'undicesimo cimento invernale organizzato dallo Chalet Moia

 Dario Piergiorgio Moia

 Dario Piergiorgio Moia

Nel cuore di Ivrea, tra le nebbie che danzano sull'acqua gelida del Lago Sirio, c'è un rituale che sfida il freddo e abbraccia il coraggio: il tradizionale "tuffo" degli "orsi polari". E l'epicentro di questa avventura è lo Chalet Moia, che da ben 18 anni celebra l'inizio dell'anno con un evento mozzafiato. Dario Piergiorgio Moia è il "capo banda".

Alle 11.15 del primo gennaio, mentre molti ancora stavano godendo del tepore dei letti, ha preso forma  l'audace "Nono Memorial Coniugi Moia" dedicato ai genitori Gennaro ed Elda e giunto alla VIII edizione. Un giro secco di corsa intorno al Lago Sirio, una pista di circa 3.600 metri, ha dato il benvenuto a una gara che ha trasformato i "runner" in autentici "orsi polari".

E' bastato togliersi le scarpe da ginnastica e infilarsi i costumi da bagno, per trasformare dei velocisti in coraggiosi tuffatori, con un rito ormai immancabile alle 12: l'undicesimo cimento invernale.

cimento invernale, lago Sirio

Sulle sponde del lago anche questa mattina si sono radunati  in tanti per applaudire quegli audaci partecipanti pronti a sfidare le acque gelide, con temperature oscillanti tra i 4.0 e 4.5 gradi Celsius.

Scalette pronte per un'uscita rapida e, vicino ad ognuna,  il "Sacco di Babbo Natale", con premi destinati a essere estratti a sorte dagli intrepidi tuffatori.

Alla fine del tuffo, la direzione dello stabilimento balneare ha offerto bevande calde, vin brûlé e paste secche.

Questa tradizione, che ha attirato sempre più partecipanti e curiosi nel corso degli anni, non è solo un atto di coraggio contro il freddo, ma un simbolo di comunità e spirito intraprendente che definisce la città di Ivrea.

Lo Chalet Moia palcoscenico di una storia di coraggio, convivialità e tradizione. Un'epopea che, anno dopo anno, si è rinnovata, riempiendo di energia e di memorie il nuovo anno che ha appena preso il via.

Un incontro tra il gelo dell'inverno e il calore dell'umanità che, per un istante, si è unito nel coraggio di sfidare le acque gelide e nell'abbracciare l'arrivo di un nuovo anno.

I partecipanti al Memorial e al Cimento: Lorenzo Giublesi (il più giovane, 34 anni), Paolo Gasparini (il decano, 64 anni), Marco Dalbard, Frederic Negre, Massimiliano Diabotti, Mario Paonessa, Francesco Comotto, Giorgio Capello e Monica Tamagnone.

I partecipanti al solo Memorial: Ivan Giacomini, Edo Gedda, Edoardo Regruto Tomalino, Alfredo Vanoni, Stefania Brescia e Roberta Spalla

Vincitore del memorial: Mario Paonessa seguito da Regruto Tomalino e Massimiliano Diabotti.

Prima classificata fra le donne: Stefania Brescia. 

Il Ciménto

Ciménto, dal latino caementum indica sia “prova pericolosa, rischio” sia  “dura prova morale”.

Non si sa quale definizione si accosti di più all’esperienza del cimento invernale, ma sicuramente gli amanti di questa pratica dimostrano un grande coraggio. Si tratta di un appuntamento tra temerari che, in pieno inverno, con qualsiasi temperatura, si tuffano in acqua (mare o lago) insieme, giovani e meno giovani, nuove leve e veterani.

Dopo il bagno “ristoratore”, di solito, i cimentisti approfittano dell’occasione per passare una giornata insieme, tra cibo, vino e chiacchiere. Per avere maggiori informazioni sui singoli eventi visitare il sito cimento.it.

In ogni caso, a differenza di quel che si può pensare, un tuffo invernale non è un’esperienza eccentrica ed estrema. È, invece, qualcosa che può fare davvero bene al corpo e alla mente. I paesi del nord Europa lo hanno capito prima di noi.


In termini medici avviene quella che si chiama “sindrome di adattamento generale”: ci adattiamo ad uno stress ambientale, sia mentale che fisico e questo ci rinforza. Al tuffo segue una fase di resistenza in cui il nostro sistema endocrino rilascia cortisolo e brucia gli zuccheri e poi i grassi. Con l’abbassarsi della temperatura, questo meccanismo si attiva e ci adattiamo a superare lo stress rinforzando le nostre difese immunitarie. È stato dimostrato che nel cavo orale, in questi casi, aumentano le immunoglobuline e si è più protetti.


Non dobbiamo poi trascurare gli effetti sulla mente, sullo spirito: l’accoglienza e la coralità che si trovano durante i cimenti invernali ci possono esserci d’aiuto, soprattutto durante questo periodo di distanziamento sociale. 

Commenti scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su Giornale La Voce

Caratteri rimanenti: 400

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter

Edicola digitale

Logo Federazione Italiana Liberi Editori