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Giustizia
13 Settembre 2023 - 22:54
Parole dure come l'acciaio. A pronunciarle, nei giorni scorsi, è stato il Procuratore Generale Francesco Maria Saluzzo. Parla della strage di Brandizzo ma anche e soprattutto delle gravissime condizioni in cui versa la Procura Ivrea. Se non si mette a piangere è solo per dignità.
"Nel 2013 - dice - sulla base di una scelta infelicissima (pur se nell’ottica di una positiva razionalizzazione dei territori e delle sedi giudiziari) divenne assegnataria di un territorio vastissimo (con connessa popolazione), giungendo a toccare i confini metropolitani della Città di Torino. Circolarono varie ipotesi su interessi (tutti non giudiziari e, ancor meno, razionali o fondati) sul perché si volle far sopravvivere la sede di Ivrea. Ma non è questo il punto...".
Il punto è - e Saluzzo lo spiega tremendamente bene - che la Procura di Ivrea fu “ingrandita” a dismisura, senza la benché minima dotazione di risorse (personale amministrativo, magistrati, polizia giudiziaria), proporzionate al territorio, alla popolazione e alla qualità “criminale”...
"E’ accaduto di tutto in quel circondario - sintetizza Saluzzo - Indagini e processi per fatti di grandissimo rilievo nazionale e mediatico; ma, prima ancora di questo, per fatti criminali e di reato di straordinaria gravità e rilevanza. Con indagini, anche tecniche, lunghe e complesse. Anni di disinteresse, da parte di chi avrebbe - e aveva - la competenza e gli strumenti per rimediare, hanno portato quell’ufficio a una vera situazione di collasso...".
Il Procuratore capo di Ivrea Gabriella Viglione
Morale?
Chi aspetta “giustizia” (nonostante il fascicolo sia magari “maturo”) attende, attende e non sa cosa ne sarà della sua pretesa, della sua ansia, della sua aspettativa (magari anche di essere archiviato o assolto, per l’indagato o l’imputato)
Secondo Saluzzo la strage di Brandizzo (con il suo corollario di centinaia di denunce per inosservanza delle previsioni antinfortunistiche) potrebbe segnare il “tracollo” definitivo di quell’ufficio giudiziario.
"Eh sì - si spiega meglio - perché gli appelli, miei, del Presidente della Corte di Appello di Torino, dei Procuratori della Repubblica di Ivrea (che si sono succeduti) sono stati ascoltati con lusingante benevolenza da tutti gli attori del potere centrale; e sono regolarmente caduti nel nulla. Solo un aumento del numero dei magistrati - peraltro, recente - ha consentito di gestire una parte della mole di affari penali che si riversano su quella Procura. Non tutti, perché l’arretrato è ingestibile e perché se ne forma di nuovo, continuamente e inesorabilmente..."
Per poter “lavorare” un fascicolo occorre poi che insieme al magistrato vi sia una adeguata dotazione di personale amministrativo ma a Ivrea non vuole rimanere nessuno e nessuno chiede di andarci, una situazione che ha “costretto” la Procuratrice della Repubblica a privare i magistrati di un collaboratore stabile...
Tra i problemi nei problemi uno riguarda la sezione di polizia giudiziaria: il numero degli addetti e di molto inferiore a ciò che è previsto per legge tanto che Saluzzo più volte, nelle sue ripetute richieste e segnalazioni ha definito la Procura di Ivrea "in palese situazione di illegalità".
"Abbiamo “bussato” a tutte le porte delle Istituzioni competenti ad affrontare e porre rimedio al problema. Si sono sempre aperte con cortesia e si sono richiuse lasciando noi postulanti fuori dalla porta a mani vuote - passa e chiude Saluzzo - La Procura di Ivrea, non esito a dirlo, vive di “carità”. Qualche cosa dagli Enti locali, uno sforzo, per il quale sono molto grato alle Forze di Polizia (Questura di Torino e Comandi Provinciali dell’Arma dei Carabinieri e della Guardia di Finanza) che hanno “distaccato” alcuni elementi per consentire quel minimo di funzionalità investigativa che, diversamente, sarebbe del tutto insufficiente. ..
Da una denuncia all'altra. Anche il settore degli Enti preposti al controllo ed alla prevenzione sui luoghi di lavoro versa, stando alle parole di Saluzzo, verserebbe nelle medesime condizioni con organico ridotto all’osso e impossibilità di fare controlli a quegli imprenditori che vanno in cerca di "scorciatoie"
Obiettivo di Saluzzo?
Far comprendere all’opinione pubblica la situazione vera in cui si versa e, come l’avviso ai naviganti, non avere eccessive aspettative, nonostante l’impegno “massacrante” che la Procura di Ivrea mette in atto tutti i giorni.
"Chi può intervenga - è l'appello finale - O sopprimendo la sede di Ivrea (e pensare che vogliono riaprire microtribunali che non hanno neppure l’autosufficienza, come l’esperienza dimostra), o ridisegnandone il territorio o dandole dotazioni adeguate ai numeri ed alle esigenze...".
E con una denuncia così tutto poteva capitare salvo che non ci fossero reazioni...
Il primo a commentare è stato il consigliere regionale dl Pd Alberto Avetta, di professione avvocato, che chiede l'intervento della Regione Piemonte e del presidente Alberto Cirio.
Alberto Avetta
"La politica accolga l'allarme del procuratore Saluzzo" sul "collasso" della Procura di Ivrea - stigmatizza - il procuratore Saluzzo pone una questione molto seria che deve essere affrontata con urgenza dalla politica. Mi fa piacere che l'assessore Andrea Tronzano si sia reso disponibile ad approfondire possibili azioni. La grave situazione in cui versa il Tribunale di Ivrea, che è il secondo in Piemonte e copre un bacino di utenza di oltre 500 mila abitanti, non può più passare inosservata".
Secondo Avetta le carenze di organico compromettono il diritto alla giustizia dei cittadini: "A maggior ragione in un momento in cui la Procura in particolare è gravata da un'inchiesta importante e delicata come quella che riguarda la tragedia di Brandizzo. Mi aspetto che il presidente Cirio apra urgentemente un canale di dialogo con il ministro Nordio e con il Governo per trovare una soluzione".
Chiara Gribaudo
Sempre dal Pd le riflessioni della deputata Chiara Gribaudo, presidente della commissione d'inchiesta sulle condizioni di lavoro in Italia.
"I morti di Brandizzo e le loro famiglie meritano giustizia - inforca - e per farla serve mettere quanto prima la procura di Ivrea nelle migliori condizioni per investigare su questi tragici fatti. Dobbiamo capire le cause del sovraccarico di lavoro, ma oggi l'urgenza è intervenire sulla dotazione di risorse, di personale amministrativo, di magistrati e di polizia giudiziaria. Nell'appello che ha lanciato il Procuratore vedo già delle possibili soluzioni: o si ridisegnano i confini della procura oppure si garantiscono in tempi celeri dotazioni adeguate ai numeri di abitanti ed alle esigenze del territorio. Presenterò un'interrogazione al Governo per chiedere se al Ministero sono consapevoli di questa grave condizione e quali azioni intendono adottare. Credo sia nell'interesse di tutte le istituzioni locali che dal Ministero arrivino risposte all'altezza".
Anna Rossomando
Ancora più polemica Anna Rossomando, vicepresidente del Senato.
"Sulla Procura di Ivrea il governo e il ministro Nordio sono completamente sordi ed inermi - denuncia - Le criticità sono note da tempo, tanto è vero che come Pd avevamo presentato un'interrogazione al ministro Nordio a maggio denunciando la totale inadeguatezza di tutte le piante organiche: magistrati, personale amministrativo e polizia giudiziaria. Nessuna risposta alla richiesta di ripristino di consone misure di lavoro per magistrati e personale per consentire un adeguato servizio giustizia nel territorio. Speriamo che ora Ministero e Governo battano un colpo".
"Nel 2013 - snocciolava nel giugno scorso i numeri Rossomando - il tribunale aveva una pianta organica composta da 4 magistrati, aumentata negli anni a 9 unità, più il procuratore della Repubblica, mentre, per quanto riguarda il personale amministrativo e la Polizia giudiziaria, la situazione è rimasta invariata. Il personale amministrativo è fermo a 29 unità, di cui solo 19 in servizio, mentre la Polizia giudiziaria è composta da 8 unità, contravvenendo a quanto previsto dall’articolo 6, comma 1, del decreto legislativo n. 271 del 1989, che prevede che l'organico delle sezioni di Polizia giudiziaria sia costituito da personale in numero non inferiore al doppio di quello dei magistrati previsti nell'organico delle procure della Repubblica. Anche il numero dei vice procuratori onorari si presenta come insufficiente allo svolgimento regolare delle cause e allo smaltimento degli arretrati...".
In verità il disastro "eporediese" dovrebbe essere ben noto ai piani alti delle Istituzioni considerando che il Procuratore della Repubblica Gabriella Viglione lo ha più volte denunciato sottolineando un rapporto tra pubblici ministeri e abitanti che pone Ivrea al 139° posto su 139 uffici requirenti, secondo i dati ufficiali del Ministero della giustizia (“Relazione sulla ispezione del Ministero della Giustizia agli uffici giudiziari del Tribunale, della Procura della Repubblica e dell’UNEP di Ivrea di luglio 2019”);
Viglione lo ha scritto in una lettera al Ministro del 2 novembre 2022, poi in un'altra al direttore del personale e della formazione del Ministero del 5 gennaio 2023, infine, non c'è il due senza il tre, rivolgendosi direttamente al Consiglio superiore della magistratura (il 3 maggio 2023). Sempre Viglione poi, in numerose interviste ai giornali nazionali e locali.
Nella stessa direzione l’ordine degli avvocati di Ivrea, che il 2 maggio scorso ha proposto l’apertura di un “tavolo di lavoro” per un confronto costruttivo e pure le rappresentanze sindacali di CGIL, CISL e UIL riunitesi in assemblea il 9 maggio davanti al tribunale, presenti il presidente del Tribunale Vincenzo Maria Bevilacquae pure il Procuratore capo della Repubblica.
Oggi, a Ivrea, i dipendenti svolgono il lavoro di 4-5 persone, sono stati ridotti o soppressi alcuni servizi come il giudice di pace o l’ufficio affari civili e i fascicoli “contro ignoti” sono affidati tutti alla segretaria della procuratrice capo Gabriella Viglione.
IN FOTO Da sx, il Procuratore capo Gabriella Viglione, Patrizia Lepore presidente dell’Ordine degli avvocati, Vincenzo Bevilacqua, presidente del Tribunale, Gabriele Gilotto della Cgil. Durante un presidio davanti al tribunale
“Quella del personale carente è una problematica che si trascina da nove anni: oggi siamo al limite della sostenibilità. Per chi ci lavora e per i cittadini di questo territorio perché non siamo in grado di rendere un servizio accettabile” si era sfogata la procuratrice capo Gabriella Viglione nel corso di un'assemblea pubblica organizzata da Cgil, Cisl e Uil, il 9 maggio scorso, nel cortile del palazzo di giustizia a Ivrea.
“Le statistiche del Csm dicono che Ivrea, su 139 procure è la maglia nera - aveva proseguito Viglione - abbiamo un carico di lavoro pari a quello della procura di Napoli che è la più grande d’Italia. Qui mancano i dirigenti, non c’è mai stato nemmeno il direttore amministrativo e lavoriamo con una pianta organica di 32 persone, di cui 18 effettivamente in servizio”.
Lo sfogo
Il rischio paralisi è ogni giorno sempre più forte.
“Ormai siamo arrivati a un livello - aveva spiegato Viglione - per cui chi prende un legittimo giorno di ferie, si sente ingiustamente in colpa verso gli altri. Non riusciamo a far fronte alle malattie, alle maternità, ai distacchi, perché chi manca non viene sostituito. La situazione è ingestibile, al nostro personale chiediamo condizioni inesigibili».
In questa situazione, si capisce, la giustizia non riesce a fare il suo corso.
“I cittadini che vivono nel nostro territorio - aveva aggiunto Viglione - hanno un terzo delle possibilità in meno degli altri italiani di ricevere giustizia. È pura matematica. E questo qualunque sia il loro ruolo nelle vicende: indagati o persone offese».
La macchina della giustizia, per mancanza di personale, si è fermata in taluni casi anche nell’applicazione delle sentenze.
Insomma Ivrea il posto peggiore d’Italia per un magistrato. Lo dice anche uno studio del Consiglio superiore della magistratura (Csm) che fotografa la realtà al 31 dicembre 2021 basandosi sulle piante organiche dei magistrati e non sugli effettivi in servizio.
Per avere una misura basti pensare che solo Busto Arsizio si avvicina allo speciale record dell’ufficio giudiziario eporediese con 1.435 fascicoli per magistrato. Gli altri sono tutti sotto i mille e raggiungono in qualche caso la metà della procura di Ivrea: Rieti con 986, Reggio Emilia con 966 e i vicini di Biella con 935.
E, a proposito del distretto di Torino, nessuno regge minimamente il confronto con la mole di lavoro che c’è a Ivrea. Alessandria con 601 ne ha meno di un terzo, poi c’è Torino a 589, Novara a 557, Vercelli a 507, Verbania a 433, Cuneo a 215, Asti a 212. Aosta, che rientra ancora sotto il distretto di Torino, è ferma a 30.
Se si guarda al numero assoluto di fascicoli pendenti nella procura di Ivrea, i numeri sono da capoluogo di Regione.
Solo Roma (76.687), Milano (69.537) e Torino (37.134) hanno in termini generali una mole maggiore di procedimenti in carico.
Asti (2.333 fascicoli pendenti in totale, 9 volte in meno di Ivrea) e Cuneo (2.364) hanno 11 magistrati in pianta organica e così oltre al procuratore capo hanno diritto anche a un procuratore aggiunto, mentre in via Pavese ci sono solo 9 sostituti procuratori.
Città come Palermo (20.422), Napoli (19.614) e Genova (20.779) sono assolutamente con Ivrea (19.398).
Il problema sono i magistrati affidati in pianta organica: 9 a Ivrea contro i 112 di Napoli, i 69 di Palermo, i 36 di Genova, i 104 di Roma e i 91 di Milano.
«Certo - spiegava Viglione -, c’è anche una questione di qualità dei fascicoli e delle indagini, ma qui abbiamo emergenze assolute sul codice rosso e anche fenomeni di criminalità organizzata».
D’altronde la procura di Ivrea abbraccia anche la prima cintura di Torino, con episodi tipicamente metropolitani.
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