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10 Ottobre 2023 - 23:29
Piervittorio Costa primo fra i donatori di sangue del gruppo di Pont Canavese
Piervittorio Costa è il primo, fra i donatori del Gruppo FIDAS di Pont, ad aver raggiunto il traguardo della 6° Medaglia d’Oro, che viene assegnata a chi ha effettuato 175 donazioni.
Nato a Pont nel 1963, vive da parecchi anni a San Francesco al Campo, paese della moglie.
Ha due figli, di cui una lavora al Pronto Soccorso del ”San Giovanni Bosco” di Torino. E’ dipendente della TERNA e si occupa del controllo degli impianti ad Alta Tensione in uno dei tre centri dislocati sul territorio nazionale - quello di Torino – ruotando su tre turni che coprono tutti i 365 giorni dell’anno.
Da quanto tempo effettua le donazioni?
Cominciai all'età di 18 anni seguendo l'esempio di mio padre che, quando di anni ne avevo appena 7, lo aveva donato a mia madre. Era il mese di agosto e di sacche non se ne trovavano.
Quale impegno richiede?
Si effettuano 4 donazioni all’anno per il Sangue Intero perché devono trascorrere 90 giorni tra una volta e l’altra. Per il Plasma bastano 30 giorni però è più impegnativo come tempi di prelievo: un’ora e mezza invece di 20 minuti perché il sangue dev’essere pulito, separato, rimesso in circolo con un anticoagulante, che viene somministrato in 2 o 3 cicli o anche in 4 se è molto spesso. Quindi i tempi raddoppiano. Per il resto della giornata si deve rimanere a riposo, anche se chi fa un lavoro leggero in teoria potrebbe svolgerlo: è questione di prudenza. Finora non ne ho mai risentito, forse provo un po’ di stanchezza ultimamente ma per il momento posso continuare: i valori li ho a posto, sono persino migliorati rispetto a qualche anno fa.
Quali controlli sono necessari?
Visita medica e rilevazione della pressione prima di ogni donazione ed esami completi due volte l’anno. Se c’è qualche valore sballato, occorre aspettare e ripeterli dopo 15-20 giorni e chi assume farmaci – anche solo una Tachipirina per qualche linea di febbre – deve rimanere fermo. In caso di interventi con anestesia i tempi sono più lunghi. Sono controlli rigorosi e non può più accadere che ci si infetti attraverso una trasfusione come quando – negli Anni Settanta - il sangue veniva importato da Paesi in cui non c’era sorveglianza sanitaria.
Il gruppo dei donatori di sangue di Pont Canavese
Fino a che età si può continuare?
Il limite è fissato ai 65 anni ma c’è chi smette prima perché i valori cominciano a presentare delle anomalie anche in assenza di patologie più serie come quelle cardiache. Se uno sta bene e i controlli danno esito favorevole, si può però continuare, credo fino a 70 anni e con due donazioni l’anno invece di quattro. Almeno, mi pare sia così ma non ne sono sicuro: non mi sono informato più di tanto visto che per il momento non mi riguarda!
Siete numerosi nel gruppo di Pont?
Sì anche se il numero preciso non saprei dirlo perché ci sono anche donatori saltuari e quelli che provengono dai paesi vicini come Sparone (dove la sede FIDAS ha chiuso perché erano in pochi) e Locana.
Perché continua a donare qui pur vivendo altrove?
Siamo un gruppo affiatato e il giorno delle donazioni, mentre si attende il proprio turno per i controlli, possiamo chiacchierare e scambiarci opinioni: è un’occasione per rivedere persone e luoghi cui sono affezionato. La nostra sede è sopra l’asilo, accanto all’attuale Museo Etnografico dei Canteir: mi fa piacere tornare dov’ero stato da bambino. Inoltre, visto che di solito c’è anche mia moglie, donatrice pure lei, ne approfittiamo per trascorrere qualche ora nella casa dei miei nonni nella frazione di Stroba. Come ho detto, nel gruppo siamo come una famiglia ed è bello partecipare alle feste, alle gite ed ai raduni. A quello nazionale, ad esempio, ci s’incontra una volta, poi ci si rivede e ci si ricorda uno dell’altro.
Ci sono dei giovani nel gruppo?
Sì, anche perché l’abitudine a donare si trasmette facilmente all’interno di una stessa famiglia: vale per la mia come per le altre. Poi abbiamo figure storiche come l’ex-presidente Renzo Feira, che continua a dare una mano al suo successore Guido Busacchetti perché chi lavora non sempre può assolvere tutti gli impegni. Nelle associazioni è importante avere dei pensionati: anch’io penso che, quando arriverà il momento della pensione, potrei dedicare più tempo alla FIDAS.
Cosa la spinge a continuare?
E’ bello, quando si è in buona salute, poter aiutare chi ha problemi: mi fa sentire utile. Da un po’ di tempo lo faccio anche con il plasma: avevo cominciato con 500-550 millilitri, ora sono arrivato a 600. Sono pure favorevole alla donazione degli organi. Donare il sangue è anche un modo per mantenersi sotto controllo gratuitamente: dovendo effettuare in modo regolare gli esami, è possibile scoprire in anticipo patologie che non danno ancora sintomi.
C’è qualcuno che si avvicina al suo record?
Danilo Panier Suffat ha avuto la 5° Medaglia d’Oro con 150 donazioni ed è figlio di un donatore: suo padre Armando fu presidente del gruppo.
Piervittorio Costa con le medaglie ricevute dal gruppo donatori di sangue di Pont Canavese
Svolge altre attività di volontariato?
Non ne avrei il tempo, lavorando su tre turni. Se posso dare una mano però lo faccio volentieri. Quando i miei figli erano più giovani li portavo una a pallavolo, l’altro a calcio, e davo passaggi anche ai loro compagni: avevo persino comprato un’auto a 7 posti per poter trasportare più persone. Avevo anche sistemato le reti nel campo di calcio: nessuno sapeva farlo e, mentre svolgevo i lavori, mi trattavano come un principe, tutti pronti a rispondere alle mie richieste!
E i suoi hobby quali sono?
Mi piace fare lavori in casa, come muratore autodidatta e, quando sono a Stroba, m’impegno a ripulire prati e sentieri. A volte, gli escursionisti che percorrono la vecchia strada della Valle Soana, mi dicono: “Fosse così dappertutto!” ma riesco ad occuparmi solo di un tratto e, per farlo, mi capita di prendere apposta giornate di ferie.
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