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Natale
26 Dicembre 2023 - 11:07
Foto di Annamaria Pastore e Rachele Chillemi
Anche quest’anno l’Anpi ha ricordato l’audace impresa che Piero Calamandrei definì “di alta ingegneria partigiana”. Quella di Alimiro, D’Artagnan e di un manipolo di coraggiosi che nella notte tra il 23 e il 24 dicembre 1944, fecero saltare il ponte ferroviario, salvando la città dal bombardamento alleato.
Gli eventi sono stati molteplici e sono iniziati sabato 23 dicembre alle 11 davanti al ponte dove una folla di amici e compagni si è radunata attorno al cartellone che illustra l’impresa, posto proprio accanto al ponte.
Salutando i componenti del vicino Presidio per la Pace, che per forza di causa maggiore non sono potuti essere presenti in due posti diversi, s'è ricordato che il Vescovo Luigi Bettazzi disse del Partigiano Mario Pelizzari “Alimiro”, fautore primario del sabotaggio, “che dietro l’uomo di guerra si nascondeva in realtà un uomo di pace”.
Alimiro, infatti, sosteneva che nessun uomo ha il diritto di togliere la vita a un altro uomo.
Ha preso la parola per primo il Sindaco della città di Ivrea, Matteo Chiantore, invitando i presenti a immedesimarsi con le condizioni dell’epoca: la fame, l’insicurezza, la paura.
"Nel vicino Hotel Dora scarseggiava il cibo - s'è immedesimato - e quel poco era riservato agli ufficiali tedeschi. Per le strade passavano le pattuglie di SS e della X Mas. I pensieri nascosti della gente erano rivolti alla pace, che tardava ad arrivare. Saremmo noi capaci, oggi, di sopportare tutto ciò?".
Bella domanda...
Se l'è fatta anche il presidente dell'Anpi Mario Beiletti.
"Saremmo capaci noi, oggi - ha esteso il concetto - di comprendere quando è il momento di dire BASTA, come fecero i Partigiani allora? Questo luogo, il rumore della Dora ci trasportano indietro nel tempo e ci inducono ad una riflessione. Quando ci ritroviamo, come oggi, stretti attorno alla memoria di tempi ormai lontani, noi parliamo di libertà, facciamo esercizio di libertà. Realizziamo il significato della democrazia, che è appunto potersi riunire, parlare, ricordare, progettare. Noi siamo qui, liberi cittadini, a dire che ci sono valori che non si toccano, che fanno parte di noi e che difenderemo con la stessa determinazione dei nostri Padri. Nella vita personale e in quella sociale e politica, c’è sempre un fiume che ci ostacola, un precipizio da affrontare. Per i nostri Padri fu la dittatura nazista e fascista, la guerra, l’occupazione. A noi tocca invece il disgregarsi dei valori morali e civili, il liberismo senza freni. Ma, allora come oggi, di fronte alle difficoltà occorre reagire, e c’è sempre un ponte da superare, l’animo da gettare oltre l’ostacolo, perché sull’altra riva c’è la speranza. Gli uomini che compirono l’impresa del ponte di Ivrea sapevano sognare ma non solo, sapevano anche agire...".
Ed è ciò che si è visto poco dopo in un inedito video della BBC (con spezzoni Anpi) proiettato nel saloncino della CGIL, che racconta il sabotaggio. Sul finale e con il sottofondo delle musiche di “Bella ciao”, le immagini pubbliche di D’Artagnan, circondato dalla folla. E qui l'emozione è stata davvero grande...
Non era ancora finita qui.
E' infatti seguita la tradizionale “Pastasciutta antifascista” che ricorda quella che i fratelli Cervi apparecchiarono alla caduta del fascismo. Infine all’Auditorium Mozart la Presentazione Live del Podcast “D’Artagnan” di Vanessa Vidano e Fabrizio Zanotti.
Sul palco, in chiusura, Vanessa e Fabrizio hanno chiamato le due figlie di Amos Messori, Paola e Daniela e tutti si sono commossi. Gran finale con un lungo, intenso applauso liberatorio.
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