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11 Dicembre 2023 - 13:11
Salvatore Borsellino e Giancarlo Caselli
Due ospiti d'eccezione per parlare di un tema spinoso quanto attuale: l'influenza delle mafie nel circuito economico e politico di tutta la Penisola. Questo e tanto altro andrà in scena giovedì prossimo alle 21 al teatro LanzoIncontra di Lanzo Torinese. I due ospiti di eccezione non hanno bisogno di presentazioni: Salvatore Borsellino e Giancarlo Caselli.
Il primo è il fratello minore di Paolo Borsellino, il magistrato simbolo dell'antimafia che fu ucciso nel 1992, cinquantasette giorni dopo Giovanni Falcone, suo amico nonché magistrato di altissimo livello. Assieme non contribuirono solo ad allestire il maxi processo del 1986 e alla creazione del Pool antimafia, ma anche a rinnovare l'apparato normativo e giudiziario italiano nel contrasto alla criminalità organizzata.
In quegli anni Salvatore Borsellino si stava laureando in ingegneria. Dopo la morte del fratello ha assunto un ruolo attivo nella promozione della consapevolezza contro la criminalità organizzata, il malgoverno e le collusioni tra politica, poteri occulti e mafia, nota come "trattativa Stato-mafia".
Nel 2009, a Palermo, Salvatore Borsellino ha organizzato la prima Marcia delle Agende Rosse in collaborazione con il Comitato Cittadino Antimafia "19 Luglio 2009", commemorando il 17º anniversario della strage di via D'Amelio.
Da questa marcia è nato il "movimento delle Agende Rosse", che prende il nome dall'agenda di Paolo Borsellino scomparsa dopo la strage. In quest'agenda, il magistrato annotava pensieri personali, supposizioni e dichiarazioni di collaboratori di giustizia come Gaspare Mutolo.
L'agenda, che scomparve dalla borsa di cuoio del magistrato posta sul sedile posteriore dell'auto su cui viaggiava, divenne oggetto di indagine. Giovanni Arcangioli, un carabiniere, è stato coinvolto in un processo per favoreggiamento nei confronti di Cosa Nostra e per la sottrazione dell'agenda. Tuttavia, la fase dibattimentale non è stata raggiunta.
Giancarlo Caselli, invece, è il magistrato che imbastì processi fondamentali contro le Brigate Rosse torinesi. Nel 1993 si trasferì a Palermo, e mise piede sul suolo siciliano il giorno in cui i carabinieri del Rosa arrestavano Totò Riina, mafioso di prim'ordine responsabile, tra le altre cose, proprio della morte di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino.
Nel 2011 fu titolare dell'inchiesta Minotauro, che smascherò le trame economiche e politiche della 'ndrangheta in Canavese, terminando anche nella condanna di amministratori locali come Nevio Coral o nel commissariamento di Comuni come Rivarolo Canavese.
Un grande magistrato, dunque, recentemente uscito in libreria con il suo "Giorni memorabili che hanno cambiato l'Italia (e la mia vita)", scritto a quattro mani col figlio Stefano Caselli, giornalista del Fatto Quotidiano. Il capitolo 9 del libro è proprio dedicato all'inchiesta Minotauro.
"Sarà il primo incontro del festival Con-Nesso Off - spiega l'organizzatore del festival Marco Rizzo - e abbiamo scelto Lanzo perché l’idea del nostro festival è quella di essere itinerante e coinvolgere tanti comuni, e quindi Lanzo è stato scelto perché l'amministrazione ha organizzato i 'giovedì della legalità', grazie a cui sono riusciti a portare a Lanzo Giovanni Impastato, fratello di Peppino".
Insomma, "il festival Con-nesso rimane a Cirié, mentre la sezione off ha l'obiettivo di coinvolgere i vari comuni del territorio. per questo ci tengo a ringraziare il Comune di Lanzo e l'assessore Fabrizio Casassa, che in tempo zero ha accettato l'idea di organizzare l'incontro".
Incontro che si inserisce perfettamente nel "contenitore" dei giovedì della legalità, e che ha un obiettivo sostanziale ben preciso: "Vorremmo parlare di un argomento che sia a livello nazionale sia a livello locale viene troppo spesso tralasciato, eppure è un argomento di strettissima attualità: le criminalità organizzate ci sono e inquinano i territori, l'economia e la vita delle persone".
Anche al nord, anche in Canavese, dove le relazioni semestrali della Direzione Investigativa Antimafia restituiscono situazioni drammatiche in termini di presenza delle organizzazioni criminali. "Parlare di mafie è importantissimo, e bisogna farlo non solo quando esplode una bomba o quando qualcuno viene ucciso: bisogna parlarne nelle scuole, nelle radio, ovunque, come i nostri due ospiti fanno da tempo: vorrei dunque ringraziare anche loro per la disponibilità".
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