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Stop alla circolazione degli euro 5 da settembre. Borrini: "Regione faccia un passo indietro"

"È una scelta che peserà sulle spalle di chi non ha la possibilità di cambiare auto"

Stop alla circolazione degli euro 5 da settembre. Borrini: "Regione faccia un passo indietro"

Sta facendo discutere e non poco la decisione presa da Regione Piemonte negli scorsi giorni: stop alla circolazione dei veicoli omologati diesel euro 5, 4 e mezzi a benzina fino a euro 2 e i GPL/metano euro 1.

Il tutto a partire da venerdì 15 settembre, misura che sarà in vigore fino a metà aprile 2024. Il divieto sarà valido dal lunedì al venerdì dalle 8 del mattino fino alle 19, con l’interdizione che riguarderà i comuni di Torino, Alessandria, Casale, Valenza, Tortona, Ovada, Acqui e Novi.

“Adesso ce le date voi le macchine per circolare”. Si potrebbe riassumere così il punto di vista di tanti, troppi, cittadini che da settembre andranno incontro a non pochi disagi, a maggior ragione se si pensa che la decisione della giunta piemontese, per altro, è arrivata con 2 anni di anticipo rispetto a quanto previsto (il termine inizialmente fissato era il 2025).

Anche sul nostro territorio, le opposizioni non hanno tardato a protestare contro una scelta definita “avventata”. 

A suonare la carica a Settimo Torinese è il consigliere di minoranza di Italexit Antonio Borrini, sostenuto dal collega chierese Luigi Furgiuele: “evidentemente questa decisione è stata presa dopo la condanna dell'Italia da parte della Corte di Giustizia UE (con la conseguente procedura d’infrazione aperta dalla Commissione) per la pessima qualità dell'aria rilevata nel 2010-2018 in Piemonte, Lombardia, Emilia Romagna e Veneto - afferma il settimese - a quanto pare abbiamo a che fare con organismi sovranazionali a cui sembra non importare nulla delle conseguenze sui territori, con obblighi e punizioni che vengono dispensati da Bruxelles agli stati aderenti”.

Antonio Borrini, consigliere di minoranza di Settimo Torinese

Sicuramente - ironizzano Borrini e Furgiuele - un "occhio di riguardo" per l’Italia c’è sempre: probabilmente il made in Italy non piace o fa paura ai burocrati europei. Questa misura adottata dalla Regione Piemonte allerta non solo noi, ma anche moltissimi piemontesi e associazioni di categoria come Confesercenti, secondo cui saranno penalizzati cittadini e lavoratori autonomi già danneggiati per l'aumento delle tariffe dei parcheggi e dei mezzi pubblici. 

Da qui, poi, arriva la richiesta nei confronti di Cirio e compagni di fare marcia indietro sulla decisione presa, troppo drastica, severa e repentina. “Anche noi siamo preoccupati per i nostri territori e i nostri concittadini - concludono i due consiglieri - questa misura peserà sulle spalle di lavoratori e famiglie che non possono permettersi di cambiare auto. In sostanza, o sei ricco oppure non c’è altra scelta che affidarsi al trasporto pubblico, sempre più costoso e le cui pecche sono sotto gli occhi di tutti. Per tutte queste ragioni, invitiamo la Regione a fare un passo indietro e cercare soluzioni che siano meno d’impatto sulla vita e sulle tasche dei piemontesi”. 

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