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Riapre il Pronto Soccorso, ma infermieri e medici dove sono?

Le perplessità del Nursind, il sindacato delle professionisti infermieristiche, sulla riattivazione del servizio in Canavese dopo l’annuncio di Cirio

Cuorgnè

Il Nursind ha espresso tutte le sue perplessità in un incontro con l’Asl To 4

Dopo l'incontro sulla riapertura h 24 del Pronto Soccorso di Cuorgnè, tenutosi il 16 novembre con i vertici dell'ASL TO 4, il sindacato del Nursind esprime numerose perplessità.

In primis - dichiara Giuseppe Summa - bisogna chiarire che riaprire il servizio del pronto soccorso non si può limitare solo ad aggiungere il turno notturno al PPI attuale come molti pensano, ma è necessario cambiare l'intera organizzazione. Se così non fosse, riaprire in un periodo di iperafflusso dei pronto soccorso legati alla stagione invernale e subito dopo le vacanze con le note criticità della medicina territoriale, sarebbe quantomeno azzardato”.

Giuseppe Summa del Nursind

Il Pronto Soccorso di Cuorgnè, come annunciato dal governatore del Piemonte Alberto Cirio, dovrebbe riaprire a gennaio. 

Considerato che il picco influenzale è previsto tra dicembre e gennaio e che attualmente i pronto soccorso sono già in affanno, la situazione non potrà che peggiorare sicuramente e di questo va tenuto conto innanzitutto - prosegue Summa -. Snocciolando i numeri invece, gli infermieri presenti prima della chiusura del Pronto Soccorso di Cuorgnè erano 16, mentre oggi con il PPI sono 8.
Ciò significa dover assumere altri 8 infermieri. Ci sono? Saranno frutto di mobilità interna? Saranno reclutati attraverso assunzioni in origine destinate ad altri servizi e ospedali?”.

A ciò vanno aggiunti anche gli OSS e il potenziamento del personale di laboratorio e radiologia per il servizio di pronta disponibilità notturna - prosegue il sindacalista -. Inoltre per garantire i trasporti secondari non tempo dipendenti, il personale del pronto soccorso non sarà numericamente sufficiente e pertanto dovranno essere coinvolti gli infermieri del dipartimento medico di Cuorgnè, che già oggi è in grossa difficoltà. A tutto ciò bisogna inoltre aggiungere l'attivazione della reperibilità dei medici da Ivrea, infermieri e OSS della sala operatoria di Cuorgnè, per eventuali emergenze chirurgiche che potranno verificarsi”.

A riguardo, il numero attuale del personale della sala operatoria di Cuorgnè, è appena sufficiente per garantire il rispetto del limite contrattuale delle 7 reperibilità mensili ed è facile pensare che in caso di assenze, questo possa essere superato - conclude Summa -. Inoltre, non dimentichiamoci che a Cuorgnè non è presente una rianimazione e pertanto successivamente all'intervento, il paziente andrebbe trasferito in altro ospedale.

Ancora, con la riapertura del Pronto Soccorso h 24 oltre alla presenza della sala ortopedica, ritorneranno 2 posti letto di osservazione breve intensiva. Anche in questo caso sappiamo benissimo che il rispetto del limite numerico dei 2 posti, difficilmente potrà essere garantito, a causa dei noti problemi di boarding dei pronto soccorso. Senza dimenticare ovviamente la situazione covid che sta mettendo nuovamente in difficoltà l'organizzazione di molte Aziende, compresa la TO4, visto che ad oggi i pazienti positivi continuano ad essere isolati e sono previsti percorsi separati”.

In conclusione - annuncia ancora Summa - da quanto è emerso l'impegno di risorse economiche e umane utile per la riapertura del Pronto Soccorso di Cuorgnè dovrà essere adeguato a rispondere a tali criticità ed è per questo che evidenziamo la nostra preoccupazione.
Infatti è noto che non solo facciamo difficoltà a reclutare alcune professionalità come gli infermieri ad esempio, ma ricordiamo che la Regione Piemonte rispetto al 2022, ha tagliato il tetto di spesa per l'ASL TO 4 in maniera importante (1 milione in meno solo nel 2023). In assenza di nuove risorse e a queste condizioni, siamo di fronte al palese rischio che con la riapertura del Pronto Soccorso di Cuorgnè, non solo non riusciremo a potenziare i servizi, ma nemmeno a garantire il turn-over o sostituire parzialmente le numerose assenze per maternità (circa 60 al momento). Pertanto, va bene riaprire il Pronto Soccorso, ci mancherebbe, ma con condizioni di sicurezza, di risorse umane ed economiche necessarie. Senza dimenticare che in assenza di risposte sul territorio che tardano ad arrivare, i pronto soccorso saranno di nuovo presi d' assalto proprio come in questi ultimi giorni. La Regione quindi, non può pensare di riaprire servizi iso-risorse. Sull'argomento ci confronteremo come sempre anche con l'amministrazione comunale. Se deve esserci il servizio deve esserci per davvero”.

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