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Ciriè
23 Settembre 2023 - 11:14
Paolo Crepet
Il suo stile è quasi aforistico. Paolo Crepet parla per massime e per aneddoti, e questo lo rende particolarmente adatto al teatro. Ieri sera, a Villa Remmert a Ciriè, ad introdurlo sul pulpito c'era Marco Rizzo, organizzatore del festival della comunicazione cittadino "Con-nesso".
Ebbene, Rizzo è riuscito a portare un ospite di spessore come Crepet per aprire il festival, e il risultato in termini di pubblico non si è fatto attendere: trecento persone sedute a teatro e cento poco distanti, nel parco di Villa Remmert, di fronte a un maxischermo che riprendeva proprio la performance dello psichiatra e saggista.
Crepet si occupa da tempo immemore di pedagogia, scuola, psichiatria, adolescenti, società. Parla di tutto e viene ascoltato. In platea ieri sera c'erano insegnanti, genitori, amministratori locali. L'intellettuale non si fa scrupoli a dire cosa pensa: "Una ragazza una volta mi ha detto che era contro la meritocrazia. Cosa avete contro il merito?".
C'è chi ha seguito l'incontro dal maxischermo
E poi ancora: "La scuola ha fallito". E di seguito: "Ho sentito dire che uno è uguale a uno, ma è una bestemmia, è contro l'umanità: noi siamo unici". Lo stile di Crepet non disdegna le provocazioni, e a qualcuno può anche apparire banalizzante: ogni tanto pare che riduca problemi complessi a formule semplici.
Ogni tanto pare pure un po' "retrò", ad esempio quando denuncia che la scuola e le famiglie hanno messo troppo al centro il bambino, togliendolo dall'autoritarismo a cui era abituato e diventandone schiavi: la scuola non boccia più, le famiglie non educano più.
Il risultato sarebbe una generazione senza aspirazioni né ideali: "Una volta in una scuola ho chiesto: cos'è che vi farebbe alzare un'ora prima? Mi hanno risposto: la sveglia... Ah, non la passione? Non la voglia di andare a vedere un altro pezzo di mondo, ad esempio?".
Sala piena per lo psichiatra e saggista
Crepet ce l'ha anche con Ultima Generazione, il collettivo di ragazzi e ragazze che protestano contro la crisi climatica: "Quella di mio nonno, che ha fatto la guerra, era l'ultima generazione" ha detto. Quella di oggi invece deve rimboccarsi le maniche, inventarsi il futuro di fronte alle sfide della crisi climatica. Senza perdere la capacità di sognare.
"Vi rendete conto chi abbiamo nelle scuole? Abbiamo della gente che dice ai ragazzi che i sogni hanno un prezzo... 'ci vogliono i soldi per i sogni'. E se io pensassi il contrario? Che sono i sogni che fanno venire i soldi? Mi spiace, funziona così, e perché dobbiamo dire ai ragazzi e alle ragazze che se non hai soldi ti devi adeguare, ma a cosa? Cristoforo Colombo si era adeguato?".
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